Coronavirus: nuovi dati da Israele, Pfizer riduce anche la trasmissione, fino al 94%

Articolo del 22 Febbraio 2021

Ancora buone notizie dal «laboratorio-Israele» sull’efficacia del vaccino su una popolazione reale. Nuovi dati da due studi separati mostrano che il vaccino riduce pesantemente la trasmissione (oltre che la probabilità di ammalarsi gravemente), quindi la possibilità che le persone vaccinate possano contagiare altri.

Grande riduzione delle infezioni

È una delle domande fondamentali per capire che cosa ci riserva il futuro della pandemia con un numero sempre maggiore di persone vaccinate e cioè se gli immunizzati non solo saranno protetti, ma serviranno anche a frenare la circolazione virale. Ebbene, l’analisi dei dati in uno studio del ministero della Salute israeliano e della Pfizer ha rilevato che il vaccino riduce l’infezione: nei casi asintomatici dell’89,4% e nei casi sintomatici del 93,7%. Sono risultati ottimi e importanti perché studiare come si comporta un vaccino in laboratorio o in studi clinici è un conto, vedere la «resa» nel mondo reale è un altro. Sebbene non ancora sottoposto a revisione paritaria, la ricerca è basata su un database nazionale (quello israeliano) tra i più avanzati al mondo.

Studio pubblicato

Un’altro studio arriva a una conclusione della medesima importanza: pubblicato venerdì sulla rivista medica The Lancet e condotto dal Centro medico israeliano Sheba, ha rilevato che tra 7.214 membri del personale ospedaliero che hanno ricevuto la prima dose a gennaio, c’è stata una riduzione dell’85% di Covid sintomatico entro 15-28 giorni, con una riduzione complessiva delle infezioni (compresi i casi asintomatici) del 75%. I ricercatori hanno specificato che sono necessari ulteriori studi sulla trasmissione asintomatica tra le persone completamente vaccinate, perché hanno meno probabilità di essere testate e quindi il loro numero sfugge alle analisi.

Efficacia alta anche dopo una sola dose

Israele (con la mole di dati che fornisce su Pfizer) rappresenta uno stato di avanzamento notevole in merito alla nostra conoscenza del comportamento del vaccino rispetto al virus, visto che, ad oggi, più del 30% di israeliani hanno ricevuto entrambe le dosi e più del 45% almeno una dose. Un’altra indagine pubblicata il 17 febbraio sul New England Journal of Medicine ha stabilito anche che il vaccino Pfizer (su dati israeliani) è efficace fino al 93% dopo la prima dose e non al 53% come ci si aspettava da dati in laboratorio.

Non servono più temperature estreme per la conservazione

Intanto arriva la notizia che il vaccino Pfizer/BioNTech si può conservare a temperature meno estreme di -70 gradi: lo hanno annunciato le due case farmaceutiche. In una lettera all’autorità americana del farmaco (FDA), affermano che sarà sufficiente una temperatura compresa tra -25 gradi centigradi e -15 gradi. Pfizer e BioNTech chiedono quindi all’ente americano per il controllo dei farmaci, la Fda, di adattare le direttive sulla conservazione del vaccino. Le dosi possono così essere conservate per due settimane a questa nuova temperatura.

 

Fonte: Corriere della Sera

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