Covid, posso «accorciare» la quarantena con un tampone?

Articolo del 21 Ottobre 2020

Chi è entrato in contatto con una persona risultata positiva al Sars-CoV-2 — cioè è, tecnicamente, un «contatto stretto» di un positivo —, in base a quanto deciso dalla circolare «Covid-19: indicazioni per la durata ed il termine dell’isolamento e della quarantena» del ministero della Salute, deve osservare, se asintomatico, un periodo di quarantena.

Con questo termine, è bene ripeterlo, ci si riferisce alla «restrizione dei movimenti, per la durata del periodo di incubazione, di persone sane, ma che potrebbero essere state esposte a un agente infettivo o a una malattia contagiosa»: l’obiettivo è quello di «monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e identificare tempestivamente nuovi casi».

Questo periodo di quarantena deve essere

– o di 14 giorni «dall’ultima esposizione» al soggetto di cui si è accertata la positività,
– o di 10 giorni dall’ultima esposizione, con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno.

Queste prescrizioni valgono, ad esempio, per chi ha ricevuto una notifica dalla app Immuni, o per chi è stato in contatto con qualcuno di cui poi si è accertata la positività.

Chi fosse in quarantena da asintomatico, però, potrebbe essere tentato dall’idea di «accorciarne» i tempi effettuando un tampone prima del decimo giorno.

Questo non è possibile: e il motivo ha a che vedere con la dinamica del Covid e con l’idea stessa di quarantena.

Come indicato qui, infatti, il tampone è la «fotografia di un istante»: un soggetto può essere negativo oggi e positivo domani.

Se eseguito troppo precocemente rispetto alla data in cui si suppone un contagio (esposizione), può dunque risultare negativo — anche se, in effetti, la persona sottoposta a tampone sta «incubando» il virus, e se ripetesse l’esame giorni dopo, l’esito sarebbe opposto.

Il tasso di «falsi negativi» è al minimo a partire da 8 giorni dopo l’esposizione: ecco perché il ministero della Salute dice di effettuare il tampone 10 giorni dopo il contatto con un positivo.

Se, preso dall’impazienza, un asintomatico in quarantena pensasse di fare un tampone (privatamente) dopo 5 giorni dall’esposizione per «liberarsi» senza aspettare il decimo giorno (o 14esimo senza tampone), rischierebbe di essere un «falso negativo», potenzialmente vettore di contagio.
Per questo, la risposta alla domanda se si possa «accorciare» la quarantena con un tampone è no: occorre pazientare fino al decimo giorno (quando l’Ats chiederà di effettuare un tampone, il cui risultato arriverà comunque dopo almeno 24 ore) o al quattordicesimo (quando si sarà «liberi» dalla quarantena anche se, nel frattempo, l’Ats non ci avrà contattato per eseguire il tampone).

 

Fonte: Corriere della Sera