Covid, un antidepressivo da 4 dollari riduce il rischio di ricovero

Articolo del 02 Novembre 2021

La fluvoxamina apre nuovi scenari per combattere l’infezione da coronavirus. I risultati della ricerca brasiliana condotta su 1500 pazienti è stata pubblicata su Lancet: “Dati incoraggianti, ma rimangono aperte molte questioni”.

Un antidepressivo che costa appena 4 dollari, ma secondo uno studio pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista The Lancet Global Health avrebbe la capacità di ridurre le probabilità per i pazienti ad alto rischio Covid-19 di venire ricoverati in ospedale. Un gruppo di ricercatori brasiliani hanno esaminato a lungo il farmaco, la fluvoxamina, arrivando alla conclusione che sarebbe in grado di reprimere l’infiammazione scatenata nell’organismo dall’infezione da coronavirus. Non solo il farmaco, rispetto ai più costosi anticorpi monoclonali, non solo fornirebbe un’alternativa economica, ma è ben tollerato e già testato.

In realtà non è la prima volta che la fluvoxamina viene presa in considerazione per fronteggiare il coronavirus perchè fin dall’inizio della pandemia è stata individuata nel farmaco una possibile terapia, ma nessuno studio è stato così ampio o convincente come quello pubblicato dal gruppo di ricercatori brasiliani.

La ricerca iniziata nel giugno 2020 ed è andata avanti fino ad agosto 2021 e ha coinvolto 1500 i pazienti (il 58% donne)  affetti da coronavirus, gran parte dei quali non erano vaccinati e che quindi andavano incontro a un rischio maggiore, a causa dell’età o di altri problemi di salute preesistenti. L′11% di chi aveva assunto il farmaco antidepressivo è stato ricoverato in ospedale, mentre la percentuale è salita al 16% tra chi non aveva assunto il farmaco: il che significa che la fluvoxamina aveva ridotto di un terzo il rischio di ricovero. Rischio risultato ancora più basso per i pazienti che hanno assunto almeno l′80% delle dosi di fluvoxamina prescritte. Solo un paziente che ha seguito gran parte del ciclo di trattamento è morto. Mentre tra chi non aveva assunto il farmaco, i decessi sono stati 12.

Otavio Berwanger, uno dei medici del team, ha affermato che lo studio “suggerisce fortemente che la fluvoxamina costituisce un’opzione efficace, sicura, poco costosa e relativamente ben tollerata” per il trattamento dei pazienti Covid-19. Tuttavia ha sottolineato che ci sono alcune domande senza risposta: sono infatti necessarie ulteriori ricerche sia sul corretto uso del trattamento, sia per capire che effetto il farmaco possa avere sui pazienti a basso rischio o sulle persone vaccinate. Non è chiaro inoltre il motivo per cui la fluvoxamina sembra essere efficace contro il Covid: i ricercatori all’inizio avevano scelto di analizzarlo per le sue proprietà antinfiammatorie, sono stati i risultati positivi dell’analisi a convincerli ora ad andare avanti nella ricerca.

“Va davvero bene”, ha detto il dottor David Boulware, uno scienziato in malattie infettive dell’Università del Minnesota che ha lavorato a uno studio più piccolo sulla fluvoxamina nei pazienti affetti da Covid in California. Ha aggiunto, “non è un farmaco costoso e nuovo di zecca. Inoltre il suo profilo di sicurezza ci è già noto”.

Se dunque sono necessari studi più ampi per valutare l’uso della fluvoxamina per Covid, si prevede già che le nuove scoperte aumenteranno la popolarità del farmaco nei paesi meno ricchi.

 

Fonte: La Repubblica

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