Dormite male? Le vibrazioni meglio dei sonniferi

Articolo del 02 Gennaio 2021

Chi ascoltava i Beach Boys negli Anni 60 lo sapeva già: le buone vibrazioni fanno bene all’organismo. Ora lo hanno dimostrato anche i ricercatori della Thomas Jefferson University di Filadelfia: le vibrazioni, quando sono delicate e continuative, sono così piacevoli che ci inducono al sonno non solo gi esseri umani, ma anche altre specie animali. Imparare ad usarle potrebbe portare fra non molto a non avere più bisogno di sonniferi e tranquillanti, ma solo di «good vibrations».

Tutti apprezziamo le vibrazioni: i bambini che vengono cullati dalle madri, o gli adulti che sonnecchiano in automobile o in treno, sono indotti a rilassarsi dal soffice movimento continuo. Quando smette, si entra in allerta: i bambini piangono e gli adulti domandano perché l’auto si è fermata. Gli scienziati della Thomas Jefferson hanno deciso di indagare sui meccanismi neurali alla base del fenomeno e sono partiti dai moscerini della frutta, un «organismo modello» largamente usato dalla scienza. Gli esseri umani e il moscerino della frutta sono infatti geneticamente molto simili e il 60% delle malattie genetiche conosciute si possono verificare nel anche nel moscerino.

I primi esperimenti condotti dall’équipe del professor Kyunghee Koh hanno rivelato che gli insetti dormono più a lungo se sottoposti a vibrazioni. All’inizio, come avviene per gli esseri umani, si spaventano un poco e si agitano, domandosi che cosa di nuovo stia accadendo. Ma poi la regolarità degli impulsi li spinge al sonno e a un riposo migliore: diventano meno sensibili ai disturbi luminosi e dormono meglio, accumulando «crediti» di sonno. Durante la vibrazione si comportano come se dormissero più del necessario, accumulando maggiori energie da spendere quando sono svegli.

«Volevamo usare il moscerino della frutta come sistema modello per studiare i meccanismi di induzione del sonno tramite vibrazione – ha detto il professor Koh -. Le mosche imparano nel tempo che la vibrazione non è minacciosa, il che riduce la loro reazione alla stimolazione che altrimenti le renderebbe vigili». Lo studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports, ha dimostrato che addormentarsi in macchina è comparabile al sonno regolare in un letto e svolge le stesse funzioni vitali. La disponibilità a prendere sonno migliora quando l’esposizione alle vibrazioni viene ripetuta più volte e questo dimostra come l’apprendimento abbia un ruolo anche nell’adattamento delle specie alle vibrazioni. Sopprimere lo stato di allerta è un requisito fondamentale per il sonno indotto dalle vibrazioni.

È ancora presto per decretare la fine di Valium, Tavor e Lexotan, ma non ci vorrà molto prima che vengano prodotti materassi che conciliano il sonno con una vibrazione. Secondo gli scienziati della Thomas Jefferson University si potrebbe arrivare addirittura a identificare il tipo di vibrazione più adatto a ogni individuo. E, subito dopo, «chiudo gli occhi e sorrido dolcemente», cantavano i Beach Boys.

 

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