Una nuova importante ricerca pubblicata su “Science Immunology” cerca di rispondere ad una domanda che ha accompagnato la pandemia: perché i vaccinati si ammalano in maniera grave? Lo studio ha mostrato come anticorpi “impazziti” indeboliscano la risposta immunitaria innata contro il virus.

Dopo due anni e mezzo di domande e interrogativi, uno studio pubblicato il 14 giugno sulla rivista  Science Immunology  comincia a fare luce su uno dei (tanti) misteri irrisolti che ancora circondano il Covid-19: si tratta del motivo per cui alcune persone vaccinate sviluppino forme gravi della malattia nonostante l’immunizzazione.

Secondo quanto osservato dal team di ricercatori, a indebolire la risposta immunitaria contro il virus sarebbero gli auto-anticorpi, ovvero alcuni anticorpi “impazziti” prodotti dal nostro organismo. Una dinamica da “war game” biologico. A causa di questi anticopri “impazziti” molte persone vaccinate contro il Covid finiscono per ammalarsi sviluppando una grave polmonite che li può portare anche in terapia intensiva.

Lo studio pubblicato su Science Immunology ha verificato come questi anticorpi – già presenti prima dell’infezione e della vaccinazione – indeboliscano la risposta immunitaria innata contro il virus.

«Questa è la prima volta che si spiega perché alcuni vaccinati finiscono in terapia intensiva», commenta il genetista Giuseppe Novelli dell’Università di Roma Tor Vergata, tra gli autori dello studio.

«Il risultato ottenuto conferma ed estende i nostri precedenti studi che hanno evidenziato la presenza di auto-anticorpi in grado di neutralizzare alte concentrazioni di interferone di tipo I in almeno il 10% delle persone non vaccinate con polmonite critica da Covid-19». Ma se nei precedenti studi si era già osservato come gli auto-anticorpi siano in grado di neutralizzare una gran quantità di interferoni di tipo I in almeno il 10% delle persone non vaccinate colpiti da polmonite critica da Covid-19, questo studio, invece, dimostra come la stessa tipologia di anticorpi sia stata localizzata anche in pazienti vaccinati.

La ricerca è stata realizzata da un team internazionale a cui hanno partecipato l’ASST Ospedali Civili di Brescia, l’IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, l’IRCCS Ospedale Bambino Gesù di Roma e l’Università di Roma Tor Vergata.

Allo studio hanno preso parte 48 pazienti tra i 20 e gli 86 anni, vaccinati con due dosi, che in un periodo compreso tra due settimane e quattro mesi dopo aver contratto l’infezione hanno visto trasformarsi la malattia in una grave polmonite. Dalle osservazioni è emerso che 42 pazienti su 48 avevano effettivamente sviluppato anticorpi contro il Covid-19 per merito della vaccinazione, ma 10 di loro avevano anche auto-anticorpi contro l’interferone che hanno quindi indebolito la risposta immunitaria permettendo alla malattia di evolversi in una forma grave.

Novelli ha spiegato che “la presenza di auto-anticorpi è quindi alla base di un difetto di risposta nell’immunità intrinseca che ha di fatto superato la normale immunità adattativa indotta dalla vaccinazione”.

E proprio questo aspetto suggerisce “la necessità di studiare la presenza di auto-anticorpi per individuare i soggetti ad alto rischio di malattia grave da Covid-19″.

 

Fonte: SIMOH

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