Un nuovo strumento diagnostico potrebbe permettere di riconoscere i disturbi dello spettro autistico entro i primi 12 mesi di vita. Questo importante risultato è stato raggiunto dagli scienziati dell’Università La Trobe, in Australia, che hanno pubblicato un articolo sul Journal of American Medical Association Open per rendere noti i risultati del loro lavoro. Sotto la guida di Josephine Barbaro, i ricercatori hanno sottoposto più di 13.500 bambini di età compresa tra 12 e 24 mesi al test SACS-R (Social Attention and Communication Surveillance-Revised), un nuovo metodo che si è dimostrato promettente ed efficace.

Nel periodo di osservazione durato cinque anni, riportano gli esperti, l’83 per cento dei soggetti segnalati dallo strumento diagnostico ha poi effettivamente manifestato forme di autismo. Se utilizzato in combinazione con gli esami del metodo SACS-Preschool, l’approccio sviluppato nell’ambito dello studio è risultato in grado di identificare il 96 per cento dei bambini con disturbi dello spettro autistico. I risultati, commentano gli autori, evidenziano l’importanza di adottare entrambi gli strumenti per facilitare le diagnosi di queste problematiche. “Quando i genitori sollevano preoccupazioni sulle capacità relazionali dei propri figli – osserva Barbaro – gli specialisti raccomandano di attendere e monitorare la situazione. Per questo motivo l’età media in cui viene effettuata la diagnosi di autismo è tra i quattro e i cinque anni, quando le opzioni di supporto precoce sono ormai limitate. Il nostro strumento potrebbe rendere il riconoscimento dell’autismo molto più tempestivo”.

“Attualmente – dichiara la scienziata – SACS-R è lo strumento di screening più efficace al mondo e, a differenza di altri metodi, può essere utilizzato in ampie coorti e consente l’identificazione precoce dei disturbi dello spettro autistico”. Dal 2019, riportano gli studiosi, il Governo australiano ha finanziato la formazione a livello statale del personale sanitario del Victoria, nel Sudest dell’isola, e da allora tutti i bambini vengono sottoposti agli screening di routine con SACS-R all’età di 12, 18 e 24 mesi. “La diagnosi precoce dell’autismo – sottolinea John Dewar dell’Università di La Trobe – è fondamentale, poiché porta a un accesso utile ai supporti necessari, aumenta la possibilità di partecipazione all’istruzione ordinaria e riduce il livello di aiuto necessario con l’avanzare dell’età del bambino. Speriamo che questo studio possa promuovere l’utilizzo dello strumento diagnostico anche in altri sistemi sanitari nazionali”. L’accuratezza degli strumenti di screening dell’autismo attualmente utilizzati in altre parti del mondo è molto limitata, aggiungono i ricercatori, ad esempio il noto test M-CHAT, basato 20 domande specifiche e si esegue al 18esimo mese di vita, è associato a un livello di precisione del sei per cento. Il SACS-R viene utilizzato per identificare un insieme di comportamenti che sono caratteristici dei bambini con disturbi dello spettro autistico già dagli 11 mesi di vita. In particolare, spiegano gli autori, questo approccio consente di rilevare l’uso raro o incoerente di gesti, la difficoltà nel reagire agli stimoli diretti, la tendenza ad evitare il contatto visivo e la propensione a evitare le attività e gli interessi altrui.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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