I vaccini di Pfizer e Moderna hanno nel mondo reale la stessa efficacia trovata nelle sperimentazioni. Anche contro le infezioni asintomatiche.

I vaccini anti-covid a mRNA non sono soltanto altamente efficaci nel prevenire l’infezione sintomatica da covid, i ricoveri e i decessi: sono anche estremamente efficaci nel bloccare il contagio asintomatico del virus e la sua trasmissione. La conferma arriva da uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention statunitensi, che hanno voluto studiare gli effetti dei vaccini di Pfizer e Moderna nel mondo reale, su una platea di 4.000 soggetti tra personale sanitario e lavoratori essenziali.

Secondo l’analisi pubblicata sulla rivista scientifica Morbidity and Mortality Weekly Report, questi vaccini hanno un’efficacia del 90% nel mondo reale, assai vicina a quella riscontrata nelle sperimentazioni cliniche e – soprattutto – anche contro le infezioni asintomatiche. Significa che chi è vaccinato protegge dalla maggior parte dei contagi anche le persone con cui entra in contatto.

AMPIA PROTEZIONE. I volontari provenienti da otto diverse località sono stati seguiti da metà dicembre a metà marzo e sottoposti a tamponi nasali una volta alla settimana indipendentemente dai sintomi. In questo modo si sono tenute sotto controllo sia le infezioni con sintomi, sia quelle asintomatiche. In questi tre mesi oltre il 62% dei volontari ha ricevuto entrambe le dosi dei vaccini, e più del 12% ha avuto una dose singola. In tutto ci sono state 161 infezioni da covid nei non vaccinati, contro le 16 in chi aveva ricevuto una dose soltanto al momento del contagio e solamente 3 in chi aveva avuto entrambe le dosi da almeno due settimane.

L’efficacia dei vaccini nel mondo reale è stata quindi del 90% dopo due dosi, in linea con le percentuali (rispettivamente del 95% e del 94%) trovate nei trial clinici. Anche solo la prima dose dei vaccini ha avuto un’efficacia dell’80% nel prevenire ogni tipo di infezione a partire da due settimane dal vaccino, una percentuale simile a quella trovata negli studi di recente condotti in Israele e nel Regno Unito.

La maggior parte delle persone risultate positive nell’intero gruppo (inclusi i non vaccinati) aveva sintomi, mentre il 10,7% è risultato asintomatico. Soltanto il 23% delle persone contagiate ha avuto bisogno di cure mediche, e soltanto due pazienti sono stati ricoverati in ospedale. Non ci sono stati decessi.

AVANTI TUTTA. Lo studio è estremamente incoraggiante per un futuro di ritrovata normalità e sottolinea l’importanza di un’immunizzazione completa, in generale e a maggior ragione in chi è a contatto con i pazienti più fragili. Un secondo lavoro condotto dall’Israel Institute of Technology di Haifa e pubblicato quasi contemporaneamente su Nature Medicine, ha trovato che anche nei rari casi di infezione degli individui vaccinati, la carica virale risulta estremamente bassa (un fatto che dovrebbe rendere più difficile la trasmissione del virus ai non ancora vaccinati). Lo studio riguarda i vaccini a mRNA; segnali incoraggianti nella stessa direzione – benché con percentuali più basse – erano emersi nelle ultime settimane anche sul vaccino di Oxford-AstraZeneca.

 

FonteFocus

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