Il pensionato di Bristol, già malato di leucemia è stato ricoverato sette volte e sottoposto a 42 tamponi. La svolta è avvenuta con l’anticorpo monoclonale Regeneron.
Dave Smith ha 72 anni e vive a Bristol. Come migliaia di persone è stato infettato dal coronavirus all’inizio della prima ondata del 2020 nel Regno Unito, ma il virus è rimasto nel suo organismo per ben 290 giorni prima di essere eliminato per sempre (si spera). La sua storia è un caso limite e la racconta il Guardian. Secondo il quotidiano britannico si tratta la più lunga infezione di Covid-19 mai registrata fino ad oggi in letteratura scientifica.

Sette ricoveri e 42 tamponi

A differenza della maggioranza dei pazienti, che tendono a negativizzarsi nel giro di un paio di settimane, o anche dei casi estremi di «Covid prolungato» che si risolvono comunque di norma al massimo entro 4 mesi, Smith ha invece continuato a convivere col virus per quasi un anno entrando e uscendo dall’ospedale per ben sette volte, come dimostrato da un’impressionante trafila di 42 tamponi positivi in successione. All’inizio «sono stato davvero male, sulla soglia della morte, tanto che mia moglie ha organizzato il mio funerale per cinque volte» racconta.«Avevo anche convocato la mia famiglia per ammettere le mie colpe, e invece avrei dovuto tenere la bocca chiusa» sorride.

La leucemia e il tumore

Già malato di leucemia, e sottoposto con successo alla chemioterapia nel 2019, l’ex istruttore di guida di Bristol come i tanti pazienti immunodepressi aveva bassi livelli di anticorpi per neutralizzare il virus a causa dei trattamenti chemioterapici e, nel suo caso, anche per una condizione ereditaria di un difetto delle cellule che producono anticorpi. «Ero completamente privo di energia e ho perso il mio senso dell’olfatto, che non è ancora tornato. Ma non ho fatto il test per il Covid fino ad aprile, quando mi hanno portato in ospedale perché avevo sviluppato un’infezione al torace» racconta. Dopo il primo ricovero è stato dimesso con una terapia antibiotica, ma poi è stato di nuovo ricoverato perché troppo debole. Quando è risultato nuovamente positivo al Covid l’ipotesi iniziale era che fosse stato reinfettato, ma il sequenziamento genetico del virus ha rivelato che si trattava della stessa infezione.

L’anticorpo monoclonale

La svolta per Dave Smith è arrivata grazie all’uso compassionevole del cocktail di anticorpi monoclonali sviluppato da Regeneron, utilizzato a suo tempo per rimettere in sesto l’ex presidente Donald Trump. La salute di Smith non è migliorata subito ma dopo alcune settimane ha riacquistato energie tanto da riuscire a camminare e a raggiungere il bagno da solo. «Ero così contento, per la prima volta sono riuscito a a preparare una tazza di caffè per mia moglie dopo tutto quello che lei ha fatto per me».

La guarigione

Quarantacinque giorni dopo aver ricevuto l’anticorpo monoclonale Smith ha ricevuto un tampone negativo. «Quando ne ho avuto la conferma, abbiamo brindato a champagne. Non tornerò come prima perché il Covid mi ha distrutto i polmoni ma ogni giorno di vita in più è un regalo».

Fonte: Corriere della Sera
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