Un’associazione di organizzazioni e autorità sanitarie USA chiede ai produttori di bevande zuccherate di adeguarsi su base volontaria a nuove linee guida.

Lo zucchero, assunto in quantità eccessive, si trasforma in veleno per il nostro organismo: diabete, obesità, malattie cardiovascolari sono solo alcune delle conseguenze negative per la nostra salute. Per questioni educative e di abitudini alimentari, il problema sembra essere particolarmente sentito negli USA, col risultato che più di due terzi degli adulti e quasi un terzo dei bambini sono in sovrappeso se non obesi, e circa un terzo degli adulti ha problemi di pressione – condizioni che aumentano il rischio di patologie altrimenti prevenibili, come diabete, malattie cardiache, ictus e anche alcuni tumori.

Per cercare di ridurre l’impatto sulla salute e sull’economia, il Dipartimento di igiene e salute mentale della città di New York ha promosso la National Salt and Sugar Reduction Initiative (NSSRI), che offre delle linee guida sui consumi di sale e zucchero indirizzate a consumatori e produttori, invitando questi ultimi ad aderire a regole di igiene alimentare su base volontaria. Sulla scorta di queste indicazioni, uno studio pubblicato su Circulation fa il punto su quanto si risparmierebbe in termini di costi sanitari – e quanto si guadagnerebbe in termini di salute – se le aziende aderissero alle linee guide.

VANTAGGI PER SANITÀ ED ECONOMIA. Negli USA, ridurre lo zucchero del 20% nei cibi confezionati e del 40% nelle bibite, potrebbe prevenire 2,48 milioni di malattie cardiovascolari, 490.000 di morti causate da patologie cardiovascolari e 750.000 casi di diabete durante la vita adulta (da 35 a 79 anni) degli statunitensi. «Ridurre il contenuto di zuccheri presente in cibi e bibite avrà un impatto maggiore sulla salute degli americani rispetto ad altre iniziative», afferma Siyi Shangguan, a capo dello studio citato, facendo riferimento alla cosiddetta soda tax, un’imposta di pochi centesimi applicata sulla vendita di poche bevande gassate in qualche città statunitense (negli USA non è in vigore una tassa a livello nazionale come potrebbe essere la sugar tax italiana, la cui entrata in vigore è però stata rinviata al 2022).

Nuove regole adottate dalle aziende produttrici gioverebbero anche all’economia degli USA: gli esperti stimano che le indicazioni della NSSRI farebbero risparmiare 4,38 miliardi di dollari netti in costi sanitari, e oltre 118 miliardi di dollari nel corso della vita dell’attuale popolazione statunitense adulta. Se si conta anche la mancata produttività degli americani che si ammalano a causa dell’eccessivo consumo di zuccheri, il risparmio totale stimato è di oltre 160 miliardi di dollari.

IN ITALIA la situazione è meno grave, ma ci sono indicatori preoccupanti: oltre tre milioni di persone sono affetti da diabete, una persona su dieci è obesa e le malattie cardiovascolari causano ogni anno quasi il 35% dei decessi totali che si registrano nel nostro Paese. Regolare l’uso e il consumo di zuccheri non può che giovare alla salute, oltre che alle tasche, di tutti.

 

Fonte: Focus

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