La possibilità di controllare dispositivi con la mente, e di connettersi con un altro utente in tempo reale, remoto e wireless può sembrare irrealizzabile, ma la scienza sta lavorando per rendere possibili queste fantascientifiche prospettive che potrebbero aprire la strada a particolari forme di telecinesi e telepatia. Due gli studi volti a esplorare questa possibilità, entrambi pubblicati sulla rivista eLight, condotti rispettivamente dagli scienziati dello State Key Laboratory of Millimeter Waves, Southeast University, dell’Air Force Engineering University e dell’Università nazionale di Singapore. I due gruppi di ricerca hanno realizzato la prima comunicazione wireless tra due menti umane e tra mente e computer, sfruttando le caratteristiche peculiari dei metamateriali, vale a dire supporti creati artificialmente e caratterizzati da straordinarie proprietà fisiche ed elettromagnetiche.

Il primo lavoro è stato guidato da Tie Jun Cui dello State Key Laboratory of Millimeter Waves. Il suo team ha sviluppato una metasuperficie elettromagnetica cervello-computer (EBCM) che si è dimostrata in grado di controllare in modo non invasivo le sintesi delle informazioni e le trasmissioni wireless tra operatori. Per stabilire la connessione, l’utente si posiziona davanti a uno schermo in cui è possibile visualizzare diversi comandi e, semplicemente fissando una delle opzioni disponibili, può selezionare la propria scelta. I segnali cerebrali vengono decodificati grazie a un copricapo che invia i comandi agli oggetti controllati senza necessità di attività muscolare da parte dell’operatore. Questo approccio, riportano gli scienziati, è stato impiegato anche in una comunicazione mentale tra due utenti. Il meccanismo si basa su una interfaccia grafica (GUI) di testo, in cui i pulsanti visivi sono codificati direttamente come una sequenza specifica binaria, formata da ‘0’ e ‘1’. Il mittente invia lettere semplicemente guardando i pulsanti sull’interfaccia. La lettera target viene infatti decodificata e implementata in una sequenza ASCII, mentre la metasuperficie viene manipolata per inviare informazioni. Quando il segnale viene ricevuto dal supporto del destinatario, l’EBCM rielabora il messaggio che viene visualizzato sull’altra interfaccia grafica. “Il tempo medio di inserimento di ogni carattere è di circa cinque secondi – spiega Tie Jun Cui – è tuttavia possibile ottimizzare la velocità di immissione del testo applicando alcuni paradigmi di scrittura rapida”.

Nel secondo studio, guidato da Shaobo Qu Jiafu Wang e Cheng-Wei Qiu, i ricercatori hanno compiuto un passo significativo verso il controllo mentale remoto dei metamateriali in tempo reale. I ricercatori hanno infatti sviluppato un framework in grado di raccogliere le onde cerebrali dell’utente e rielaborarle come segnali di controllo delle metasuperfici. Trasmesse al controller via Bluetooth, le onde cerebrali dell’operatore potevano gestire direttamente il modello di dispersione. La programmazione in loco, precisano gli autori, potrebbe permettere la realizzazione di metasuperfici programmabili (PM) con funzioni multiple, commutabili e ulteriormente integrate con sensori o pilotate da software predefiniti. La possibilità di autoadattarsi migliora significativamente il tasso di risposta del dispositivo, eliminando la necessità del coinvolgimento umano. Il design finale può essere inoltre personalizzato per incrementare la precisione delle apparecchiature risultanti.

I ricercatori contano di proseguire gli studi e combinare questo approccio con nuovi algoritmi intelligenti, così da ottimizzare i processi di controllo delle metasuperfici funzionali o multifunzionali. L’obiettivo finale è quello di sviluppare piattaforme controllate direttamente dalla mente dell’utente, in tempo reale e senza connessione fisica. Questa prospettiva potrebbe trovare applicazioni in diversi campi, che spaziano dal monitoraggio della salute alle comunicazioni 5G/6G fino alla sensoristica intelligente. “Questo lavoro – commentano gli scienziati – potrebbe aprire la strada a una nuova direzione di ricerca, volta a esplorare la profonda integrazione tra metasuperfici, intelligenza umana e artificiale, allo scopo di costruire nuove generazioni di sistemi di metasuperfici biointelligenti”.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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