L’obesità è caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo che può provocare gravi danni alla salute.

Una persona si ritiene obesa se il suo IMC  (indice di massa corporea) calcolato come rapporto tra il peso e il quadrato dell’altezza è maggiore di 30.

Se ti ritrovi in questa condizione leggi la testimonianza di Riccardo, uno dei pazienti del dott. Luca Speciani.

Riccardo, diciassettenne milanese di famiglia molto benestante, si presenta in studio con la madre, con un peso di 110 kg e alle spalle una manciata di fallimenti dietologici di stampo ipocalorico. Non è solo il forte sovrappeso a farmi tenerezza. Il ragazzo, grande e grosso com’è, sta anche attaccato morbosamente alle gonne della madre. Risponde a monosillabi, capisce poco i miei (seppur comprensibili) riferimenti culturali, si distrae spesso mentre parlo, e pare davvero poco interessato alla sua situazione, purtroppo non particolarmente esaltante. La madre mi parla di un ragazzo un po’ isolato dai compagni, che fatica a fare amicizie e non eccelle in rendimento scolastico. Non fa sport, se non quello scolastico obbligatorio, ed è in genere svogliato e indolente.

La prendo alla lontana: imposto una dieta GIFT non troppo rigida (ma che lo costringe comunque a soli tre pasti al giorno, con frutta fresca libera, e alla rinuncia agli zuccheri raffinati e alle farine bianche), e cerco di lavorare soprattutto sul movimento. Chiedo alla madre di acquistargli un contapassi (strumento da tenere attaccato alla cintura 24 ore al giorno, che registra il numero dei passi effettuato), e di fare in modo che Riccardo faccia almeno 10.000 passi al giorno (5-6 km circa).

Regalo al ragazzo la “Guida pratica alla DietaGIFT” e incrocio le dita.

Al primo controllo, 40 giorni dopo, ho già davanti un individuo diverso. Le sue argomentazioni sono sempre un po’ involute, ma non è più così attaccato alle gonne materne come l’ultima volta. Tra i due si è creato uno spazio di dignità e di rispetto che prima non c’era.

La bioimpedenziometria ci dice che i 5 kg di peso persi da Riccardo sono praticamente tutti di grasso puro (4,8 kg). Il muscolo è rimasto inalterato, e questo è la dimostrazione del fatto che il dimagrimento ottenuto è reale e non dipende da restrizione calorica (che indurrebbe invece un calo parallelo di grasso e muscolo).

Chiedo di vedere i resoconti del contapassi e scopro che la mamma ha pattuito con Riccardo un impegno reale dal lunedì al venerdì (in quei giorni se la sera scopre di avere fatto solo 9500 passi, fa i 500 mancanti salendo e scendendo le scale di casa), lasciandolo però libero il sabato e la domenica.

Il dato mi colpisce molto: dal lunedì al venerdì i passi superano sempre i 10.000. Sabato e domenica si limitano a 7-800. Con 700 passi in 24 ore si fa appena in tempo a recarsi in bagno a compiere i propri bisogni, e nulla più. Ciò significa che le abitudini al movimento di Riccardo erano quelle: una completa sedentarietà, affondato sul divano per l’intero giorno. Avevo visto giusto.

Nei successivi controlli, più o meno con le stesse modalità, il peso di Riccardo scende fino a 97 kg, ma (avendo il ragazzo accresciuto la sua massa muscolare) il grasso perso – come rileva la bioimpedenziometria – è stato di più di 15 kg. Quello che più mi gratifica, tuttavia, è vedere come la sicurezza e la tranquillità del ragazzo crescono esponenzialmente ad ogni incontro. Nell’ultimo, in particolare, mi si presenta con la sua ragazza, al posto della madre, e con l’orecchino. Gli dico che oramai il trucco l’ha ben imparato, e che possiamo tranquillamente vederci ogni sei mesi per valutare ulteriori eventuali progressi, ma siamo entrambi più che soddisfatti del nuovo equilibrio raggiunto grazie ad una dieta di segnale normocalorica e ad un corretto avviamento sportivo, che – in un rapporto sia di causa che di effetto – avevano anche generato una fioritura intellettiva ormai visibile da chiunque.

Sei mesi dopo Riccardo non si presenta più al controllo, ed io me ne dimentico fino ad un anno più tardi quando me lo trovo nuovamente nell’elenco appuntamenti della giornata.

In sala d’aspetto stento a riconoscerlo. Si è trasformato in un ragazzo molto attraente ed elegante, magro il giusto e dal viso e dallo sguardo maturi ed equilibrati (per quanto possa mai esserlo un ragazzo di 18 anni). L’analisi bioimpedenziometrica mi dice che ha perso 27 kg dalla prima volta in cui l’ho preso in cura, somma algebrica di 33 kg di grasso persi e di 6 kg di muscolo acquisiti. Non ha cambiato nulla: ha solo continuato a seguire le indicazioni ricevute, anche senza più contapassi e con qualche sgarro alimentare qua è là.

 

Fonte: L’altra medicina

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