Il ruolo dell’agopuntura nel potenziamento del sistema immunitario

Articolo del 20 Ottobre 2021

L’agopuntura è vista da molti come una forma di terapia antalgica utile solo per alleviare il dolore. Migliaia di studi dimostrano che i suoi effetti sono ben più vasti.

Durante questa emergenza covid si è parlato di tutto e del contrario di tutto, ma di rado di medicina preventiva intesa come rafforzamento del sistema immunitario. Un buon equilibrio del sistema PNEI (psico-neuro-endocrino-immunitario) con la piena efficienza del sistema immunitario costituisce un ottimo punto di partenza per lo sviluppo di strategie preventive efficaci contro le infezioni da parte di agenti batterici e virali.

Dobbiamo tener conto che, come tutti i sistemi ed apparati dell’organismo, anche quello immunitario è soggetto ad invecchiamento. Nel caso del coronavirus, oltre alla presenza di comorbidità, cioè di altre malattie che aggravano il quadro clinico, anche lo stato di anzianità delle cellule immunitarie può giocare un ruolo importante.

Invecchiando le cellule producono diversi mediatori dell’infiammazione che contribuiscono alla creazione di uno stato basale di inflammaging, cioè iper-infiammatorio, responsabile della debolezza dei sistemi difensivi.

Questo stato potrebbe aggravare notevolmente il quadro clinico in caso di infezioni virali. Quando infatti l’organismo umano viene in contatto per la prima volta con un nuovo agente patogeno, come il virus SARS-CoV-2, ad attivarsi per la difesa è una specifica popolazione di cellule, definita dai linfociti T naïve, cioè non ancora differenziati. Purtroppo, il numero dei linfociti T naïve diminuisce con l’età, raggiungendo livelli molto bassi negli anziani.

Sperimentazioni umane ed animali testimoniano che l’agopuntura aumenta i leucociti e modula il sistema immunitario, consentendogli di reagire alle minacce. È dimostrato che l’agopuntura migliora il numero e la funzione dei fagociti, modula la sintesi e la secrezione di vari tipi di immunoglobuline, aumenta il numero e l’attività delle cellule Natural Killer (NK), favorisce la produzione di citochine da parte del sistema immunitario e stimola la produzione di cellule T CD4. Queste ultime sono chiamate cellule T helper e sono attive nella difesa del sistema immunitario contro microbi e virus.

Numerose ricerche sperimentali hanno dimostrato che l’agopuntura innalza da 2 a 8 volte il titolo anticorpale nei conigli (CHU 1975) e che i topi sottoposti a stress subiscono meno insulti al sistema immunitario dallo stimolo stressogeno se trattati con agopuntura (MIN S. K.).

Programmi specifici ed individualizzati di agopuntura da eseguire con cadenza settimanale, in cicli di 8 sedute, ogni 2-3 mesi associati all’azione sinergica di beta glucani garantisce un sistema PNEI in ottimo stato tale da far fronte alle aggressioni batteriche e virali.

L’agopuntura da molti è vista come una forma di terapia antalgica utile solo per alleviare il dolore. Questa erronea convinzione deriva dal fatto che la diffusione nel mondo occidentale dell’agopuntura avvenne nel 1972 con la politica del ping pong che permise l’avvicinamento della Cina agli USA attraverso dei campionati, appunto di ping pong. In quella occasione il mondo medico cinese stupì l’opinione pubblica mondiale per interventi chirurgici effettuati senza anestesia generale, ma solo con elettroagopuntura o aghi stimolati manualmente, tanto che un grande cardiochirurgo americano, Michael E. DeBakey, invitato in Cina ad assistere a vari interventi chirurgici, scrisse un libro dal titolo: Un chirurgo in Cina.

Nacque da allora l’equivoco che l’agopuntura servisse per inibire il dolore. In verità quella che fu utilizzata come propaganda politica non era l’agopuntura classica praticata in Cina da ben cinquemila anni, bensì una rielaborazione della medesima a scopo antalgico, effettuata inserendo aghi intorno all’area chirurgica stimolati elettricamente o manualmente, in modo da produrre a livello di alcune strutture cerebrali un blocco delle vie del dolore.

Gli studi successivi di Terenius in Svezia e di Pomeranz in Canada dimostrarono che gli effetti dell’agopuntura erano in relazione alla liberazione di diversi mediatori nervosi: endorfine, enkefaline, ACTH, ecc.., capaci di curare sia patologie infiammatorie, che producono dolore, sia moltissime altre patologie dall’asma alla gastrite, dallo stress alla depressione e così via. Da allora l’agopuntura è insegnata nelle università di tutto il mondo e decine di migliaia di studi seri sono stati pubblicati sulla letteratura medica internazionale (Pubmed).

Tuttavia l’agopuntura come atto medico rientra ancora tra le medicine e pratiche non convenzionali ritenute rilevanti da un punto di vista sociale in Italia, sulla base delle indicazioni del Parlamento Europeo (Risoluzione n. 75 del 29 maggio 1997) e del Consiglio d’Europa (Risoluzione n. 1206 del 4 novembre 1999).

L’agopuntura, oltre che sull’uomo, è stata largamente sperimentata sugli animali con effetti analoghi, e a costo zero, per il sistema sanitario, di fatto è entrata a pieno merito nell’ambito della Medicina Integrata.

Gli effetti immunomodulatori dell’agopuntura sono stati documentati in molti lavori tra cui quelli di Mori e Kawamura del 2002. I ricercatori nel loro studio sull’elettroagopuntura hanno suddiviso i soggetti in tre gruppi in base ai livelli di granulociti e linfociti nel sangue:

1. soggetti con granulocitosi e linfopenia
2. soggetti con granulocitopenia e linfocitosi
3. soggetti con valori normali di linfociti e granulociti.

Con l’elettroagopuntura i campioni ematici dei soggetti dei gruppi 1 e 2 si sono portati a livelli paragonabili alla norma (gruppo 3). In altre parole l’agopuntura tende a bilanciare i valori dei leucociti ematici.
Questo effetto di bilanciamento o meglio di Armonizzazione e Riequilibrio è il principale e più caratteristico effetto indotto dall’agopuntura evidenziato da tutti i lavori.

Molti studi sottolineano l’azione di alcuni punti, in particolare S 36 (punto situato al livello del ginocchio) nella trasformazione linfocitaria mediante l’incremento della secrezione di leucoenkefalina, lo stesso punto se stimolato elettricamente è in grado di aumentare l’interferone gamma splenico e l’interleukina 2. Nel 1996 SATO T., YU Y., et al. dimostrarono che nei ratti stimolati con agopuntura in S 36 si modifica l’attività delle cellule NK spleniche mediante l’azione di fattori umorali termostabili e che l’agopuntura in S 36 induce l’attivazione del Sistema del Complemento e che più in generale questo punto è specifico per modulare il sistema immunitario.

 

Fonte: Rewriters

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