In viaggio con il welfare aziendale: come approfittare al meglio del buono vacanze

Articolo del 03 Luglio 2022

Con l’obiettivo di migliorare il benessere dei propri dipendenti, diverse aziende hanno scelto di offrire servizi di welfare aziendale. Tra questi, viaggi, eventi e attività che rientrano nel mondo del travel. Il datore di lavoro, insomma, può decidere di “premiare” i propri dipendenti erogando credito welfare, che garantisce all’azienda e al lavoratore una serie di vantaggi fiscali. Ma attenzione perché, come spiegano gli esperti di ACI blueteam, realtà del Gruppo ACI Automobile Club d’Italia, specializzata nei servizi in ambito Viaggi e Vacanze, Eventi e Business Travel, il sistema non è elastico e le regole non consentono deroghe.

Un sistema rigido

Innanzitutto è bene chiarire che l’importo versato dall’azienda non può essere pagato cash al lavoratore. Questi, infatti, non può far richiesta di denaro in cambio del voucher. L’impossibilità di monetizzare non è l’unica rigidità di questo strumento. Il buono vacanza non potrà essere ceduto dal lavoratore a terzi e dovrà, necessariamente, essere utilizzato per l’acquisto di una vacanza destinata al lavoratore stesso o ai familiari. L’altro problema riguarda il valore del voucher.

Se, infatti, il credito welfare deciso dall’azienda fosse di mille euro, il lavoratore sarebbe tenuto a comprare un servizio di viaggio da mille euro. Insomma, il dipendente non potrà integrare il credito, ma dovrà orientare la sua scelta su qualcosa di pari valore. Come spiega l’Agenzia delle Entrate, attraverso la risoluzione 55 del 25 settembre 2020 «il valore di tali benefit non risulterà imponibile nella sola ipotesi in cui al dipendente venga riconosciuta la possibilità di aderire, o non, all’offerta proposta dal datore di lavoro, senza pertanto poter pattuire altri aspetti relativi alla fruizione dell’opera e/o del servizio, fatto salvo il momento di utilizzo del benefit che potrà essere concordato con il datore di lavoro o con la struttura erogante la prestazione». Come muoversi dunque in questa procedura poco elastica?

Strada obbligata

Le soluzioni sono davvero poche. Il dipendente titolare di un credito, infatti, può scegliere il suo viaggio all’interno di un catalogo di proposte che siano allineate però con la propria possibilità di spesa, così da destinare l’importo a sua disposizione, senza integrare o modificare la proposta. L’unica libertà concessa riguarda la scelta della data del viaggio, questa sì in capo al lavoratore. Alla luce dei numerosi vincoli imposti dalla norma, i cofanetti di viaggio potrebbero rappresentare i prodotti che meglio si addicono a quanto definito dal legislatore in tema di welfare e vacanze. La rigidità del sistema, spiegano gli esperti di ACI blueteam, riduce enormemente le potenzialità dello strumento, nato invece per creare benessere per i lavoratori.

Uno strumento più flessibile

Il voucher travel, infatti, è molto lontano dalle attuali modalità di fruizione di viaggio, sempre più caratterizzate da dynamic pricing, personalizzazione, libertà di scelta e centralità del cliente e delle sue necessità di viaggio. Rispettando le comprensibili preoccupazioni legate a un possibile uso fraudolento dello strumento, che per natura rappresenta una modalità di erogazione di valore non soggetta a tassazione né per chi la eroga, né per chi la riceve, un allargamento delle limitazioni nella possibilità di utilizzare il credito welfare per le vacanze farebbe molto bene a tutto il settore turistico, particolarmente colpito dalla pandemia, e agli stessi beneficiari, che si troverebbero a incrementare la propria capacità di spesa, messa oggi a dura prova dall’inflazione.

 

Fonte: IlSole24Ore

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