La cura dell’acqua: dopo l’estate, tempo di ripristinare l’idratazione della pelle

Articolo del 01 Ottobre 2021

Il quadro è fra i più noti, imitati e riprodotti al mondo. Un nudo di donna che emerge stillante dalla spuma del mare, vestita solo dei suoi lunghi capelli illuminati d’oro, grondanti fiori mossi dal vento. È la Nascita di Venere: amore e bellezza sgorgate dall’acqua, trasparenza che plasma il corpo e onda che tesse una pelle di perla. Curioso che la simbologia di questo capolavoro del Rinascimento abbia un riscontro puntuale nella fisiologia. Persino la poesia può essere fatta di numeri: l’85 per cento del nostro cervello è costituito d’acqua (il fatto di saperlo rende i pensieri un po’ più fluidi?), il 75 per cento dei muscoli, il 70 della cute e anche l’82 per cento del nostro sangue (la passione che scorre nelle vene è quanto di più lontano si possa immaginare dal fuoco vivo). In una figura femminile morbida e perfetta, Botticelli racconta di psiche e scienza, mitologia e fisica, arte e medicina.

Per questo parlare di idratazione a settembre non è solo un richiamo rituale al cambio di stagione, alla ripresa. Terminata l’estate, dopo l’aridità accumulata di sole e salsedine, alte temperature e aria condizionata, è tempo di ristabilire l’equilibrio idrico. Si tratta di un principio cosmetico indiscutibile, ma c’è molto di più. Il corpo umano è un oceano di acqua e sali minerali: l’idratazione è perciò un tema vitale prima ancora che estetico, un processo di cura esterna, interna ed intima. Freud spiega che nei sogni l’acqua esprime i desideri più profondi. Quante volte vi è capitato di sognare di avere sete e vi siete svegliate nel cuore della notte per bere? Oppure di nuotare, tuffarsi, immergersi, galleggiare, deglutire. Sono tutti processi di riconciliazione degli opposti: stabilità e instabilità, mente e materia, movimento e riposo, realtà fisica e soggettiva.

C’è l’eco di tutti questi richiami anche in un gesto semplice come darsi una crema su una pelle secca e screpolata. Assetata e trascurata. Un gesto di prendersi cura, come si fa con un germoglio. Proviamo a passare in rassegna i 15 elementi del siero Bakel Pepti-Tech. Pare di leggere un antico trattato di botanica naturale. Ci troviamo rubus idaeus fruit water, ovvero distillato di lampone, succo delle foglie d’aloe vera, estratto del fiore di caprifoglio, comune e giapponese, filtrato di fermento di radice di ravanello: una passeggiata a cavallo fra orto e giardino, che pare un ricettario alchemico e ben si addice al nome evocativo di Fragrans in fabula, tra i primi a ospitare Bakel nella sua piccola selezione beauty insieme a quella più ampia dedicata a profumi, essenze di nicchia e ambienti olfattivi che sono viaggi nel mondo e nella natura. Favole appunto, capaci di inventare narrazioni attraverso ingredienti semplici. Sottotraccia si fa sentire il richiamo simbolico e analitico: vale la pena di rileggersi Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett, nella bella traduzione di Pia Pera. Poi sperimentare l’immersione in acqua sterilizzata e demineralizzata piena di principi attivi concentrati in un siero: da spargere su viso, contorno occhi, palpebre, labbra, collo e décolleté (158 euro, 30 ml).

Scorrendo da Occidente ad Oriente, l’acqua è una metafora del Tao ed è l’elemento ubiquo e condiviso. Nel Libro dei Mutamenti il suo trigramma è formato da una linea continua (yan) al centro di due linee spezzate (yin) che ne rappresentano il potere creativo. Questo simbolo è la sintesi grafica dei due atomi di idrogeno che si dispongono attorno all’atomo di ossigeno. L’acqua plasma, scava, spegne, riflette, assorbe, scioglie e queste sono tutte azioni transitive. Poi ci sono le azioni che la definiscono in sé: scorre, aderisce. E si può applicare. «Grazie alla bioscienza siamo in grado di coniugare antichi estratti botanici e superfood giapponesi (come il fungo Reishi e una miscela di tè matcha particolarmente efficiente). La combinazione di potere delle piante e rituali di autocura regala risultati visibili», assicura Vanessa Terry, fondatrice e direttrice creativa di Yuzen. Per restituire alla pelle il suo naturale equilibrio di idratazione è consigliata Ageless Essence che lavora su compattezza, elasticità, tono e luminosità. Anche qui il catalogo degli ingredienti è una combinazione di estratti di fiori della camelia japonica, di fiori e foglie della camelia sinensis, di lacrima di Giobbe, dalle proprietà rigeneranti, e del complesso Tanesankai®, con antiossidanti naturali e vitamine stimolanti del collagene. “Là dove coltivi la rosa non può crescere il cardo”, scrive Frances Hodgson Burnett, perché “due cose non possono occupare contemporaneamente lo stesso posto”. Si tratta di travasare quanta più bellezza e buoni pensieri, come nella teoria dei vasi comunicanti, per sostituire stanchezza con energia, carenza con nutrimento.

Al potere delle piante ricorre da sempre Sisley Paris e l’Émulsion Écologique seleziona fior da fiore, filo d’erba da filo d’erba: centella asiatica, ginseng, rosmarino, luppolo, equiseto, tutti insieme, offrono un’idratazione profonda con un effetto rivitalizzante che contrasta le aggressioni esterne, dall’inquinamento al fumo. È la base di partenza, l’applicazione di ogni mattina, il risveglio che potenzia l’efficacia degli attivi dei prodotti di trattamento, applicati successivamente.

Nell’antichissima medicina cinese, i meridiani del corpo sono paragonati a corsi d’acqua collegati fra loro da affluenti, canali, bacini di riserva. I singoli punti dove si applica l’agopuntura hanno nomi evocativi: mare dell’energia, passaggio dell’acqua, fontana dello yin. Ha qualcosa di magico che un’area minuscola sulla superficie del corpo, sollecitata con l’infissione di aghi metallici estremamente sottili, colleghi la rete di energia che percorre tutto il sistema di vasi e fluidi, muscoli e struttura fisica. E curi e trasformi. Parimenti è magico – così pretende il suo nome – il gesto di idratazione proposto da Charlotte Tilbury. Di sicuro lo è nei numeri visto che, solo nel 2019, è stata venduta una confezione di Magic Cream (90 euro, 50 ml) ogni 2 minuti nel mondo. Il brand festeggia questo mese il primo anniversario della sua presenza in Italia. Tra gli ingredienti segreti della formula, ci sono vitamine C ed E, acido ialuronico, olio di camelia e di rosa canina, burro di karité, aloe vera ed estratto del fiore di frangipani.

Non basta avere un buon prodotto, bisogna seguire anche un corretto how to. Prendersi cura della superficie non è mai superficiale: implica dare attenzione, riconoscere importanza. In fondo a questo servono le beauty routine: a sottolineare che ci si può dedicare un po’ di tempo. Magari ritagliandolo fra mille altri impegni, magari anticipando la sveglia del mattino, ma non sono mai minuti sprecati quelli che si dedicano a stare bene. Ecco dunque un semplice rituale per una vera pausa di idratazione: la crema va applicata su viso e collo partendo dalla parte inferiore delle guance con un movimento ampio verso l’alto e verso l’esterno. Poi bisogna picchiettare le guance con la punta delle dita evitando la zona occhi. Per definire i contorni, si fanno scorrere le dita verso l’esterno e verso l’alto lungo gli zigomi. Poi si pizzica delicatamente il mento con le dita, spostandosi via via sulla mandibola con un unico, ampio movimento. Per dare tono alla zona della fronte, si parte dal centro, massaggiandola con movimenti circolari verso l’esterno, in direzione delle tempie. Ora basta un profondo respiro e si può ripartire, con i ritmi di sempre.

Alla sera, si ripropone un altro rito, utile alla pelle, ma anche ideale congedo e stacco dalle preoccupazioni della giornata. C’è nella parola detergere il retaggio etimologico di un gesto di separazione, che scandisce un prima e un dopo, disgiunge, manda via. Supreme Balm Cleanser di La Prairie punta a questo: rimuovere make-up e tensioni, detergere via lo stress insieme ai segni del giorno. Massaggiandolo sul viso, il ricco balm si scioglie diventando un olio che al tatto sembra seta. Se si aggiunge ancora una piccola quantità di acqua tiepida, l’olio si trasforma in un’emulsione lattea. Tre fasi, tre metamorfosi di consistenza che scandiscono altrettanti passaggi. L’ultimo è affidato all’acqua per risciacquare e a una salvietta in tessuto, che permette di asciugare il viso con una leggera esfoliazione. Antiossidanti e attivi idratanti danno alla pelle i suoi nutrienti essenziali. Perché è come in giardino, “siamo noi a scegliere come vivere e farlo vivere”.

Fonte: Il Sole24Ore

LEGGI TUTTE LE ALTRE NEWS