Le mele si rivelano antinfiammatori naturali

Articolo del 28 Maggio 2022

Quella fra gli italiani e le mele è una passione che sembra non conoscere fine. Praticamente da sempre sono il frutto più acquistato nel nostro paese per il consumo domestico, e anche nel post-pandemia restano ai vertici della top ten delle tipologie di frutta più richieste**. Con tanti vantaggi, e a più livelli: le mele, infatti, sono un concentrato di bontà e salute. Oltre che gustose, leggere, nutrienti e versatili, sono estremamente benefiche, come indica un recentissimo studio realizzato da un gruppo di ricercatori del Laboratorio di Medicina Rigenerativa del Dipartimento di Medicina traslazionale della Romagna e dell’Università di Ferrara in collaborazione con un team di tecnici esperti del Consorzio Melinda, da cui è emerso che le mele contengono piccole vescicole, gli esosomi, che dialogano con le cellule umane e, attraverso una serie di meccanismi, stimolano i processi antinfiammatori.

Le ultime scoperte della ricerca

Lo studio, iniziato a febbraio 2021 e terminato a fine anno, aveva l’obiettivo di identificare quali altri fattori, oltre a quelli già noti, rendano la mela un frutto salutare a tutti gli effetti. Gli autori hanno esaminato in vitro alcuni campioni di mele Golden, trovando inizialmente conferma a quanto già noto, cioè che questi frutti contengono effettivamente piccole vescicole di dimensioni nanometriche, gli esosomi. Ma in questo caso i ricercatori italiani sono andati oltre, approfondendo l’attività degli esosomi delle mele e scoprendo che essi sono in grado di dialogare direttamente con le cellule umane e di trasferire il loro contenuto informativo (sotto forma miRNA) all’organismo umano. “Una volta inglobati dalle cellule umane, gli esosomi stimolano alcune funzioni, senza alterarne il genoma. In particolare agiscono a livello del sistema immunitario favorendo l’attività anti infiammatoria” spiega Luca Lovatti, ricercatore del Reparto Ricerca e Sviluppo di Melinda 

 

I ricercatori hanno prima estratto queste nanovescicole, quindi le hanno analizzate per contenuto e forma, e infine ne hanno testato l’effetto biologico su macrofagi umani. I primi risultati hanno confermato che gli esosomi delle mele sono inglobati dai macrofagi umani e, attraverso una serie di meccanismi molecolari, stimolano i processi antinfiammatori promuovendo il differenziamento dei macrofagi da una forma infiammatoria a un’altra che invece la contrasta. “Abbiamo sempre pensato che le mele e la frutta in generale fossero alleate della salute perché ricche di sostanze benefiche che in modo passivo favorissero il corretto funzionamento del nostro organismo. Ora abbiamo scoperto che la loro “bontà” non si limita a questo. È stata una sorpresa notare che, invece, sono in grado di dialogare direttamente con le nostre cellule. A livello epigenetico sono in grado di “riprogrammarle” favorendo lo spegnimento dei processi infiammatori e l’attivazione di quelli anti infiammatori” spiega la professoressa Barbara Zavan, coordinatrice della ricerca. 

I prossimi step

Allo stato attuale delle conoscenze, non si può dire quale sia la quantità minima di esosomi, e quindi di mele, necessaria per innescare le reazioni a catena sul sistema immunitario, e se questo effetto avvenga anche su altre cellule. Proprio per trovare una risposta a queste e ad altre domande, la ricerca continuerà nel prossimo triennio, con gli obiettivi diretti a valutare il contenuto e la qualità degli esosomi nelle diverse varietà di mela coltivate in Val di Non, a capire i meccanismi fini di funzionamento degli esosomi e i loro effetti sulle cellule umane, e a ricercarne la presenza in altre specie vegetali e frutticole. “I dati preliminari sono sicuramente incoraggianti e promettenti. Possiamo dire che questi esosomi possono rappresentare la validazione scientifica del noto proverbio sulle proprietà benefiche della mela”, aggiunge Zavan. 

Due cose da sapere

  1. Finora le principali proprietà conosciute delle mele erano quelle relative al loro contenuto di fibre e di polifenoli (migliore controllo della glicemia, riduzione del picco glicemico post prandiale, stimolo della funzionalità intestinale, effetti antiossidanti e ipocolesterolemizzanti, aumento del senso di sazietà). 
  1. Si sta facendo molta ricerca sul ruolo degli esosomi, ma fino a oggi sono stati pubblicati pochi studi relativi al mondo vegetale. Oltre alle mele, si sa che contengono esosomi anche lo zenzero e il limone.

 

Fonte: L’altra medicina

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