Quattro ragioni per cui hai sempre freddo

Articolo del 25 Novembre 2020

In questa stagione soffrite il freddo quasi costantemente, nonostante tisane e coperte? Non dipende soltanto dalla temperatura esterna.

Ci sono persone che affrontano le rigide temperature di autunno e inverno con una certa disinvoltura, e altre che andrebbero volentieri in letargo sotto vari strati di coperte. Vi siete mai chiesti che cosa renda voi o i vostri conoscenti particolarmente sensibili al freddo?

La temperatura corporea media di una persona in salute è di 36,6 °C, ma questo valore varia anche di mezzo grado nell’arco delle 24 ore, con un picco massimo alle 18.00 e un minimo attorno alle 4.00 del mattino. Il calore all’interno del nostro corpo è inoltre diminuito in modo importante negli ultimi 150 anni, a causa di alcuni cambiamenti nello stile di vita. Ma il fattore temperatura non è il solo a contare. Ecco quattro altre ragioni per le quali si tende a sentire freddo.

DIFFERENZE ANATOMICHE. Perché gli uomini tendono a patire meno il freddo rispetto alle donne? In parte, perché il loro metabolismo basale a riposo (l’energia dissipata, e quindi anche il calore generato, per le funzioni metaboliche vitali) ha un ritmo più alto per la maggiore presenza di massa muscolare. Anche stando fermi, per questioni di costituzione fisica, gli uomini generano naturalmente più calore. Le donne al contrario hanno uno strato di tessuto adiposo due volte più spesso sotto la pelle di braccia e gambe, e questo fa sì che il calore generato impieghi più tempo a raggiungere i recettori epidermici. Non è chiaro se una volta raggiunta la giusta temperatura, l’effetto isolante delle cellule di grasso contribuisca a mantenerla costante più a lungo.

ORMONI. Nel corso del ciclo mestruale, la temperatura corporea femminile è fortemente influenzata dalle alterazioni ormonali. Prima dell’ovulazione, la fase di maggiore fertilità, gli estrogeni favoriscono la dilatazione dei vasi sanguigni e la dispersione di calore, tenendo la temperatura corporea media a valori bassi, attorno ai 35,9 °C. Nella seconda fase del ciclo mestruale, il progesterone tende ad alzare la temperatura e a portarla in media a 36,7 °C. L’assunzione di contraccettivi ormonali può contribuire a mantenere elevati questi valori. Non risulta che l’ormone maschile testosterone alteri la temperatura corporea, anche se potrebbe rendere meno sensibile uno dei recettori incaricato di percepire il freddo.

RAGIONI DI SALUTE. Come spiegato su The Conversation, l’ipotiroidismo, cioè una condizione che fa sì che la ghiandola tiroide non produca livelli sufficienti degli ormoni necessari a regolare energia corporea, temperatura e altre funzioni metaboliche, può essere all’origine di una marcata sensibilità al freddo. La funzionalità della tiroide è comunque facilmente compensabile con farmaci a base di ormoni sintetici.

Un’altra condizione medica che rende sensibili al freddo è la malattia di Raynaud, che fa sì che alcune parti del corpo, tipicamente le dita di mani e piedi, diventino fredde, bianche e insensibili in risposta al gelo e allo stress. Questa reazione molto più frequente nelle donne è causata dal rapido restringimento dei vasi sanguigni periferici e si combatte principalmente cercando di evitare il freddo e muovendo energicamente gli arti per richiamare sangue alle parti interessate.

PROBLEMI DI CIRCOLAZIONE. Il sangue mantiene nutrito, caldo e ossigenato il nostro corpo: avete notato che se uscite in inverno dopo essere stati a lungo seduti al pc, non al massimo delle funzioni circolatorie, avvertite subito più freddo? Ecco perché alcune patologie che ostacolano l’afflusso di sangue negli arti, come l’arteriopatia periferica, dovuta all’ostruzione e al restringimento delle arterie soprattutto degli arti inferiori, può essere all’origine di un’insistente sensazione di freddo (questa condizione va trattata affinché non degeneri in problemi circolatori più gravi). Infine eventuali passati episodi di congelamento possono lasciare la parte del corpo coinvolta più sensibile al freddo, anche a molti anni di distanza.

 

Fonte: Focus

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