SALUTE: 250mila dosi alle farmacie per far fronte alla prossima domanda di vaccini antinfluenzali.

Articolo del 14 Settembre 2020

Le Regioni distribuiranno in via minima l’1,5% dei vaccini antinfluenzali (circa 250 mila dosi) nelle farmacie. È quanto prevede l’intesa stipulata oggi in Stato-Regioni dopo che il Ministero della Salute aveva chiesto un intervento in seguito all’allarme lanciato dalle farmacie che lamentavano come quest’anno non vi fossero vaccini disponibili per i cittadini non rientranti nelle categorie coperte dalla campagna di vaccinazione pubblica.

Quest’anno, infatti, complice l’epidemia da Covid e la nuova circolare del Ministero che ha esteso la gratuità della vaccinazione contro l’influenza agli over 60 (prima era per gli over 65) le Regioni hanno acquistato più dosi (in tutto 17 milioni) assorbendo di fatto tutta la produzione di quest’anno. Da qui la necessità di rifornire in ogni caso le farmacie almeno con una quota parte del loro fabbisogno abituale stimabile in circa 800 mila vaccini antinfluenzali l’anno acquistati direttamente dai cittadini in farmacia.

L’intesa raggiunta oggi prevede in ogni caso la possibilità per le Regioni di ampliare la dotazione per le farmacie “sulla scorta dell’andamento della campagna vaccinale e – si legge nel testo dell’intese – “della disponibilità effettiva e, eventualmente, ulteriore di vaccini, incluso un possibile stock di vaccini importati su autorizzazione di Aifa e l’assicurazione delle coperture vaccinali dei soggetti più fragili”.

Per quanto riguarda la distribuzione alle farmacie l’accordo prevede che le Regioni possano optare o per la distribuzione per conto o dando la facoltà alle farmacie di interfacciarsi direttamente con le aziende conseguentemente alla rinuncia da parte delle Regioni di una quota parte della fornitura preventivata.

“L’unica condizione che abbiamo posto e su cui abbiamo avuto assicurazioni dal Governo – ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini – è che sia assicurato comunque il quantitativo necessario per gli anziani (ultra sessantacinquenni e per quest’anno anche a partire dai 60 anni), per le persone appartenenti a categorie a rischio, alle donne in gravidanza, agli addetti ai servizi essenziali e, quest’anno, anche ai bambini fra i 6 mesi e i 6 anni”.

Fonte: QuotidianoSanità.it