SALUTE: Addio al superticket. Da oggi niente 10 euro in più per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale.

Articolo del 01 Settembre 2020

Entra in vigore da oggi l’abolizione del superticket, la quota aggiuntiva di 10 euro sul ticket per le visite mediche specialistiche e gli esami clinici. La misura venne introdotta nel 2007 dal governo Prodi, e fin da subito sollevò forti proteste. E così a pochi mesi dalla sua introduzione, lo stesso Governo guidato da Romano Prodi, assicurò con fondi statali la copertura degli introiti che sarebbero dovuti pervenire alle Regioni.

Da allora si andò avanti così, per alcuni anni, con coperture stabilite anno per anno per un totale di 834 milioni annui, ma senza mai cancellare effettivamente la norma che introduceva quei nuovi ticket. Così, quando arrivò la stangata del luglio 2011 del governo Berlusconi/Tremonti quei 800 e passa milioni di euro entrarono nel conto dei risparmi pubblici da realizzare e il superticket tornò ad essere operativo.

Successivamente, con la legge di Bilancio 2018, si intervenne istituendo un fondo ad hoc finanziato con 60 mln l’anno. Infine, con la prima manovra del nuovo Governo giallo-rosso, si arriva all’abolizione definitiva del superticket prevista – come dicevamo – per il 1 settembre 2020. In manovra, ai commi 446, 447 e 448, si prevede che, nelle more di una più generale revisione del ticket, a decorrere dal 1° settembre 2020 venga abolita la quota di partecipazione al costo per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale per gli assistiti non esentati. Conseguentemente, per le coperture viene incrementato il Fondo sanitario nazionale di 185 milioni di euro per l’anno 2020 e di 554 milioni di euro annui a decorrere dal 2021.

“Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal primo settembre. Il superticket è abolito e nessuno lo pagherà più”, ha commentato il ministro alla Salute Roberto Speranza.

Fonte: QuotidianoSanità.it