SALUTE: Un indice matematico per distinguere il microbioma intestinale sano da quello malato.

Articolo del 06 Ottobre 2020

Il microbioma, l’insieme dei batteri che colonizzano il nostro intestino, sembra influire moltissimo sulla salute e sul rischio di ammalarsi. Il microbioma modella e controlla, infatti, il sistema immunitario e alcune patologie sono da attribuire proprio alla perdita di questo equilibrio. Un esempio? L’appendicite acuta, dove i germi “cattivi” hanno il sopravvento. La seconda funzione riguarda la digestione: un microbioma sano assicura un corretto metabolismo dei cibi e la produzione di vitamine.

Perché alcune persone si ammalano

Esistono funzioni diverse a seconda dei tipi di colonie di batteri presenti, che quindi ci aiutano o ci danneggiano: cosa fa sì che alcune persone sviluppino malattie croniche come l’artrite reumatoide, il cancro e la sindrome metabolica mentre altre rimangono in salute? Un indizio importante potrebbe essere trovato proprio nel loro microbioma intestinale. I ricercatori della Mayo Clinic (Usa) hanno sviluppato un indice matematico per distinguere un microbioma intestinale “sano”, benefico, da uno “malato”, quindi “cattivo”. In un nuovo studio pubblicato a settembre su Nature Communications, i ricercatori spiegano come il loro indice, composto da una formula matematica interpretabile biologicamente, possa rivelare la probabilità di avere una malattia indipendentemente dalla diagnosi clinica, ricavando un profilo del microbioma intestinale dal campione di feci di una persona.

L’analisi effettuata

Mentre conosciamo da qualche anno (non molti) l’importanza del microbioma (tanto da averlo quasi considerato come un altro “organo” del nostro corpo), ancora non sappiamo come modificarlo, come capire con esattezza se ci sono colonie “cattive” o meno e come utilizzarlo in funzione di indicatore generale di salute. «Questa scoperta fa avanzare la nostra comprensione della composizione di un microbioma intestinale sano», afferma l’autore principale dello studio, il dottor Jaeyun Sung, Ph.D., assistente Professore di chirurgia al Mayo Clinic College of Medicine and Science e ricercatore all’interno del Mayo Clinic Center for Individualized Medicine Microbiome Program. Il dottor Sung e il suo team hanno analizzato 4.347 metagenomi di feci umane disponibili al pubblico. Quasi 1.700 dei campioni di microbioma intestinale provenivano da persone con una malattia diagnosticata clinicamente o con un peso corporeo fuori dal range “normale” (basato sull’Indice di Massa Corporea). Quasi 2.600 campioni provenivano da persone segnalate come sane, cioè senza malattie evidenti o sintomi avversi. «Abbiamo riunito i campioni non sani in un gruppo e i campioni sani in un altro», spiega il dott. Sung. «Quindi abbiamo fatto un confronto delle frequenze dei microbi che sono state osservate in entrambi i gruppi. Abbiamo scoperto che alcuni microbi sono molto più frequentemente osservati nel gruppo sano, rispetto al gruppo non sano e viceversa».

Microbioma sano in persone sane

L’analisi ha portato a distinguere una “firma” del microbioma dell’intestino umano sano composto da 50 specie microbiche. La scoperta di una “firma” di microbioma intestinale sano ha portato il dottor Sung e il suo team a sviluppare una formula matematica che predicesse quanta parte di un campione di microbioma intestinale assomigli a una struttura “sana” o “malsana”. Maggiore è il numero di colonie di batteri “sani”, maggiori sono le possibilità che il corrispondente campione di microbioma provenga da una persona sana. L’indice relativo è stato chiamato: Gut Microbiome Health Index. Che cosa potrebbe significare avere un microbioma con prevalenza di “popolazioni cattive”? «Non possiamo ancora dire esattamente quale malattia potresti avere, ma possiamo dire che qualcosa sembra fuori posto. Il tuo microbioma somiglia molto a quello che hanno le persone malate», dice Sung. Come controprova della funzionalità, in un gruppo di altri 700 soggetti l’indice è stato in grado di distinguere campioni appartenenti a persone sane da campioni di persone malate nel 74% delle volte. Durante lo studio, il dottor Sung ha scoperto anche una moderata correlazione tra l’indice di salute del microbioma intestinale e le lipoproteine ad alta densità, o HDL, o “colesterolo buono”. Più alto è l’indice di salute del microbioma intestinale, maggiore è il livello di HDL: è interessante perché il colesterolo è un indicatore di salute cardiovascolare. In un futuro non troppo lontano la speranza che condivide con la comunità scientifica il dottor Sung è che, utilizzare la valutazione del microbioma, possa contribuire a impostare programmi di screening medico e preventivo.

 

Fonte: Corriere della Sera