Takis, al lavoro su un vaccino per le varianti del coronavirus

Articolo del 04 Dicembre 2020

La prima generazione di vaccini contro Covid-19 è pronta e aspetta solo l’autorizzazione delle agenzie regolatorie per distribuire le dosi. La ricerca però non si ferma: più armi abbiamo meglio è, soprattutto perché Sars-Cov-2 (come è già successo) potrebbe mutare e eludere l’immunità vaccinale. Per questo sono già in studio piattaforme per la produzione di vaccini in grado di proteggerci anche dai mutanti, come quella impiegata dalla piccola biotech italiana Takis, che attende per questi giorni il via libera per iniziare la fase 1 della sperimentazione del vaccino Covid-eVax sugli esseri umani.

Covid-eVax

L’approccio scelto da Takis – in collaborazione con l’azienda italiana Rottapharm Biotech, la Fondazione Melanoma, l’Istituto Pascale di Napoli e lo Spallanzani di Roma – è quello di un vaccino genetico a dna, che hanno chiamato Covid-eVax. In sostanza si iniettano dei frammenti sintetici di geni del coronavirus e si applica un piccolo impulso elettrico per farli penetrare nelle cellule (elettroporazione) per indurre una reazione immunitaria e dunque la produzione di anticorpi.

Uno dei vantaggi del vaccino italiano – spiegano dall’azienda – è che a differenza di altri tipi “può essere somministrato varie volte nella vita, nel caso in cui la risposta immunitaria protettiva cali dopo qualche tempo”.

I risultati sugli animali (ve ne avevamo parlato qui) sono promettenti e con i finanziamenti raccolti l’azienda aspetta ora l’ok dalle autorità per sperimentare sui volontari.

Un vaccino contro i mutanti?

Come spiega all’Ansa Luigi Aurisicchio, amministratore delegato e direttore scientifico di Takis, Covid-eVax è stato sviluppato sulla sequenza genetica del coronavirus isolata a Wuhan agli inizi del 2020. Tuttavia i dati ottenuti finora hanno evidenziato che il dispositivo è capace di indurre anticorpi anche contro la variante D614G di Sars-Cov-2 – quella emersa successivamente ma che ormai è la più diffusa in tutto il mondo (l’ipotesi è che sia più infettiva ma non tutti sono d’accordo).

E non solo. “Una delle caratteristiche importanti del Covid-eVax è anche che può adattato all’evoluzione del virus”, precisa Fabio Palombo, direttore del programma NeoMatrix in Takis . “Alla Takis stiamo già lavorando ad un processo modificabile nel giro di poche settimane, qualora il virus accumuli mutazioni e diventi invisibile al sistema immunitario: lo stesso concetto che usiamo per sviluppare i vaccini contro il cancro”.

Nel mirino dei ricercatori italiani in questo momento ci sono la variante australiana S477N e quelle isolate negli allevamenti di visoni in Danimarca che hanno contagiato, oltre agli animali, anche 272 persone.

Takis si sta muovendo anche in ambito veterinario. La sua spin-off americana Evvivax, in collaborazione con un’altra azienda statunitense, sta avviando il primo studio finalizzato a un vaccino per proteggere i gatti. “Il virus si trasmette dall’uomo al gatto e ai felini in generale, da gatto a gatto, ma finora non è mai stata dimostrata la trasmissione da gatto a uomo”, chiarisce Aurisicchio. “L’obiettivo dei test è dimostrare che il vaccino è in grado di indurre una risposta immunitaria e proteggere i gatti. In questo modo si può eliminare un possibile serbatoio del virus. Lo stesso approccio potrebbe essere applicato ai visoni”.