Tutto sulla vaccinazione in Italia: fasce d’età, tempistiche e distribuzione

Articolo del 03 Dicembre 2020

Le prime dosi delle 202 milioni complessive che potrebbero arrivare in Italia il prossimo anno sono attese «tra il 23 e il 26 gennaio» e saranno distribuite in 300 ospedali (15-20 per ogni Regione). Serviranno per vaccinare medici e infermieri, ospiti e operatori delle Rsa. Poi si partirà dai «grandi vecchi» (gli over 80) e successivamente con gli altri anziani divisi per «scaglioni» in base all’età – 60-70 anni e poi le altre fasce – raggiungendo il resto della «popolazione attiva» dall’estate cominciando dai «lavoratori essenziali» come quelli delle forze dell’ordine dei trasporti pubblici, gli insegnanti, i presidi e gli operatori delle scuole.

Sarà urgente partire subito con la massima potenza di fuoco in base alle dosi disponibili «per non far coincidere la terza ondata eventuale del Covid con la campagna vaccinale». Che quando scalerà alla fase delle vaccinazioni di massa ricorrerà a grandi spazi pubblici, palestre, fiere, drive in e tensostrutture dove migliaia di medici e infermieri vaccineranno gli italiani: ci sarà un hub per la vaccinazione ogni 30mila abitanti. E in questa fase sarà coinvolto anche l’esercito.

Obiettivo 40 mln di vaccinati

Questa la strategia per sconfiggere il Covid – si dovranno vaccinare almeno il 60-70% degli italiani (fino a 40 milioni) – che sarà seguita dal nostro Paese che a partire dal primo trimestre 2021 avrà in dote 200 milioni di dosi. A raccontarla è stato il ministro della Salute Roberto Speranza in Parlamento.

I primi 2 milioni di italiani saranno vaccinati entro i primissimi mesi, tra marzo e aprile del prossimo anno: sono appunto medici, infermieri e operatori sanitari e socio-sanitari impegnati nella trincea del Covid e a maggior rischio di contagio. Un esercito di 1,4 milioni di italiani a cui si aggiungeranno i 570mila ospiti delle Rsa – dove si continuano a scatenare focolai – e gli operatori che li assistono. Poi si passerà alla fase due. Quella della vaccinazione di massa che partirà in primavera dagli anziani: si comincerà con i 4,4 milioni di over 80 e poi gli oltre 13 milioni tra i 60 e i 79 anni. In tutto 20 milioni di italiani che si punterà a vaccinare entro l’inizio dell’estate impiegando 20mila tra medici e infermieri ricorrendo anche ai giovani laureati che si stanno specializzando. Con un sito unico nazionale di stoccaggio delle dosi che sarà “difeso” dall’esercito e tanti centri locali.

Una strategia che punterà su una forte «raccomandazione» alla popolazione a vaccinarsi (ma non l’obbligo, almeno all’inizio) – potrebbe spuntare l’obbligatorietà solo per i sanitari come chiesto dal Comitato nazionale di bioetica – con una piattaforma informatica che certificherà l’avvenuta vaccinazione ricordando a chi si è vaccinato di non dimenticarsi la seconda dose, perché «Il vaccino – ha spiegato il ministro – ha bisogno di richiamo e non sappiamo di quanto ci sia immunità». Ci saranno verifiche a campione con i test sierologici per capire l’efficacia dei vaccini.

Stop al “fai da te” regionale

Approvvigionamento e distribuzione saranno centralizzati per evitare il disastroso fai da te regionale a cui si è assistito per le vaccinazioni influenzali con il commissario Domenico Arcuri che promette di essere «pronto» a gestire questa sfida titanica da gennaio. L’Italia del resto non può più perdere tempo perché per l’arrivo dei primi vaccini ormai è questione di una manciata di settimane. Se tutto filerà liscio, il primo ad essere autorizzato dall’Ema (l’Autorità del farmaco europea) entro il 29 dicembre sarà quello di Pfizer Bionetch, con l’Inghilterra che lo ha già fatto mercoledì 2 dicembre. Dopo l’ok dell’Ema nel giro di qualche giorno arriverà il sì della Commissione Ue e poi la palla passerà ai Paesi.

Con l’Italia che si appresta a ospitare le prime 3,7 milioni di dosi (delle 27 complessive) del vaccino Pfizer in 300 ospedali dove ci saranno le celle frigorifere per conservarli a -75 gradi. Da lì partiranno verso fine gennaio le prime vaccinazioni per i primi 1,7 milioni di italiani, a partire dai sanitari e dalle Rsa. Subito dopo potrebbero arrivare le prime dosi del vaccino di Moderna che sempre secondo l’Ema potrebbe incassare il via libera entro il 12 gennaio. L’Italia ne ha prenotate fino a 10 milioni di dosi (per 5 milioni di italiani) ma la precedenza per questo vaccino l’avranno gli Usa. Il vaccino di Moderna potrebbe arrivare in Italia entro i primi mesi del 2021 insieme a quello su cui l’Europa finora ha scommesso di più: quello di Astrazeneca (300 milioni di dosi, 40 per l’Italia). L’iter di approvazione di questo candidato è rallentato negli ultimi giorni per fare chiarezza sul dosaggio giusto dopo il pasticcio della “mezza dose”, ma la multinazionale conta di consegnare i documenti all’Ema entro una settimana.