Una postura scorretta influisce sullo stato di salute dell’individuo

Articolo del 25 Febbraio 2021

La postura, influenzata tra l’altro dall’appoggio dei piedi sul terreno, comunica molto sul nostro stile di vita. Il modo in cui camminiamo, stiamo seduti o sdraiati, l’atteggiamento del corpo, inviano segnali che raccontano molto a chi è in grado di decifrarli. “La postura e la posizione che il nostro corpo (o una sua parte) assume nello spazio è la risultante di complessi equilibri biomeccanici e neuromuscolari ma anche psicologici, emotivi e culturali, dal momento che diverse popolazioni hanno differenti abitudini in proposito”, afferma Giorgio Iervasi, direttore dell’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa. “Bisogna inoltre distinguere tra postura dinamica, il modo in cui si posiziona il corpo quando è in movimento, e statica, la posizione che il corpo assume quando si è seduti, fermi in piedi o sdraiati”.

Una postura scorretta influisce sullo stato di salute dell’individuo, tanto fisico quanto psicologico. “Una postura fisiologica, quindi ‘sana’, si ottiene quando garantiamo un corretto allineamento delle varie parti del nostro corpo grazie alla fisiologica tensione dei muscoli tonico-posturali (della schiena, della coscia, ecc.); ma i nostri movimenti possono influenzare negativamente questo allineamento e sottoporre a stress il nostro apparato muscolo-scheletrico”, continua il direttore del Cnr-Ifc. “I sintomi più diffusi e frequenti sono il dolore e la limitazione funzionale, cioè della libertà di movimento di collo, dorso e regione lombare, spesso accompagnati da mal di testa persistente e in alcuni casi più severi da disturbi della sensibilità, ad esempio intorpidimento agli arti, con conseguente modificazione importante della qualità della vita e dell’umore. Si tratta di un’alterazione della cenestesi (forma di autocoscienza che permette di percepire il nostro corpo mediante il complesso delle sensazioni trasmesse dagli organi interni) che provoca sensazione di malessere generale, con danni potenzialmente prolungati nel tempo o addirittura permanenti (contratture muscolari, artropatie, tendinopatie, ecc.) se non vengono prese per tempo le opportune misure correttive”.

A rivestire un ruolo importante per il corretto mantenimento della colonna vertebrale sono i piedi. “Postura e pressione plantare sono indissolubilmente legate. La regione plantare rappresenta l’interfaccia diretta di contatto tra il corpo e il mondo esterno e la sua funzione è quella di trasmettere in modo efficace i carichi generati dalle attività fisiologiche (locomozione prima di tutto). Le distribuzioni di pressione che si generano possono essere estremamente variabili in funzione dell’attività svolta, ma anche di eventuali patologie”, spiega Iervasi. “Lo stile di vita sedentario sempre più presente nella società moderna sembra favorire la comparsa di disturbi muscolo-scheletrici in tutte le parti del corpo e fra questi i più comuni sono anche le anomalie del piede, vale a dire il piede piatto e il piede cavo. Oggigiorno infatti i piedi arcuati sono più frequenti tra i bambini e gli adolescenti rispetto al passato”. Anche il tipo di scarpe può avere un impatto importante sulla postura. “Le scarpe con i tacchi alti, ad esempio, specie nelle adolescenti e se portate a lungo, possono portare a disequilibrio e provocare lo sviluppo di disturbi posturali, in particolare facilitando la comparsa della scorretta postura della testa in avanti, l’iperlordosi lombare, l’antiversione pelvica e il ginocchio valgo”, prosegue il ricercatore.

Una particolare attenzione va dunque posta al contatto del nostro corpo col terreno e al ruolo che la postura può ricoprire nell’ambito della diagnostica precoce. “L’arco plantare, il suo carico durante la posizione eretta e la deambulazione possono influenzare il posizionamento e il movimento della parte superiore del corpo. In un piede normale e sano, gli archi longitudinali e trasversali forniscono il carico del piede ottimale e una corretta distribuzione della forza. Al contrario, alterazioni dell’arco plantare possono portare a cambiamenti strutturali e/o influenzare la distribuzione del carico, che a sua volta può contribuire a una postura dinamica alterata”, aggiunge il direttore del Cnr-Ifc. “Proprio la postura dinamica è di particolare importanza, perché il passo è un indicatore molto sensibile della condizione fisica e cognitiva di un individuo. I cambiamenti nel passo e il loro monitoraggio nel tempo possono fornire informazioni fondamentali sulla qualità della vita della persona ed essere di ausilio nella diagnosi precoce e nel controllo dell’evoluzione di molte patologie neurologiche come la sclerosi multipla o il morbo di Parkinson e di altri disturbi connessi con l’invecchiamento, oltre che di alcune forme di patologie e cardiopatie croniche, in cui l’andatura è chiaramente influenzata”.

Conoscere l’importanza di una corretta postura è il primo passo per provare a raggiungerla. “Una buona postura si ottiene con un appropriato allenamento del corpo a stare correttamente in piedi, a camminare, a sedersi e sdraiarsi in modo da ridurre al minimo i carichi inappropriati e le sollecitazioni inadeguate, specie sulla colonna vertebrale sia durante il movimento che in condizioni statiche”, conclude Iervasi. “Un rimedio utile è evitare di stare seduti per più di 20-30 minuti di seguito: trascorso questo tempo bisogna alzarsi per qualche minuto. È un modo semplice ma efficace per dare sollievo alla schiena e ristabilire la fisiologica lordosi cervicale e lombare. Per effettuare una compensazione efficace, è utile, quando ci si alza, eseguire un esercizio di stretching sui muscoli mantenuti in tensione. Occorre poi cambiare spesso le posizioni di seduta. Inoltre, è molto utile non incrociare le gambe e tenere i piedi appoggiati a terra. Quando invece siamo in piedi, occorre tenere il tronco e il bacino dritti e non piegati in avanti, sforzandosi di spingere le spalle indietro e cercando di mantenere dentro quanto possibile l’addome”.

 

Fonte: Almanacco della Scienza

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