Vaccino anti-Covid dal medico di famiglia, dopo l’accordo nazionale ecco come verrà attuato il piano nelle Regioni

Articolo del 09 Marzo 2021

In Campania si parte a breve anche negli studi, nel Lazio la fornitura è a macchia di leopardo, l’Emilia Romagna marcia a ritmi sostenuti con il personale sanitario.

È ormai ufficiale: anche i medici di famiglia vaccineranno contro il Covid. Dopo l’accordo nazionale per il coinvolgimento della medicina generale nel piano vaccinale, quasi tutte le Regioni italiane hanno già concluso i necessari accordi regionali per il concreto avvio del progetto.

«In alcune Regioni si è atteso di avere maggiore chiarezza su alcuni punti, come i finanziamenti da parte del Ministero – commenta il Segretario Nazionale FIMMG Silvestro Scotti – ma nel giro di breve tempo gli accordi saranno raggiunti ovunque». Nell’ottica di imprimere una significativa accelerata alla campagna che procede a rilento, ecco una panoramica di come alcune realtà regionali della medicina territoriale si stanno organizzando.

Emilia Romagna: si lavora nel weekend con Astrazeneca a personale scolastico

«Le vaccinazioni negli studi dei medici di famiglia sono partite in Emilia Romagna – spiega Renzo La Pera, vicesegretario nazionale FIMMG e medico di famiglia a Bologna – e al momento sono rivolte al personale scolastico, quindi con il siero Astrazeneca. A Bologna si è partiti da una settimana, la campagna sarebbe dovuta iniziare il 1° marzo ma siamo riusciti ad anticiparla, e ormai abbiamo quasi completato la fascia degli insegnanti. Siamo in attesa di indicazioni su come procedere, forse sul personale universitario ma non ci sono ancora state fatte comunicazioni in tal senso. Come sempre, tutto dipende anche dalla reale disponibilità di vaccini».

«Per quanto riguarda la logistica – prosegue La Pera – quando si procede per fasce selezionate di popolazione è facile organizzarsi. Da ogni flacone si ricavano undici dosi. Si convocano quindi undici candidati al vaccino e gli si somministra la dose, calcolando una mezza giornata tra i tempi di somministrazione e quelli di osservazione, e anche ovviamente i tempi necessari per non creare affollamento. Già quattro giorni fa abbiamo raggiunto quota 20mila vaccinati negli studi».

«È chiaro che le vaccinazioni anti-Covid si fanno in orario extra studio. Molti colleghi, ad esempio, hanno scelto il sabato e la domenica per dedicarvisi. Dal punto di vista della conservazione – continua il vicesegretario FIMMG – i flaconi chiusi hanno validità di un mese, mentre dal momento dell’apertura vanno consumati entro sei ore. Vanno conservati in frigoriferi normali, che noi medici di famiglia abbiamo normalmente nei nostri studi visto che da anni somministriamo i vaccini antinfluenzali. Nonostante questo – osserva La Pera – resta la sensazione che ci sia ancora una volontà politica debole nel coinvolgere la medicina generale nella campagna vaccinale, continuando a privilegiare un sistema di natura gerarchica. I tanti intoppi e i tira e molla fanno sorgere questo dubbio – conclude – nonostante la medicina generale si sia resa ampiamente disponibile».

Campania, in attesa della svolta con il prossimo arrivo di Sputnik e Johnson & Johnson

«Nella Asl Napoli 3 Sud si è gia partiti già da qualche giorno – spiega Vincenzo Schiavo, segretario vicario FIMMG Campania – con il coinvolgimento della medicina generale grazie alla cooperazione tra il Comune, che ha messo determinati locali a disposizione, e la Asl che ha provveduto alla parte organizzativa. Attualmente stiamo vaccinando la fascia degli ultraottantenni con il siero Pfizer, tra qualche giorno inizieremo con le Forze dell’Ordine, utilizzando Astrazeneca. Un sistema economico ed efficiente che sta dando i suoi frutti. L’accordo regionale varato oggi ha sancito il nostro coinvolgimento secondo due modalità: la prima ricalca il modello già avviato dalla Asl Napoli 3, la seconda prevede le vaccinazioni all’interno dei nostri studi o a domicilio, ovviamente con i sieri che possono essere conservati nei frigoriferi di cui disponiamo, quindi attualmente solo Astrazeneca. Credo che la svolta la segnerà l’arrivo, previsto a metà marzo, dei sieri Sputnik V e Johnson & Johnson, facilmente utilizzabili negli studi di medicina generale. La nostra capillarità sul territorio e il tipo di rapporto fiduciario con i nostri assistiti, caratteristico della nostra branca, ci renderà in grado di raggiungere numeri altissimi. Sul territorio regionale ci sono circa 4.500 studi di medici di famiglia – conclude il vicesegretario FIMMG Campania -, è evidente l’impatto che avremo sull’avanzamento delle vaccinazioni, garantendo peraltro tempi di attesa ridotti senza le lunghe file che hanno contraddistinto la campagna vaccinale fino ad oggi nella nostra Regione».

Lazio, vaccini negli studi e nelle UCP con Astrazeneca

«L’accordo c’è, sono i vaccini a scarseggiare – afferma Giovanni Cirilli, segretario FIMMG Lazio –. Nella nostra Regione vengono distribuiti a macchia di leopardo, per cui qualcuno ha già cominciato a vaccinare, qualcun altro comincerà a breve, altri ancora non si sa. Si è fatto un gran parlare sulla disponibilità o meno dei medici di famiglia ad essere coinvolti nella campagna – aggiunge – ma la verità è che è mancato un piano strutturato per il coinvolgimento della medicina territoriale che prevedesse forniture tali da garantire una reale andata a regime delle vaccinazioni».

«Bisogna ricordare – prosegue Cirilli – che la vaccinazione anti-Covid è di fatto una pratica che ricalca la vaccinazione antinfluenzale, che nei nostri studi si pratica da anni e che proprio quest’anno ha raggiunto numeri altissimi. Per i vaccini anti-Covid sono adibiti gli studi di medicina generale e in alcuni casi le UCP (Unità di Cure Primarie). Negli studi si utilizzeranno presumibilmente i locali deputati ai tamponi».

«Ad oggi ci sono stati consegnati principalmente gli Astrazeneca – spiega il segretario regionale FIMMG – e gli assistiti vengono convocati su base anagrafica. In qualche distretto è stato fornito anche Pfizer, destinato agli ultraottantenni che hanno difficoltà a raggiungere i centri vaccinali e ai pazienti fragili. Ma ripeto che il vero nodo – conclude – è l’approvvigionamento, e purtroppo sappiamo che sarà così fino a fine marzo».

 

Fonte: Sanità Informazione

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