Microbiota intestinale e cervello: il legame con la sclerosi multipla e altri disturbi neurologici

Articolo del 16 Giugno 2025
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha portato alla luce una sorprendente connessione tra l’intestino e il cervello, spesso definita “asse intestino-cervello”. Un protagonista chiave di questa connessione è il microbiota intestinale, un insieme vasto e complesso di trilioni di microrganismi che vivono nel nostro tratto digerente. La sua influenza non si limita alla digestione: studi sempre più numerosi dimostrano il suo ruolo cruciale in diverse condizioni neurologiche, tra cui la sclerosi multipla (SM).
Cos’è il microbiota intestinale?
Il microbiota intestinale è l’insieme di batteri, virus, funghi e altri microrganismi che abitano l’intestino umano. Ogni individuo ha un profilo unico di microbiota, influenzato da fattori come la dieta, lo stile di vita, i farmaci (soprattutto antibiotici) e la genetica. Quando in equilibrio, il microbiota contribuisce al benessere fisico e mentale. Tuttavia, uno squilibrio — detto disbiosi — è stato associato a una varietà di patologie, incluse malattie autoimmuni e neurologiche.
Microbiota e sclerosi multipla: un collegamento emergente
La sclerosi multipla è una malattia autoimmune cronica del sistema nervoso centrale, in cui il sistema immunitario attacca la mielina, una guaina protettiva che riveste i nervi. Le cause precise della SM non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che fattori ambientali, genetici e immunologici contribuiscano allo sviluppo della malattia.
Recenti ricerche hanno suggerito che il microbiota intestinale possa influenzare l’attività del sistema immunitario, giocando un ruolo chiave nella regolazione dell’infiammazione e nello sviluppo di malattie autoimmuni come la SM. Alcuni studi hanno evidenziato che i pazienti con SM presentano alterazioni specifiche nel profilo del microbiota rispetto ai soggetti sani. Ad esempio:
- Riduzione di batteri antinfiammatori come Faecalibacterium prausnitzii.
- Aumento di specie pro-infiammatorie, come alcune del genere Akkermansia e Methanobrevibacter.
- Interferenze con la produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA), sostanze chiave per il mantenimento della barriera intestinale e la modulazione dell’immunità.
Questi squilibri possono contribuire a una maggiore permeabilità intestinale (“leaky gut”) e all’attivazione di risposte immunitarie anomale che coinvolgono anche il sistema nervoso centrale.
Altri disturbi neurologici legati al microbiota
Oltre alla sclerosi multipla, anche altre patologie neurologiche mostrano legami con la composizione del microbiota intestinale:
- Morbo di Parkinson: numerosi pazienti con Parkinson soffrono di disturbi gastrointestinali ben prima dell’insorgenza dei sintomi motori. Alterazioni del microbiota sono state correlate all’accumulo di α-sinucleina e all’infiammazione neurodegenerativa.
- Autismo (Disturbi dello Spettro Autistico – ASD): i bambini con autismo presentano spesso disbiosi intestinale e sintomi gastrointestinali. Alcuni studi suggeriscono che il microbiota possa influenzare lo sviluppo cerebrale precoce attraverso meccanismi immunitari e metabolici.
- Depressione e ansia: esiste un’interazione bidirezionale tra microbiota e salute mentale. I batteri intestinali producono neurotrasmettitori (come serotonina e GABA) e modulano l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), che regola lo stress.
Prospettive terapeutiche
Comprendere il ruolo del microbiota apre nuove prospettive terapeutiche nella neurologia. Tra le strategie in fase di studio:
- Probiotici e prebiotici: per ripristinare l’equilibrio del microbiota.
- Trapianto di microbiota fecale (FMT): già usato con successo in alcune infezioni intestinali, è in fase sperimentale per patologie neurologiche.
- Diete mirate: come la dieta mediterranea o la dieta chetogenica, che modulano positivamente il microbiota.
- Farmaci “postbiotici”: che sfruttano direttamente i metaboliti benefici prodotti dai batteri.
Conclusione
Il microbiota intestinale rappresenta una nuova frontiera nella comprensione delle malattie neurologiche. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per stabilire con certezza i meccanismi coinvolti, il legame tra intestino e cervello è ormai indiscutibile. In futuro, la modulazione del microbiota potrebbe diventare un pilastro fondamentale nella prevenzione e nel trattamento di disturbi complessi come la sclerosi multipla, il Parkinson e persino la depressione.
Per approfondimenti: ILFATTOQUOTIDIANO