Bastoncini di pesce: cosa c’è davvero dentro?

Articolo del 13 Giugno 2025
Croccanti, dorati, irresistibili. I bastoncini di pesce sono da decenni uno dei cibi pronti più amati, soprattutto dai bambini. Ma cosa si nasconde davvero sotto quella panatura perfetta? E quanto sono sicuri per la nostra salute?
Un numero crescente di studi, sia italiani che internazionali, sta mettendo sotto la lente questi alimenti apparentemente innocui. Il risultato? Alcune sorprese poco rassicuranti.
La ricetta del bastoncino… e i suoi segreti
Solitamente fatti con filetti di merluzzo, nasello o pollock, i bastoncini contengono tra il 50% e il 70% di pesce. Il resto? Panatura, pastella, oli vegetali, additivi. È proprio in questa parte non marina che possono nascondersi le sostanze meno salutari.
I bastoncini vengono infatti prefritti prima del congelamento. È proprio questo passaggio che dà origine a composti potenzialmente tossici.
Le sostanze sotto accusa
- 3-MCPD e glicidolo: i figli della frittura
Durante la frittura ad alte temperature, soprattutto con oli raffinati, si formano dei sottoprodotti chimici chiamati 3-MCPD ed esteri del glicidolo. Queste sostanze sono sotto osservazione da parte delle autorità sanitarie perché potenzialmente cancerogene.
Un test condotto in Germania ha rilevato la presenza di 3-MCPD in oltre la metà dei bastoncini analizzati. La quantità presente in una porzione può essere sufficiente per far superare a un bambino la dose giornaliera massima consigliata.
Il glicidolo, invece, è classificato come “probabilmente cancerogeno” dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). Anche se per raggiungere una dose tossica servirebbe un consumo molto elevato, l’esposizione regolare – soprattutto nei più piccoli – resta un problema.
- Microplastiche: il pesce “mangia” plastica
Un altro studio recente ha scoperto che una porzione di bastoncini di pesce può contenere fino a 60 particelle di microplastica. Queste arrivano dal mare, dove il pesce viene pescato, ma anche dal processo industriale. Ancora non sappiamo con certezza gli effetti a lungo termine sull’organismo umano, ma gli scienziati non escludono rischi legati a infiammazioni e squilibri ormonali.
- Altri contaminanti: metalli, PFAS, clorati
Non è finita qui. In alcuni prodotti sono stati trovati anche tracce di metalli pesanti, sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), oli minerali e persino resti di ossa o parassiti. Si tratta di casi isolati, ma indicano quanto la filiera produttiva debba essere monitorata con attenzione.
I bambini? I più esposti
I bastoncini di pesce sono spesso scelti per i più piccoli, per la loro praticità e il sapore delicato. Ma proprio i bambini sono più vulnerabili agli effetti delle sostanze tossiche, a causa del loro peso corporeo ridotto e del metabolismo in via di sviluppo.
Secondo i dati, bastano 4-5 bastoncini per far superare a un bambino di 30 kg la dose tollerabile di 3-MCPD.
Cosa scegliere (e cosa evitare)
Fortunatamente, non tutti i bastoncini sono uguali. Test indipendenti condotti da riviste come Öko-Test e K-Tipp hanno premiato alcune marche per la qualità delle materie prime e la ridotta presenza di contaminanti. Tra le migliori: Frosta, Findus (Iglo) e Ocean Sea (Lidl).
Attenzione invece alle alternative vegetali: molte non hanno un profilo nutrizionale migliore, e alcune contengono additivi poco trasparenti.
Conclusione
I bastoncini di pesce restano un alimento comodo e amato, ma non sono così innocui come sembrano. Tra sostanze tossiche generate dalla frittura, microplastiche e additivi, è bene consumarli con moderazione, soprattutto quando si tratta dei più piccoli.
La buona notizia? Scegliendo con attenzione, leggendo le etichette e alternando con pesce vero, possiamo continuare a gustarli senza troppi sensi di colpa.
Per approfondimenti: ILFATTOQUOTIDIANO