Colesterolo LDL e infiammazione: IDO1, l’enzima che può cambiare il destino delle arterie

Articolo del 05 Settembre 2025
C’è un legame sempre più evidente tra colesterolo “cattivo” e infiammazione cronica. Quando il sistema immunitario resta attivato a lungo senza una causa precisa, anche il colesterolo LDL trova terreno fertile per accumularsi e danneggiare le arterie. Ma cosa succederebbe se riuscissimo a interrompere questo meccanismo alla radice?
Una risposta arriva da una proteina poco nota ma promettente: l’enzima IDO1 (indoleamina 2,3-diossigenasi 1). Inibendolo, secondo alcuni recenti studi, potremmo ripristinare l’efficienza delle cellule immunitarie che “puliscano” le arterie, contrastando così il rischio di infarto e ictus.
Il ruolo nascosto dell’enzima IDO1
IDO1 entra in azione quando il corpo si trova in uno stato infiammatorio. È coinvolto nella degradazione del triptofano (un amminoacido essenziale), ma il suo impatto va oltre il metabolismo: durante l’infiammazione, IDO1 altera l’equilibrio dei macrofagi, cellule-chiave del sistema immunitario incaricate di eliminare scarti e colesterolo in eccesso dai vasi sanguigni.
Quando l’infiammazione è cronica, i macrofagi perdono efficacia. Secondo una ricerca dell’Università del Texas ad Arlington, coordinata dal prof. Subhrangsu S. Mandal, l’attività di IDO1 interferisce proprio con la loro funzione “spazzina”. In laboratorio, gli scienziati hanno osservato che inibendo IDO1, i macrofagi tornano a rimuovere correttamente il colesterolo LDL, migliorando la pulizia delle arterie.
Il meccanismo: infiammazione, chinurenina e disfunzione dei macrofagi
Il cuore del problema è la chinurenina, un metabolita prodotto da IDO1 durante l’infiammazione. Questa sostanza, se presente in eccesso, può compromettere la capacità dei macrofagi di inglobare e smaltire il colesterolo. Il risultato è l’accumulo di LDL nelle pareti arteriose e la formazione di placche aterosclerotiche instabili, principali responsabili di eventi cardiovascolari come infarti e ictus.
Spegnere IDO1, dunque, potrebbe rappresentare una strategia per “riattivare” i meccanismi naturali di difesa vascolare, anche in condizioni di infiammazione cronica.
Oltre IDO1: nuovi bersagli per la prevenzione cardiovascolare
Un altro enzima coinvolto nel processo è la NOS (ossido nitrico sintasi), che sembra amplificare gli effetti dannosi dell’attività di IDO1. La sua regolazione potrebbe diventare un ulteriore obiettivo terapeutico per ridurre l’infiammazione vascolare e tenere sotto controllo il colesterolo LDL nei soggetti a rischio.
La prospettiva, ancora in fase sperimentale, è quella di una prevenzione mirata e personalizzata, in cui non ci si limiti ad abbassare i livelli di colesterolo, ma si agisca direttamente sui meccanismi infiammatori che lo rendono pericoloso.
L’infiammazione silenziosa che danneggia il cuore
Quando l’infiammazione serpeggia silenziosa nel corpo, senza sintomi evidenti, i macrofagi perdono la capacità di proteggere i vasi. E allora il colesterolo si accumula, penetra le pareti arteriose e dà origine a placche vulnerabili e pericolose.
In questo contesto, enzimi come IDO1 diventano interruttori biologici fondamentali. Controllarne l’attività potrebbe rappresentare una nuova frontiera nella prevenzione cardiovascolare.
Verso una medicina predittiva del cuore
Sebbene ci si trovi ancora nelle fasi iniziali della ricerca, i risultati aprono scenari promettenti. Proprio come in un film di fantascienza in cui si prevengono i crimini prima che accadano, la medicina del futuro punta a intercettare i segnali biologici prima che si traducano in danni reali. In questo senso, IDO1 potrebbe diventare una pedina chiave per sviluppare farmaci capaci di prevenire il rischio cardiovascolare agendo a monte del problema.
Per approfondimenti: REPUBBLICA
