Controlli su efficacia ed effetti avversi «Un’app raccoglierà le segnalazioni»

Articolo del 07 Gennaio 2021

Gianluca Trifirò, professore ordinario di Farmacologia all’Università di Verona: finora nel mondo registrati solo effetti lievi, in Italia nessun ricovero. Il monitoraggio prosegue.

Chi controlla eventuali effetti avversi dei vaccini anti Covid?
«L’attività di vigilanza di farmaci e vaccini è coordinata dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), con un sistema molto efficiente – risponde Gianluca Trifirò, professore ordinario di Farmacologia all’Università di Verona, membro dell’Unità di crisi Covid-19 della Società Italiana di Farmacologia e dell’Advisory Board dell’International Society of Pharmacovigilance -. Periodicamente Aifa pubblica un report che si basa sulle segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse da vaccini da parte di cittadini o operatori sanitari. Tutto questo è già in atto per Covid».

Che cosa sappiamo oggi?
«Dopo diversi milioni di vaccinazioni a livello mondiale sono emersi con una certa frequenza disturbi lievi, come indolenzimento nell’area dell’iniezione e cefalea. Si sono poi verificate alcune reazioni anafilattoidi, non solo in soggetti allergici. In Italia finora non ci sono stati casi che hanno richiesto il ricovero».

Parliamo dei vaccini a base di Rna messaggero.
«Al momento non possiamo escludere che provochino, sebbene raramente, reazioni allergiche gravi con maggiore frequenza rispetto ai vaccini classici (in cui ciò si verifica ogni milione di dosi somministrate), ma non disponiamo ancora di dati definitivi. La situazione sarà monitorata in tempo reale. Tanti pazienti allergici, a farmaci, alimenti o altro, sono stati già vaccinati senza problemi».

Come sarà rafforzato il sistema di sorveglianza?
«Insieme al Centro regionale di farmacovigilanza dell’Università di Verona, diretto da Ugo Moretti, stiamo ultimando un progetto in collaborazione con Aifa. L’obiettivo è incentivare le segnalazioni di reazioni avverse da vaccino tramite una web app. A 7 giorni dalla prima e seconda dose, e poi a 30 giorni, 3 mesi e 6 mesi, la persona registrata alla piattaforma sarà invitata a descrivere eventuali effetti indesiderati tramite sms o email. In parallelo va avanti un’iniziativa simile finanziata dall’Agenzia europea per i medicinali e coordinata dall’Università di Utrecht».

Esistono categorie per cui la somministrazione è controindicata?
«No, tutti possono ricevere il vaccino (tranne coloro che hanno mostrato ipersensibilità alla prima dose), incluse le donne in gravidanza e allattamento. Gli studi effettuati su animali hanno dato risultati confortanti e sarà messo in atto uno specifico monitoraggio su queste e altre categorie di pazienti da parte di Aifa».

Ritardare la seconda dose per vaccinare più persone può essere una soluzione contro l’aumento dei contagi?
«È una strategia rischiosa. Gli studi sono stati fatti con determinati schemi: cambiandoli la protezione potrebbe non essere più ottimale».

 

Fonte: Corriere della Sera

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