Coronavirus, lo dice anche Fauci: «La doppia mascherina funziona», ma è davvero così?

Articolo del 02 Febbraio 2021

La valutazione scientifica di una prassi sempre più comune, avallata anche dall’immunologo più famoso d’America. Con l’arrivo delle varianti più contagiose potrebbe avere un senso, ecco perché e in quali modi.

L’immunologo Anthony Fauci, massimo esperto americano di malattie infettive appena nominato consigliere del presidente Joe Biden nella task force contro il coronavirus, ha appoggiato l’idea di calzare sul viso due mascherine: «Probabilmente aiuta», ha detto intervenendo in tv sul tema delle mutazioni del virus (che sarebbero più contagiose e trasmissibili, come abbiamo scritto QUI) e sulla necessità di prendere provvedimenti anche personali per ostacolare l’ulteriore diffusione del SARS-CoV-2. «È semplicemente logico che sarebbe più efficace», ha concluso in merito. Indossare due mascherine una sull’altra è una strategia consigliata da alcuni esperti in situazioni particolarmente rischiose: posti affollati o visite ospedaliere, ad esempio. Le soluzioni più in voga sono una mascherina chirurgica o FFP2 con sopra una di stoffa bene aderente, oppure una mascherina di stoffa a tre strati con in mezzo quello filtrante: sulla bocca stoffa per assorbire l’umidità, in mezzo il filtro per le particelle più piccole e stoffa all’esterno per bloccare le goccioline più grosse e aderire bene al viso.

Il parere dell’esperto

C’è una validità scientifica che sostiene il consiglio? Lo abbiamo chiesto a un esperto di particelle, Giorgio Buonanno, professore ordinario di Fisica tecnica ambientale all’Università degli Studi di Cassino e alla Queensland University of Technology di Brisbane (Australia): «Il doppio mascheramento (double masking, come lo chiamano in Usa, ndr) può aiutare a colmare eventuali spazi vuoti. La protezione data dalle mascherine è completa se le mascherine assolvono ai requisiti di filtrazione e aderenza al volto (“vestibilità”): per bloccare le goccioline di grandi dimensione l’aderenza perfetta non serve, ma le goccioline piccole (chiamate aerosol, ndr) sfuggono dai bordi. La mascherina deve sigillare il viso. Ecco allora che può essere una buona idea provvedere alla capacità filtrante con una mascherina chirurgica o FFP2 e all’aderenza al volto con una mascherina di stoffa messa sopra . Se si riesce ad aggiungere un tessuto che in qualche modo fa aderire meglio le mascherine, si raggiunge una protezione che arriva anche al 90 per cento», conclude l’esperto.

Per una protezione più ermetica

Nella realtà, infatti, dobbiamo confrontarci con mille situazioni differenti: la barba, il viso piccolo, le mascherine troppo grandi, gli occhiali… qualunque soluzione che renda la protezione più ermetica servirà meglio allo scopo. Naturalmente, senza compromettere la respirazione. Aumentare l’efficacia delle mascherine o comunque fare in modo che servano davvero allo scopo è fondamentale: un’ampia revisione appena pubblicata dalla prestigiosa rivista scientifica PNAS ha concluso che le mascherine sono una misura chiave per ridurre la trasmissione del SARS-CoV-2 nella comunità ed è «più efficace quando la conformità (l’aderenza di massa alla misura stessa) è alta».

La «scomparsa» dell’influenza

Lo dimostra in modo indiretto la quasi scomparsa dell’influenza nella presente stagione. Nella 3a settimana del 2021, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali continua ad essere stabilmente sotto la soglia base con un valore pari a 1,5 casi per mille assistiti. Nella scorsa stagione in questa stessa settimana il livello di incidenza era pari a 10,7 casi per mille assistiti. Sono i dati settimanali della sorveglianza influenzale in Italia, ma è così in tutti i Paesi. Le sindromi simil-influenzali, molto meno contagiose rispetto al Covid-19, sono state abbattute dalle misure messe in campo e il dato, in modo indiretto, ci dice che ci stiamo muovendo nel modo corretto, ma anche che il SARS-CoV-2 è molto più difficile da estirpare, specie se le mutazioni in corso favoriscono la sua maggior trasmissibilità. Ben vengano allora tutti i sistemi, anche quelli un po’ empirici come la doppia mascherina, per migliorare la comune resistenza al diffondersi dell’infezione.

 

Fonte: Corriere della Sera

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