Covid-19, dal Ministero le indicazioni per la durata e il termine di isolamento e quarantena.

Articolo del 17 Novembre 2020

Sono positivo asintomatico, quando posso tornare a lavoro? Sono un contratto stretto di una persona risultata positiva, quali precauzioni devo osservare? Che differenza c’è tra isolamento e quarantena? Sono tante le domande che, data la situazione epidemiologica che ha investito l’Italia in queste settimane, ci siamo fatti o rischiamo di doverci fare prima o poi. La nuova Circolare del Ministero della Salute, datata 12 ottobre, ha aggiornato le indicazioni riguardo la durata e il termine della quarantena alla luce delle indicazioni degli organismi internazionali (OMS ed ECDC) e del parere formulato dal Comitato Tecnico Scientifico lo scorso 11 ottobre.

Che differenza c’è tra isolamento e quarantena?

Isolamento e quarantena, che differenze ci sono? La circolare del Ministero della Salute dello scorso 12 ottobre chiarisce che:

  • L’isolamento dei casi di infezione da SARS-CoV-2 documentata si riferisce alla separazione delle persone infette dal resto della comunità. Il tempo di isolamento vale per la durata del periodo di contagiosità e va effettuato in ambiente e condizioni tali da prevenire la trasmissione dell’infezione.
  • La quarantena è la restrizione dei movimenti di persone sane per la durata del periodo di incubazione, ma che potrebbero essere state esposte ad un agente infettivo o ad una malattia contagiosa. L’obiettivo è quello di monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e identificare tempestivamente nuovi casi.

Sono positivo ma asintomatico, quanto devo stare in isolamento?

«Sono positivo ma asintomatico, quando potrò uscire di casa?». Le persone risultate positive al Covid ma asintomatiche possono rientrare in comunità dopo un isolamento di almeno dieci giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale è stato effettuato un test molecolare con risultato negativo.

Sono positivo sintomatico, quando devo fare il tampone?

«Sono positivo sintomatico, quando devo fare il tampone?». Chi è risultato positivo al Covid può rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno dieci giorni dalla comparsa dei sintomi. A questo lasso di tempo bisogna accompagnare un test molecolare negativo eseguito dopo almeno tre giorni senza sintomi. Tra i sintomi non vanno considerati anosmia (perdita della capacità di percepire gli odori) e ageusia (perdita del gusto) o disgeusia (distorsione del senso del gusto), in quanto possono avere una persistenza prolungata nel tempo.

Cosa deve fare un caso positivo a lungo termine?

«Sono un caso positivo a lungo termine, cosa devo fare?». Tutte quelle persone che, seppur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive al test molecolare, possono interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi nel caso in cui gli stessi siano assenti da almeno una settimana. Questo criterio potrà essere modulato dalle autorità sanitarie d’intesa con esperti clinici e microbiologi/virologi. Il tuto, tenendo conto dello stato immunitario delle persone interessate (nei pazienti immunodepressi il periodo di contagiosità può essere prolungato). Anche in questo caso, quando si parla di sintomi non si fa riferimento alla perdita della capacità di sentire odori e alla perdita o distorsione del senso del gusto.

Sono un contatto stretto di un positivo, quanto devo stare in quarantena?

«Sono un contatto stretto di un positivo, per quanto tempo devo stare in quarantena?». I contatti stretti di casi con infezione da SARS-CoV-2 confermati e identificati dalle autorità sanitarie devono osservare:

  • Un periodo di quarantena di quattordici giorni dall’ultima esposizione al caso;

oppure

  • Un periodo di quarantena di dieci giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno.

NELLA CIRCOLARE SI RACCOMANDA INOLTRE DI:

  • Eseguire il test molecolare a fine quarantena a tutte le persone che vivono o entrano in contatto regolarmente con soggetti fragili e/o a rischio di complicanze;
  • Prevedere accessi al test differenziati per i bambini;
  • Non prevedere quarantena né l’esecuzione di test diagnostici nei contatti stretti di contatti stretti di caso (ovvero non vi sia stato nessun contatto diretto con il caso confermato), a meno che il contatto stretto del caso non risulti successivamente positivo ad eventuali test diagnostici o nel caso in cui, in base al giudizio delle autorità sanitarie, si renda opportuno uno screening di comunità;
  • Promuovere l’uso della App Immuni per supportare le attività di contact tracing.

 

Fonte: Sanità Informazione

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