Covid, si possono davvero vaccinare subito i ragazzi tra i 16 e i 19 anni?

Articolo del 09 Marzo 2021

L’ipotesi è salvare la parte finale dell’anno scolastico per gli studenti all’ultimo anno delle superiori. Tutti e tre i vaccini approvati possono essere utilizzati per questa fascia d’età.

L’ordine di priorità per le vaccinazioni contro Covid-19 non è ancora del tutto stabilito. In Italia si è cominciato a vaccinare il personale sanitario e gli anziani ospiti delle Rsa. Ora si sta procedendo lentamente a immunizzare gli over 80 e da qualche giorno tocca anche agli insegnanti. Ora torna un’ipotesi sulla quale si era già discusso nel dicembre scorso, ovvero vaccinare gli studenti. L’idea è di dare una corsia preferenziale ai ragazzi tra i 16 e i 19 anni, per provare a salvare un finale d’anno scolastico assediato dalle varianti. E mettere in sicurezza l’esame di maturità in presenza che interessa studenti tra i 17 e i 18 anni.

I vaccini disponibili

Tecnicamente è possibile con tutti e tre i vaccini approvati a disposizione. AstraZeneca e Moderna sono raccomandati dai 18 anni di età. Solo Pfizer-BioNTech si può somministrare dai 16 anni. Johnson & Johnson, è stato approvato dalla FDA americana dai 18 anni. Il via libera dall’Ema è atteso entro fine marzo: il vantaggio di questo vaccino è che è monodose e può essere conservato in normale frigoriferi. La somministrazione unica può accelerare i tempi di immunizzazione , sempre che le dosi arrivino davvero entro i primi giorni di aprile.

Il dibattito e le scelte

Il dibattito tra gli scienziati (e i politici) su chi vaccinare per primi e quale priorità dare agli studenti prosegue da tempo con pareri contrastanti. A livello globale i governi hanno optato di vaccinare prima gli anziani scegliendo così di salvare più vite, «sacrificando» però anni di vita dei più giovani: gli studenti delle scuole superiori sono in didattica a distanza ormai da un anno. Chi ha iniziato il primo anno di liceo non ha praticamente mai visto i nuovi compagni se non su un monitor. Europa e Stati Uniti sono dunque andati avanti in questa direzione e la scelta è stata motivata con il fatto che era necessario allentare la pressione sugli ospedali e liberare posti letto nelle terapie intensive, cercando di salvare più vite possibili. E dal momento che il virus colpisce più gravemente gli anziani sono stati proprio loro a ricevere per primi il vaccino, insieme agli operatori sanitari, i due punti critici dell’epidemia.

La scelta dell’Indonesia

Israele, che non ha mai avuto carenza di dosi ed è andato avanti spedito nelle vaccinazioni di massa ha iniziato a proteggere la fascia 16-18 anni a fine febbraio, dopo aver vaccinato la popolazione anziana, proprio con l’obiettivo di riattivare il sistema scolastico. Solo l’Indonesia è andato controcorrente, privilegiando, dopo gli operatori sanitari, la popolazione attiva tra i 18 e i 59 anni considerata quella più mobile, con più contatti sociali quindi soggetta a infettarsi e a trasmettere il virus. Giovani e gli studenti, dopo un anno di clausura faticano a rinunciare ancora alla socialità. Sono sotto gli occhi di tutti le immagini delle movide, ma senza andare per forza nei luoghi alla moda, i parchetti di tutte le città sono pieni di ragazzi (in Dad) appollaiati sulle panchine, spesso senza mascherina, a fare due chiacchiere in presenza. Ora la variante inglese, molto più contagiosa, sta colpendo anche la fascia di età più giovane e la curva degli studenti contagiati è in rapida ascesa. Il fisico Roberto Battiston in un’intervista al Corriere aveva proposto vi vaccinare per primi i ragazzi: «Io tra vaccinare prima 3 milioni di liceali o 26 milioni di over 50 vaccinerei prima i liceali così da eliminare la sorgente dei contagi».

Quando saranno vaccinati i bambini

Restano comunque per ora esclusi dalla vaccinazione i 10 milioni di bambini e adolescenti perché non esiste ancora alcun protocollo du questa fascia d’età. Pfizer–BioNTech ha avviato un trial (in fase 3, l’ultima prima di chiedere l’autorizzazione al vaccino) per la somministrare del farmaco ai ragazzi tra i 12 e i 17 anni: le dosi potrebbero essere pronte entro la fine del 2021. Anche Moderna ha dato il via alla sperimentazione sui ragazzi e i primi preparati potrebbero arrivare all’inizio del 2022. Se questi test andranno bene sono previsti altri trial con la fascia d’età tra i 6-12 anni e poi 2-6 anni. Anche AstraZeneca sta studiando la fascia d’età tra i 6 e i 18 anni mentre Johnson & Johnson ha già avviato da tempo lo studio sui ragazzi tra i 12 e i 17 anni.
Fonte: Corriere della Sera

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