Il caffé: amico o nemico della salute?

Articolo del 16 Ottobre 2021

Il caffé è bevanda gettonatissima e con forti valenze sociali. Capire se e come possa essere consumato senza danni è importante per chi tenga alla propria salute.

Cerchiamo di capire se il caffé sia un alimento accettabile all’interno di una dieta sana, e nel caso in che misura.

La caffeina è un alcaloide stimolante del sistema nervoso centrale e viene utilizzata in ambito ricreazionale o in caso di sonnolenza. È importante notare che la caffeina va utilizzata solo occasionalmente e l’uso e abuso di caffeina non può certo rimpiazzare il sonno perso. L’utilizzo prolungato di caffeina porta poi a tolleranza, e riduce quindi il suo effetto. L’alcaloide viene completamente assorbito nello stomaco e nel tratto iniziale dell’intestino nei primi 45 minuti dopo l’ingestione. Quindi viene distribuita in tutto il corpo tramite i fluidi corporei.

Non va dimenticato un discreto effetto diuretico che per alcuni è anche lassativo.

All’interno del nostro organismo la caffeina viene metabolizzata nel fegato (dal sistema enzimatico citocromo P450 ossidasi) e convertita in tre dimetilxantine, che contribuiscono a potenziarne l’effetto.

  • Paraxantina (84%): stimola la lipolisi e porta a una maggiore concentrazione di glicerolo e acidi grassi nel sangue disponibili per i muscoli. L’attività lipolitica è ridotta dal fatto che la caffeina è anche un forte stimolante del cortisolo, principale ormone lipogenetico.
  • Teobromina (12%): è un vasodilatatore che aumenta il flusso di ossigeno e di nutrienti al cervello, ai muscoli e ai bronchi. La teobromina è anche il principale alcaloide presente nel cacao. Avendo inoltre effetti cronotropi positivi (accelera la frequenza cardiaca) porta a un abbassamento della pressione sanguigna. Significativo è il potere antitussivo della teobromina dovuto all’efficacia come miorilassante sulla muscolatura liscia di bronchi e bronchioli. Infine stimola la diuresi inducendo vasodilatazione nelle arteriole renali, fenomeno che comporta un’aumentata filtrazione glomerulare.
  • Teofillina (4%): Insieme all’adrenalina contribuisce all’azione cronotropa positiva e inotropa positiva (aumenta la forza di contrazione) sul cuore. Altri effetti della teofillina sono aumento della pressione sanguigna, aumento del flusso sanguigno filtrato dai reni e stimolazione sul centro respiratorio del sistema nervoso centrale (a livello del midollo allungato). Insieme con la teobromina rilassa la muscolatura liscia nei bronchi (è usata ad alte dosi nel trattamento dell’asma), e stimola la diuresi inducendo vasodilatazione nelle arteriole renali.

Per quanto riguarda la quantità da consumare, non esiste mai una quantità “raccomandata” per uno stimolante. Semmai una quantità “consentita” non in grado di arrecare danni. Già una dose di 150-200 mg/die (2-3 tazzine) può dare blandi effetti di agitazione, insonnia, tachicardia a persone sensibili. Il punto è però che l’assunzione regolare può dare assuefazione. Chi ne consuma molte tazzine al giorno può provare meno sintomi, ma subirne ugualmente gli effetti tossici, senza rendersene più conto.

 

Fonte: L’altra medicina

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