Interfaccia neurale con Intelligenza Artificiale rende possibile la comunicazione naturale ed emotiva

Articolo del 05 Agosto 2025

Per la prima volta nella storia, un uomo affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è riuscito a parlare in modo fluente e a comunicare emozioni in tempo reale grazie a un’interfaccia neurale impiantata nel cervello e potenziata dall’intelligenza artificiale. Il traguardo segna una svolta epocale nella neurotecnologia e nelle possibilità di interazione uomo-macchina.

L’esperimento rivoluzionario

Lo studio, condotto da un’équipe internazionale di neuroscienziati e ingegneri del cervello dell’Università della California a San Francisco, ha coinvolto un paziente di 47 anni, completamente paralizzato a causa della SLA, ma cognitivamente lucido.

Un microimpianto di elettrodi è stato posizionato nella corteccia motoria e nelle aree frontali del cervello responsabili del linguaggio. Questi elettrodi raccolgono i segnali neurali associati all’intenzione di parlare, che normalmente resterebbero “intrappolati” nel cervello a causa della paralisi muscolare.

Il ruolo dell’IA: decodificare e dare voce ai pensieri

La vera innovazione sta nel software di intelligenza artificiale che decodifica questi segnali neurali in tempo reale, trasformandoli in parole pronunciate da un sintetizzatore vocale personalizzato. Ma non si tratta solo di un parlato meccanico: l’IA è stata addestrata, usando vecchi video e registrazioni vocali del paziente, per restituire la sua vera voce, il tono emotivo e persino le sfumature espressive.

Il risultato è una comunicazione sorprendentemente naturale, fluida e umana. Il paziente è riuscito a dire frasi complesse con intonazione variabile, a esprimere emozioni come ironia, gioia o tristezza, e a conversare in tempo reale con i suoi familiari dopo anni di silenzio.

Comunicazione a 62 parole al minuto

Il sistema ha raggiunto una velocità media di 62 parole al minuto, un record rispetto ai precedenti tentativi di comunicazione neurale che si fermavano intorno alle 15-20 parole al minuto. Per confronto, la velocità media del parlato naturale è di circa 150 parole al minuto.

Gli sviluppatori spiegano che l’IA non si limita a riconoscere parole isolate, ma apprende il linguaggio del paziente nel suo contesto personale, adattandosi nel tempo. In questo modo, migliora la precisione e la capacità di riflettere lo stato d’animo in modo autentico.

Implicazioni future

Questa interfaccia neurale con IA rappresenta non solo una speranza concreta per chi vive con patologie neurodegenerative come la SLA, ma anche un passo verso una nuova era della comunicazione tra mente e macchina. Potrebbe aprire scenari etici e tecnologici inediti, in cui la voce dell’individuo – intesa come identità, espressione e relazione – viene preservata e amplificata, anche quando il corpo non è più in grado di manifestarla.

Per approfondimenti: LESCIENZE

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