La Medicina Quantistica: Istruzioni per l’uso

Articolo del 28 Maggio 2022

Per parlare di Medicina Quantistica è necessario prima di tutto inquadrare la Terapia nel contesto che le ha dato origine per comprenderne al meglio la valenza e i suoi campi di applicazione. Oltre all’ origine legata prettamente alla Fisica Quantistica e alle ricerche compiute da personaggi come Schrödinger, Heisenberg, Pauli, Young, Feynman, per poi passare a Tesla, fino ad arrivare a Giuliano Preparate ed Emilio Del Giudice, è necessario sapere che esiste un movimento culturale, professionale e terapeutico che ruota attorno alla parola Olismo e che sarà l’inizio del nostro viaggio per meglio comprende che cosa sia la Medicina Quantistica.

Negli ultimi anni hanno preso campo le ricerche nell’ambito della Fisica Quantistica, grazie alle correlazioni che la “Medicina Olistica” (dove si guarda alla salute attraverso la correlazione tra Corpo, Mente e Spirito), propone per dare conferma ai suoi assunti.

Iniziamo con il concetto di Olismo (dal greco ὅλος hòlos, cioè «totale», «globale») che è una posizione teorica (in ambito filosofico e scientifico, contrapposta al riduzionismo) secondo la quale le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue singole componenti, poiché la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore, o comunque differente, dalle medesime parti prese singolarmente.

Un tipico esempio di struttura olistica è l’organismo biologico: un essere vivente, in quanto tale, va considerato sempre come una complessa unità-totalità, non riducibile ad un semplice assemblaggio delle sue parti costituenti. A differenza di una macchina, dove sono le singole parti a formare e spiegare il tutto in senso deterministico, è solo a partire da un principio superiore che nell’organismo vivo è possibile comprendere lo sviluppo dei suoi aspetti secondari.

 

Illustrazione delle corrispondenze universali del cosmo, con al centro una scala naturae e l’Anima del Mondo, «Integra Naturae Speculum Artisque Imago» (che significa «specchio dell’intera natura e immagine dell’arte»)

A volte, in questo contesto Olistico, quando si parla di Spirito, si hanno spesso accezioni diverse di ciò che significa ed ogni disciplina che ne ammette la presenza (MTC, Shiatsu, Pranoterapia, Qi Gong, Metodo Summa Aurea®, Ayurveda, Bioenergetica, ecc.), lo inquadra secondo la propria cultura di appartenenza, in una visione più animista o più scientifica come forma di Energia o entrambe.

In realtà però, le varie discipline che possono essere inquadrate o connesse alla parola Olismo o afferenti in quella che è anche chiamata Medicina Complementare, prediligono lo Spirito sia come Energia che come componente Spirituale vera e propria, cioè l’Anima anche se magari in diversa modalità.

Anche la Psicologia il cui termine “psicologia” deriva dal greco psyché (ψυχή) = spirito, anima e da logos (λόγος) = discorso, studio, sta letteralmente ad indicare quindi lo studio dello spirito o dell’anima. Il significato del termine, introdotto durante il XVI secolo, rimase immutato fino al XVII secolo, quando assunse il significato di “scienza della mente“, mentre negli ultimi cento anni è cambiato ulteriormente adeguandosi alle nuove prospettive e alla moderna metodologia. E’ interessante segnalare che iconograficamente il termine psyché (ψυχή) può essere interpretato come farfalla: molte decorazioni di antichi vasi greci, infatti raffigurano con l’immagine di una farfalla, lo spirito (anima) che esala nell’istante della morte. C’è da far presente però che ancora oggi alcune sezioni della psicologia sono rimaste fedeli alla etimologia della parola stessa, come la Psicologia Analitica che fa riferimento a Jung, la Psicosintesi di Assagioli, la Psicologia Transpersonale e altre. Ora che abbiamo inquadrato la visione dello Spirito dal punti di vista Animico o trascendente, vediamo meglio la versione che lo pone come Energia.

Tutte le discipline che fanno riferimento alla parola Olismo parlano di energia, giustamente, in quanto un certo Einstein, premio Nobel per la fisica, un giorno si è alzato dal letto e ha scritto la formula: E=MC² che tutti conosciamo.

La formula ci dice che la M, la materia di un oggetto moltiplicata per una costante C (velocità della Luce), equivale ad E l’energia, e che tale energia è molto elevata anche per piccoli oggetti.

Quindi la materia fisica, vivente o meno è una tipologia di energia, potremmo dire “condensata”, che ai nostri occhi o al tatto acquisisce una forma, prende uno spazio e possiede uno o più colori, cioè la materia è una struttura multifrequienziale.

C’è chi potrebbe dire che quanto appena detto non torna, dato che ciò che noi osserviamo è ciò che effettivamente il tatto ci conferma e quindi quanto sopra descritto, sono solo speculazioni o se preferite chiacchere.

Però non è così!

L’essere umano ha la percezione di ciò che vede attraverso un sistema visivo complesso che risiede in parte nei nostri bulbi oculari attraverso le sue componenti, bastoncelli, coni, retina ecc., le quali si attivano attraverso uno stimolo esterno detto distale che si compone di Onde Elettromagnetiche dirette o di riflesso.

Tale stimolo viene considerato dal nostro cervello solo nel caso superi una certa soglia detta prossimale e sia quindi significativo.

In questo caso, il cervello interpreta l’informazione comparandola con ciò di cui è a conoscenza, ripeto, interpreta, quindi noi non vediamo realmente la natura come ci appare ma ciò che vediamo è una interpretazione del nostro cervello in base alla conoscenza che gli è propria.

Inoltre, la capacità visiva di cui disponiamo è limitata e acquisiamo consapevolmente solo una parte di ciò che vediamo ma per nostra “fortuna”, abbiamo la capacita di dare fluidità alle immagini in un contesto in cui la nostra capacità visiva è in realtà discreta. Noi vediamo a punti o frames se preferite e anziché vedere i singoli frames, vediamo in modo lineare e fluido.

Il tatto inoltre sembra che ci supporti fornendoci una realtà solida e continua ma invece anche questa risulta essere una interpretazione di cui ora andremo a vedere gli aspetti.

La materia è fatta di atomi ma l’atomo è per il 99% uno spazio vuoto.

La nostra percezione di solidità è frutto del fatto che il tatto è uno strumento grossolano di misurazione.

Infatti è come misurare l’atomo con il metro che, avendo come misura più piccola il millimetro, adduce come grandezza dell’atomo a quella più piccola di cui dispone cioè il millimetro stesso. Nel millimetro però vi sono milioni di atomi. Anche in questo caso noi passiamo da una realtà discreta ad una realtà fluida e lineare ma ciò rimane sempre una interpretazione, per di più limitata, della realtà.

Per concludere questa prima tappa di questo viaggio quantistico parliamo del Principio di Indeterminazione di Heisenberg.

Tale Principio postula che le particelle possono trovarsi in punti diversi (e avere velocità diverse), a differenza di quanto accade nella fisica tradizionale, secondo la quale tutto è misurabile in modo preciso.

Ovvero qual è la posizione della particella nel momento in cui decidiamo di misurarla e quindi lo osserviamo?

Si può prevedere la posizione della particella scientificamente?

La risposta è no, perché la scelta di andare in un punto piuttosto che in un altro (o di avere una certa velocità) non si può prevedere in modo contemporaneo, cioè o si misura la velocità o la posizione. Si parla infatti di principio di indeterminazione. In poche parole, per individuare la posizione o la velocità di una particella è necessario che ci sia un osservatore che la guarda, altrimenti questa misurazione risulta impossibile.

Siamo quindi noi a determinare il comportamento della particella e perciò, anche della materia circostante. Cosa che differisce dalle teorie della fisica classica, abituata a misurare indipendentemente dalla presenza o meno di un soggetto osservatore. Si intuisce come questa prospettiva alquanto paradossale per la mente logica/razionale abbia destato non poche polemiche. Ma questa teoria dimostrerebbe che possiamo influenzare la realtà.

Quindi riepilogando, abbiamo preso coscienza che la realtà che ci circonda è frutto dell’interpretazione del nostro cervello che utilizzando i sensi fisici (abbiamo visto nello specifico vista e tatto ma il concetto vale anche per gli altri sensi) per sondare in modo grossolano ciò che ci circonda, costruisce la realtà soggettiva che diviene palese ai nostri occhi.

Questo significa, in relazione al principio di Heisenberg, che noi costruiamo una realtà soggettiva in virtù dell’intenzione che abbiamo, cioè in virtù di ciò che vogliamo osservare.

La Medicina Quantistica pone le sue Terapie sulla base degli assunti sopra indicati e rimodula quindi l’approccio terapeutico non più in una semplicistica visione meccanicistica ma in una più ampia visione quantistica in cui la risoluzione della causa è alla base della terapia.

 

Fonte: Scienze Biofisiche

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