Occhiali e lenti a contatto, addio: «rifarsi» gli occhi (miopi e non solo)

Articolo del 10 Febbraio 2021

L’intervento di cataratta spesso si esegue anche per correggere contestualmente difetti di vista. Gli aspetti da considerare se in precedenza ci si è già sottoposti a chirurgia refrattiva.

Occhiali e lenti a contatto per tutta la vita, addio. Inseguendo questo sogno di libertà, tanti miopi, ipermetropi e astigmatici si sono sottoposti all’intervento con il laser a eccimeri negli ultimi 20 anni, da quando è stato introdotto. Capita però, soprattutto in chi ha optato per questa soluzione in età molto giovane, che un difetto visivo si ripresenti. Oppure che, con l’avanzare degli anni, si arrivi alla necessità di operarsi di cataratta, l’opacizzazione della lente naturale contenuta nei nostri occhi (cristallino) che si verifica con l’invecchiamento perché l’occhio si disidrata, si ossida e si ispessisce perdendo progressivamente in trasparenza.

E’ possibile sottoporsi al laser due volte

In questi casi è possibile ripetere l’intervento con il laser? «Certamente sì – risponde Francesco Bandello, ordinario di Oftalmologia e direttore della Clinica Oculistica dell’Università Vita-Salute al San Raffaele di Milano -. L’intervento di cataratta in un paziente che si sia già sottoposto a chirurgia refrattiva non comporta particolari rischi e problemi. E se c’è l’esigenza di correggere il difetto che si manifesta molti anni dopo in chi si è operato da ragazzo il laser può essere ripetuto, ma tutto dipende da quanto è stato fatto nell’intervento precedente. Volendo molto semplificare: i trattamenti che riducono la miopia hanno lo scopo di appiattire la cornea, ridurne la curvatura, in modo tale che i raggi luminosi che la attraversano finiscano a fuoco sulla retina e non davanti a essa (come accade nell’occhio miope). Se il numero di diottrie di miopia da ridurre è elevato, la cornea dev’essere “appiattita” molto e questo ne riduce lo spessore. In questo caso, se c’è necessità di un ri-trattamento, bisogna verificare se è o meno possibile intervenire (e “piallare”) ulteriormente. Il rischio infatti è quello di raggiungere strati corneali troppo profondi, che producono fenomeni di cicatrizzazione associati a perdita di trasparenza e sintomi fastidiosi per il paziente».

Quando fare l’intervento: dopo i 20 anni

L’intervento laser può essere eseguito dopo i 18 anni. E’ efficace e sicuro per correggere miopia, ipermetropia e astigmatismo. Per la presbiopia la tecnica è ancora sperimentale e l’unica cura efficace è la sostituzione del cristallino con l’impianto di una lente intraoculare multifocale.Ma qual è il momento giusto per operarsi con il laser? «Innanzi tutto sarebbe consigliabile aver superato i 20 anni e, a prescindere dall’età, il difetto di vista dovrebbe essere stabile da almeno due anni – spiega Leonardo Mastropasqua, direttore della Clinica Oftalmologica e del Centro Nazionale di Alta Tecnologia in Oftalmologia all’Università degli Studi di Chieti-Pescara -. E in chi non è più giovane si deve valutare che non presenti una cataratta in formazione perché in questo caso è consigliabile eseguire la correzione visiva insieme all’intervento di cataratta. Soprattutto per le miopie più elevate è oggi utilizzabile una tecnica avanzata di correzione laser robotizzata mininvasiva (SMILE) che consente di trattare anche pazienti con cornea sottile e offre maggior stabilità del risultato». Generalmente, per correggere i difetti di vista, si operano entrambi gli occhi nel corso della stessa seduta, ma è una decisione che si prende di comune accordo tra oculista e paziente (per la cataratta mai, meglio far passare almeno 24 ore fra l’uno e l’altro). «L’operazione viene eseguita in anestesia locale (con gocce di collirio) seduta – prosegue Mastropasqua – , in regime ambulatoriale e non provoca dolore. Dura pochi minuti, la maggior parte dei quali dedicati alla preparazione dell’occhio: il laser effettivo impiega solo pochi secondi. La vista si recupera entro qualche giorno».

Possibili effetti collaterali

E se qualcosa va storto? «Le complicanze gravi derivanti da un intervento di chirurgia refrattiva o della cataratta con laser sono quasi nulle ed eccezionali – sottolinea Bandello -. I rari problemi collegati all’operazione possono essere un piccolo residuo del difetto visivo o la percezione di aloni attorno alle fonti di luce in visione notturna: disturbi che, molto spesso, si risolvono spontaneamente nel tempo. Nella maggior parte dei casi il difetto di vista viene corretto al 100 per 100. Nei rari casi in cui questo non accade si può ritoccare con un successivo piccolo intervento, ma se non è fattibile o se si preferisce non fare ulteriori interventi, è quasi sempre possibile riprendere l’uso delle lenti a contatto».La chirurgia refrattiva è un trattamento estremamente preciso, efficace e sicuro e la scelta della tecnica laser da utilizzare (Lasik, PRK, Lasek o SMILE) spetta all’oculista. Ma per la cataratta il laser non è l’unica opzione disponibile: l’operazione è attuabile sia con una tecnica tradizionale che fa uso del classico bisturi e del facoemulsificatore, che frantuma il cristallino attraverso l’emissione di ultrasuoni (per poi procedere all’aspirazione dei frammenti e all’impianto di una piccola lente artificiale). «Con il laser a femtosecondi, che è al momento disponibile solo in centri specializzati – conclude Bandello -, aumenta la precisione (rispetto alla mano del chirurgo) nell’eseguire le aperture dell’occhio e per accedere alla porzione centrale del cristallino. Le tecniche tradizionali, rimborsate dal Servizio sanitario, sono altrettanto efficaci e sicure».

Che cosa passa il Servizio Sanitario nazionale

La chirurgia refrattiva (usata dall’oculista per correggere, intervenendo sulla cornea o sul cristallino, i vizi refrattivi dovuti ad un difetto di focalizzazione delle immagini sulla retina quali miopia, l’ipermetropia l’astigmatismo) non viene più rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale. Con alcune eccezioni stabilite dai LEA (i Livelli Essenziali di Assistenza), che riguardano ad esempio chi subisce traumi gravi, ha cicatrici della cornea, soffre di alcune patologie gravi o ha difetti della vista superiori a 4 diottrie.Questo tipo di intervento viene considerato al pari della chirurgia estetica (perché non è indispensabile per la salute, visto che si possono usare lenti e occhiali), quindi non rientra neppure fra le spese sanitarie detraibili. Tranne in alcuni casi e dietro opportuna certificazione medica di un ospedale pubblico: ad esempio per chi soffre di intolleranza alle lenti a contatto e ha dimostrati problemi anche nell’uso degli occhiali.

 

FonteCorriere della Sera

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