Prurito: che cosa lo può provocare, come si controlla e quando è spia di problemi seri

Articolo del 19 Gennaio 2021

Se si escludono le punture di insetti, nella maggior parte dei casi la ragione di quell’impulso è da ricercare in una patologia dermatologica. Ma anche in alcune abitudini scorrette e malattie sistemiche.

Questa volta, prima di andare a spulciare i manuali medici e chiedere il parere degli esperti, consultiamo l’Enciclopedia Treccani alla voce «prurito». Così, per curiosità. E leggiamo: particolare sensazione cutanea che induce a grattarsi, provocata da cause diverse sia interne… sia esterne … oppure sintomo di malattie… O provocato da cause indeterminate: è il prurito sine materia. Ma c’è anche un significato figurativo che fa riferimento a «uno stimolo naturale intenso o a una forte voglia»: ecco allora che si parla di pruriti amorosi o erotici. Ci sono poi le citazioni letterarie. Scrive, per esempio, Alberto Moravia: «nei giorni di scirocco, mi viene il prurito di attaccar briga». Lasciamo ad altri eventuali commenti su questo secondo punto e ritorniamo al primo. La definizione «medica» della Treccani ben riassume il significato di questo sintomo. Diffusissimo e dalle mille sfaccettature. Tutte da interpretare. Chiediamo allora aiuto agli esperti. A Piergiacomo Calzavara Pinton direttore dell’Unità di Dermatologia degli Spedali Civili di Brescia e past Presidente di SIDeMaST, la società italiana di Dermatologia. «Tutti, prima o poi, nel corso della nostra vita, abbiamo a che fare con questo disturbo — esordisce Calzavara Pinton —. Ci sono cause esterne, dermatologiche o interne, ma c’è anche un prurito che apparentemente non ha una causa».

Come nasce

Lasciamo per un momento da parte le cause esterne come le punture di insetti, per esempio, e concentriamoci sulle cause dermatologiche. Cioè su quelle malattie della pelle che hanno come sintomo il prurito, ma non solo. Spesso il prurito è associato ad alterazioni come arrossamento, papule, pustole, pomfi . E la presenza di queste ultime sarà utile al dermatologo per formulare una diagnosi». Intanto: come nasce il prurito? «Il prurito è una sensazione che spinge a grattarsi e nasce dalla stimolazione di certe terminazioni nervose periferiche, le fibre C, da parte di sostanze infiammatorie, prima fra tutte l’istamina, ma anche altre come le prostaglandine» precisa Calzavara. Sostanze che, nel caso di malattie dermatologiche, vengono rilasciate proprio perché queste malattie sono sostenute da un processo infiammatorio della pelle. Stiamo parlando di patologie che si chiamano dermatite atopica (o anche eczema), psoriasi, orticaria, lichen, pemfigo (il capostipite di certe malattie bollose degli anziani). Frequentissime. E tanto per ritornare alla quotidianità di chi ne soffre, partiamo dalla prima: la dermatite atopica. Chi si ricorda di John Turturro, l’attore che in The night off, una serie televisiva americana, nelle vesti di un avvocato che non riesce nemmeno a portare i sandali e si gratta le caviglie con una matita? Poi c’è la psoriasi che si manifesta con placche biancastre che si desquamano; l’orticaria che si presenta con pomfi, e il pemfigo che invece è caratterizzato da bolle. E ancora il lichen che colpisce soprattutto i genitali femminili. «La dermatite atopica colpisce il 20 per cento dei bambini e il 10 per cento degli adulti — continua Calzavara Pinton . — La psoriasi, d’altra parte, interessa il 3-4 per cento della popolazione. L’orticaria, è frequentissima e ha spesso un’origine allergica. E infine c’è il prurito senile, diffusissimo». Insomma un gran numero di persone interessate.

Quando è legato all’età

Il capitolo anziani è particolarmente interessante. Spesso le persone di età avanzata hanno una pelle molto secca e manifestano questo sintomo soprattutto d’inverno. L’unica terapia, in questi casi, è ricostituire le difese della cute, soprattutto «ingrassandola», cioè usando prodotti capaci di restituire il film lipidico di protezione che la pelle normalmente ha. Viceversa, continui lavaggi con l’acqua possono peggiorare la situazione. E sempre a proposito di anziani va segnalata un’altra condizione. «Si tratta della notalgia parestesica — aggiunge Calzavara — . È un prurito che si localizza in definiti settori della schiena ed è dovuto a compressioni nervose delle vertebre cervicali». Arriviamo ora alle possibilità di controllare questo sintomo quando legato alle malattie dermatologiche fin qui descritte. «Per controllare il sintomo prurito occorre innanzitutto curare la patologia che ne è alla base. Oggi per molte di queste situazioni, e parliamo di dermatite atopica e di psoriasi soprattutto, esistono terapie basate soprattutto su farmaci immunoterapiaci. Che sono efficaci. In alcuni casi si può poi ricorrere a farmaci sintomatici come per esempio gli antistaminici».

Se è «essenziale»

Andiamo avanti. Se il sintomo prurito non trova giustificazione in una delle sopracitate malattie dermatologiche, se non si risolve con emollienti vari nel caso sia, per esempio, provocato da secchezza cutanea, che fare? «Bisogna allora sospettare due cose. La prima è che il prurito sia legato a una malattia sistemica. E ce ne sono molte. Ma di solito è accompagnato da altri sintomi, che il medico deve interpretare — conferma Calzavara —. La seconda è che sia un prurito essenziale, cioè senza evidenza di malattie che lo giustifichino. E qui entriamo in un ”campo grigio”. Potrebbe essere il primo segnale di una malattia dermatologica che non è ancora comparsa (per esempio una dermatite atopica o un pemfigoide) oppure ha vere e proprie origini psicologiche che, però, sono piuttosto rare».

Comportamenti sbagliati

Per il 98 per cento dei pazienti che si grattano, infatti, la causa è proprio dermatologica. Un’ultima annotazione che non riguarda più le diagnosi e le cure, ma le nostre abitudini quotidiane. Non bisogna, infatti dimenticare che il prurito può anche essere provocato da certi comportamenti sbagliati: troppe docce, troppi saponi aggressivi, indumenti sintetici inappropriati non fanno bene alla pelle. La soluzione è una sola, in questi casi: eliminarli.

Il film di Nanni Moretti e le altre malattie

Quando si parla di prurito non si può non ricordare anche Nanni Moretti e il suo film del 1993 “Caro Diario”, dove l’attore-regista parla della sua malattia, un linfoma di Hodgkin, a lungo misconosciuta nonostante avesse sempre riferito ai medici un sintomo, il prurito, associato a sudorazioni notturne. «Sì, il prurito può essere un sintomo di malattie sistemiche linfoproliferative come certe forme di tumori del sangue, il linfoma di Hodgkin (colpisce un tipo di globuli bianchi, i linfociti B, ndr) oppure certe mielodisplasie (caratterizzate da un’alterata produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo, ndr) — spiega Nicola Montano, docente di Medicina interna all’Università di Milano e primario di Medicina generale, immunologia e allergologia all’Ospedale Maggiore sempre di Milano —. Stiamo parlando però di patologie piuttosto rare, in cui il prurito può apparire proprio come il primo sintomo della malattia».

Non solo pelle

Ci sono, invece, altre malattie sistemiche, molto più diffuse, in cui può comparire, fra gli altri, anche questo sintomo. «Al primo posto ci sono le insufficienze renali, seguite da malattie del fegato che comportano un ristagno della bile — commenta l’esperto milanese —. Anche un malfunzionamento della tiroide, nel senso o di un aumento della produzione di ormoni (ipertiroidismo) o di una riduzione (ipotiroidismo) e alcune anemie da carenza di ferro soprattutto, nelle donne giovani possono provocare questo disturbo». Nasce allora la domanda: ma perché queste malattie, diverse nella loro origine, finiscono per coinvolgere anche la pelle? «Il prurito è causato dall’attività di piccole fibre nervose chiamate C che mandano segnali al cervello — spiega Montano —. Queste fibre sono stimolate da sostanze diverse, come l’istamina o certi peptidi), che vengono liberati in presenza di determinate malattie sistemiche. Per esempio nelle epatopatie sono i sali biliari a provocarlo».

Anche i farmaci possono scatenarlo

Altro capitolo da prendere in considerazione è quello dei farmaci. «La lista, in questo caso, è lunghissima — commenta Montano — comprende, per esempio, molecole che agiscono sul sistema nervoso centrale, come gli antiepilettici, o antipertensivi come i betabloccanti e i calcio-antagonisti. In genere il prurito è il primo sintomo di una vera e propria allergia che può manifestarsi poi con altri sintomi. Ma ci sono anche sostanze come gli oppiacei, la marijuana e l’hashish che danno prurito perché abbassano la soglia di attivazione delle fibre, cioè le rendono più “sensibili”. È caratteristico, in questi casi, il prurito cosiddetto acquagenico che si manifesta dopo una doccia o un bagno». Rimedi anti-prurito? Nel caso di malattie sistemiche, l’intervento è innanzitutto su queste. Nel caso dei farmaci la parola d’ordine è sospensione. Poi ci si può aiutare con sintomatici: la colestiramina per neutralizzare i sali biliari, oppure antistaminici, cortisonici e in qualche caso anche anestetici come la lidocaina. Fra poco dovrebbe essere disponibile un cerotto al peperoncino che funziona stabilizzando le fibre C.

 

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