Respirare correttamente per perdere peso e mantenersi in forma

Articolo del 30 Aprile 2022

In Italia per fortuna il numero delle persone obese non ha raggiunto i livelli che si trovano negli Stati Uniti ed in alcuni altri paesi anglosassoni ma anche noi ci stiamo avviando rapidamente sulla stessa strada, e a quanto pare tra i bambini italiani il tasso di obesità è ormai tra i più elevati in Europa. Una condizione necessaria per non ingrassare è ovviamente il non “mangiare troppo” Questa condizione però spesso non è sufficiente: occorre anche mangiare in modo sano, fare movimento e… come i lettori di questo sito avranno già indovinato, occorre anche evitare di “respirare troppo”!

Mentre tutti i libri ed articoli dedicati all’obesità mettono in rilievo l’importanza di una dieta sana (pur con una infinità di pareri sul concetto di “dieta sana”), del movimento e del non mangiare troppo, quasi nessuno pensa ad evidenziare il ruolo svolto, nell’obesità, non solo dal “mangiare troppo” ma anche dal “respirare troppo” (ed il troppo, sia per il mangiare che per il respirare va ovviamente inteso in relazione alle esigenze del momento).


Il ruolo del respiro nell’accumulo di grassi

Vediamo quindi brevemente il ruolo svolto dall’iperventilazione (respirare troppo), nell’obesità: sono numerosi i meccanismi attraverso i quali la scarsità di CO2 provocata dall’iperventilazione e la conseguente scarsa ossigenazione dei tessuti influiscono anche sull’accumulo di tessuto adiposo.

Nel libro “Attacco all’Asma… e non solo” ne sono indicati diversi. Innanzitutto il “respirare troppo” induce l’organismo a tenere viva la risposta adrenergica del “combatti o fuggi” in cui, in preparazione di una migliore lotta o fuga il sangue viene fatto affluire verso i muscoli, con conseguente ridotto afflusso di sangue verso gli organi della digestione. Questo effetto dell’iperventilazione è ben noto e provato da tempo. Un secolo fa il Prof. Yandell Henderson della Yale School of Medicine aveva osservato che la mancanza di CO2, causata dall’iperventilazione, provoca perdita di tonicità e congestione nell’intestino. Altri ricercatori hanno constatato analoghe conseguenze negative sugli organi della digestione (ved. ad es. Hughes et al. 1979 , Okazaki et al. 1980, Gilmour et al, 1980). Ne consegue che il cibo mangiato viene “bruciato” meno efficientemente per produrre energia, e si accumula in forma di tessuto adiposo.

L’iperventilazione provoca poi un aumento dell’obesità anche tramite vari altri meccanismi (effetti sull’umore, sull’appetito, sull’efficacia del movimento fisico ecc. ecc.), pertanto, pur senza trascurare le varie concause indicate all’inizio, mi sembra che una delle prime risposte alla domanda:”chi vuole dimagrire cosa deve fare?”sia “occorre non solo mangiare meno e meglio ma anche respirare meno e meglio!”

 

Collegamento tra obesità ed asma

In numerosissimi studi clinici è stato constatato l’evidente collegamento tra obesità ed asma: l numero di asmatici è più elevato tra adulti e bambini obesi, e viceversa. Cito in proposito solo due degli studi più recenti:

1) Asthma and obesity. Boulet LP- Institut universitaire de cardiologie et de pneumologie de Québec, Laval University, Québec, QC, Canada. pubblicato su Clin Exp Allergy. 2013 Jan;43(1):8-21. doi: 10.1111/j.1365-2222.2012.04040.x.

In questo studio, dopo aver constatato anche che la perdita di peso influisce favorevolmente sull’asma, ed aver ipotizzato vari possibili fattori quanto al nesso tra asma ed obesità (fattori genetici, meccanici ed altri), si conclude, come al solito, che “occorrono più studi sull’argomento”….

2) Asthma and obesity: a known association but unknown mechanism. (asma ed obesità, un collegamento noto ma un meccanismo non noto), di Farah CS, Salome CM- The Woolcock Institute of Medical Research, Cooperative Research Centre for Asthma and Airways, Glebe, and The University of Sydney, Sydney, New South Wales, Australia, pubblicato suRespirology. 2012 Apr;17(3):412-21. doi: 10.1111/j.1440-1843.2011.02080.x.

In quest’altro studio, si mette in evidenza l’aumento nel numero sia degli obesi, sia degli asmatici e, dopo aver ipotizzato varie cause, si conclude anche qui che “sono necessari ulteriori studi”.

Beh è indubbiamente vero che sarebbro necessari ulteriori studi, ma sapete quale a mio avviso sarebbe lo studio più utile? Ebbene sì: avete indovinato! La studio più utile sarebbe quello diretto a constatare e mettere in rilievo un fattore, e cioè l’iperventilazione (eccesso di respiro) che è presente sia negli obesi che negli asmatici e soprattutto, visto che l’effetto benefico derivante per l’asma dalla normalizzazione del respiro con il metodo Buteyko è già stato provato in numerosi studi clinici , sarebbe utilissimo uno studio sui benefici che potrebbero derivare da questo metodo anche per l’obesità.

Il movimento fisico è sempre indispensabile 

In numerosi numeri di questo Notiziario ho ripetutamente insistito sui benefici che derivano dal fare movimento fisico; benefici consistenti non solo in una linea più snella ma in genere per tutta la salute dell’organismo. Ho tuttavia sempre messo in rilievo che questi benefici si conseguono solo se anche mentre si fa movimento si respira “bene”, altrimenti si rischia di peggiorre la situazione di partenza.

Sull’argomento vorrei ora segnalarvi una notizia interessante che mi ha fatto avere il Prof. Lucio Ongaro (professore in scienze motorie presso l’Università di Milano), che ringrazio vivamente. Il Prof. Ongaro mi ha segnalato un articolo apparso sul Corriere della Sera i1 15 agosto 2013, dal titolo “Camminando si pensa meglio”, in cui si scrive che “Camminare aiuta a pensare meglio; lo sostenevano i grandi camminatori del passato: da Nietzsche a Rousseau, da Proust a Gandhi.
Il Principio è stato fatto proprio dal filosofo francese Frèdèric Gros, studioso dell’opera di Michel Foucault di cui ha curato l’edizione degli ultimi corsi da lui tenuti al College de France. Ora esce, della Garzanti, il saggio “Andare a piedi-filosofia del camminare”, con citazioni dei grandi. “

Il Prof. Ongaro menziona poi quanto si trova scritto a pag. 157/158 di questo libro in cui Frèdèric Gros relaziona sul filosofo Kant che era un tipo molto meticoloso ed abitudinario e che visse fino ad oltre 80 anni: “Di indole schiva, a Kant piaceva pensare di dover la propria longevità al regime di vita inflessibile cui si atteneva. Riteneva la sua buona salute un’opera personale: grazie alla disciplina perfetta che si era imposto. Era appassionato di medicina dietetica, che, come diceva, non è l’arte di godere della vita, ma di prolungarla…” Dal risveglio fino alle 17.00 studiava, insegnava e parlava con amici etc, poi “….Dopo, era l’ora della passeggiata. Che il tempo fosse bello o brutto, bisognava farla. Kant la faceva da solo, perchè voleva, per tutta la durata del tragitto, respirare col naso, a bocca chiusa: la riteneva una pratica eccellente per la salute; la compagnia di amici l’avrebbe costretto a parlare e ad aprire le labbra…..”

Inutile dire che mi fa molto piacere vedere che già l’eccelso pensatore Kant, secoli fa, aveva notato i benefici che derivano per la salute fisica e mentale dal respirare sempre dal naso, anche quando si fa movimento, fattore sul quale ho ripetutamente insistito nei mie vari libri e articoli, riportando tra l’altro l’anno scorso anche la notizia che “La vincitrice alle Olimpiadi di Londra della gara di corsa dei 400 m., Sanya Richard-Ross, ha corso con la bocca chiusa, ed ha imparato e praticato il respiro Buteyko negli ultimi 8 anni”.

 

Fonte: SC Scienza Conoscenza

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