Terapie geniche ex vivo: la nuova frontiera della medicina rigenerativa

Articolo del 16 Luglio 2025
Negli ultimi anni, la terapia genica ha rappresentato una delle rivoluzioni più promettenti nel trattamento di malattie genetiche rare, tumori e disordini del sistema immunitario. Tra le diverse strategie adottate, un approccio particolarmente avanzato e già utilizzato in ambito clinico è quello della terapia genica ex vivo, una tecnica che unisce biotecnologia, ingegneria genetica e trapianto di cellule staminali.
Cos’è la terapia genica ex vivo?
La terapia genica ex vivo consiste nella modifica genetica delle cellule del paziente al di fuori del corpo, in laboratorio, seguita dalla loro reinfusione per ottenere un effetto terapeutico duraturo. In particolare, questo approccio viene utilizzato con cellule staminali ematopoietiche (HSC), cioè le cellule progenitrici del sangue, prelevate dal midollo osseo o dal sangue periferico del paziente.
Le fasi della terapia:
- Prelievo delle cellule staminali: si raccolgono le cellule staminali ematopoietiche dal paziente attraverso procedure standardizzate.
- Modifica genetica in laboratorio: le cellule vengono coltivate e modificate geneticamente tramite vettori virali, spesso basati su lentivirus o retrovirus, per inserire una copia corretta del gene difettoso o introdurre un gene terapeutico.
- Condizionamento con chemioterapia: prima della reinfusione, il paziente viene sottoposto a un regime di chemioterapia di condizionamento, che serve a fare “spazio” nel midollo osseo e favorire l’attecchimento delle cellule corrette.
- Reinfusione delle cellule modificate: le cellule geneticamente corrette vengono quindi reinfuse nel paziente tramite trapianto autologo, ovvero un trapianto con le proprie cellule.
- Ricostituzione ematopoietica: una volta attecchite, le cellule iniziano a produrre cellule del sangue sane, con il gene corretto, offrendo un potenziale beneficio duraturo o permanente.
Applicazioni cliniche
Questo approccio ha già mostrato risultati clinici incoraggianti in diverse patologie:
- Immunodeficienze congenite (es. ADA-SCID, sindrome di Wiskott-Aldrich)
- Talassemia e anemia falciforme
- Leucemie e linfomi (CAR-T ex vivo)
- Malattie metaboliche ereditarie
Uno degli esempi più celebri è Strimvelis, la prima terapia genica ex vivo approvata in Europa per il trattamento dell’ADA-SCID, una rara immunodeficienza congenita.
Vantaggi e sfide
Vantaggi:
- Correzione genetica permanente in molte cellule progenitrici.
- Riduzione del rischio di rigetto, poiché le cellule sono autologhe.
- Possibilità di evitare trapianti da donatori compatibili.
Sfide:
- Costi elevati e infrastrutture complesse.
- Possibili effetti collaterali legati alla chemioterapia di condizionamento.
- Rischi teorici di mutagenesi inserzionale (alterazione indesiderata del DNA).
Conclusione
La terapia genica ex vivo rappresenta una delle strategie terapeutiche più sofisticate e personalizzate oggi disponibili. Sebbene ancora limitata a centri specializzati e indicazioni specifiche, il progresso tecnologico e la crescente comprensione dei meccanismi genetici stanno aprendo la strada a un numero crescente di applicazioni. Con l’obiettivo di passare dalla cura dei sintomi alla correzione delle cause genetiche, la terapia genica ex vivo è destinata a diventare uno dei pilastri della medicina del futuro.
Per approfondimenti: ILFATTOQUOTIDIANO