Tumori. La risposta integrata allo stress responsabile dello sviluppo di cellule resistenti

Articolo del 13 Settembre 2022

Uno studio condotto da ricercatori del St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis (USA) ha individuato il meccanismo attraverso il quale alcune cellule tumorali diventano resistenti ai trattamenti. Lo studio è stato pubblicato da Cell.

La ‘quasi morte’ cellulare indotta dall’avvio dell’apoptosi innescherebbe un processo di salvataggio delle cellule tumorali, dal quale si svilupperebbero cellule resistenti ai trattamenti che formano le recidive. A osservare il meccanismo è stato un gruppo di ricercatori del St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis (USA) che ha pubblicato i risultati dello studio su Cell.

Nell’ambito delle recidive alcune cellule tumorali a volte diventano resistenti ai trattamenti e persistono nonostante le terapie. Queste cellule ‘persistenti’ possono quindi ricostituire una forma dello stesso tumore, più aggressiva. Fino a oggi non è stato chiaro in che modo queste cellule cambino all’inizio e diventino persistenti.

I ricercatori americani hanno osservato che un evento chiave che porta all’apoptosi, il rilascio di proteine del citocromo c dai mitocondri, si verifica anche nelle cellule persistenti. A oggi si è pensato che una volta che il citocromo fosse rilasciato nella cellula, l’apoptosi non potesse arrestarsi, ma sono sempre più le evidenze secondo le quali alcune cellule sopravvivono a questo processo, anche se non se ne è ancora compresa la ragione.

Secondo il team, proprio questo avvio dell’apoptosi, quindi questa esperienza di ‘quasi morte’, sarebbe responsabile della sopravvivenza delle cellule tumorali.

Il rilascio del citocromo c, infatti, attiverebbe un altro processo, la risposta integrata allo stress, che può determinare il superamento del pathway di morte cellulare. La risposta integrata allo stress è normalmente attivata dalle cellule che rilevano un problema e lo “risolvono”. Nelle cellule persistenti, questo meccanismo sospenderebbe l’apoptosi e promuoverebbe l’espressione di geni che prolungano la sopravvivenza.

La promozione simultanea di sopravvivenza e inibizione dell’apoptosi può anche spiegare perché le cellule persistenti diventano resistenti ad altri trattamenti diversi dalle terapie inizialmente usate contro il cancro. E la ricerca può servire anche come base per lo studio di nuovi antitumorali, che colpiscano proteine chiave della risposta allo stress.

 

Fonte: QuotidianoSanità.it

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