Vaccino Covid, perché è bene parlare degli effetti collaterali

Articolo del 31 Dicembre 2020

Febbre, mal di testa, brividi: Antonella Viola spiega i sintomi più frequenti. Che non sono causati dalla puntura: semmai sono il segnale che il sistema immunitario si sta attivando in modo vigoroso. Ed è meglio evitare di prendere antipiretici per abbassare la temperatura.

Ieri avete ricevuto il vaccino e oggi avete febbre, mal di testa, brividi, annebbiamento mentale. Che cosa significa e cosa bisogna fare? Le risposte sono rassicuranti: quelli che avvertite sono soltanto gli effetti collaterali più citati da chi ha ricevuto il vaccino anti Covid di Pfizer, e non bisogna fare nulla di particolare, solo aspettare un giorno o due per tornare alla normalità. Perché questa è la breve durata dei sintomi, che comunque, oltre ad infastidire, possono impedire lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Ma per poco: è un piccolo e sopportabile sacrificio utile al benessere proprio e della comunità. Ma soprattutto bisogna considerare questi sintomi una buona notizia: perché indicano che il vaccino sta funzionando come dovrebbe.

“Non dovremmo nemmeno chiamarli effetti collaterali, perché in realtà sono normali effetti immunologici”, spiega a Repubblica l’immunologo Paul Offit, direttore del Vaccine Education Center al Children’s Hospital di Philadelphia. “Quando il tuo sistema immunitario è stimolato, in questo caso per preparare una risposta immunitaria contro la proteina “spike” del Sars-Cov-2, una parte di questo include i sintomi. Quindi potresti avere una febbricciola, potresti avere affaticamento, potresti avere dolori muscolari o articolari. Ma durerebbero poco. Io mi sono vaccinato sabato scorso, e due giorni dopo ho avuto febbre e affaticamento. Ma non è stato un dramma, e soprattutto ero felice che il mio sistema immunitario rispondesse in quel modo al vaccino: perché è il segno di una immunità vigorosa. In genere chi ha questa reazione ha meno di 55 anni, e di solito la seconda dose ha più effetto della prima. E questo vuol dire che le persone più anziane non hanno questi effetti collaterali perché il loro sistema immunitario non è vigoroso quanto quello dei più giovani”.

Gli effetti collaterali del vaccino anti Covid non sono una sorpresa: “Quello che dobbiamo dire molto chiaramente è che questi sintomi ci sono, e sono anche piuttosto frequenti. Più frequenti che con i vaccini normali: questo va detto alle persone. Che ci sia un 16% di persone che dopo la seconda iniezione avrà la febbre che supera i 38 gradi, è un’informazione che va data. Altrimenti, se succede, poi si rimane spiazzati. Questa percentuale è alta perché i vaccini anti Covid attivano molto la risposta immunitaria” spiega l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica e docente all’università di Padova. “Però quelli che si stanno vedendo oggi sono gli stessi effetti collaterali che si conoscevano già e che erano stati riportati dettagliatamente da Pfizer nel report di conclusione degli studi di fase 3. Quindi sono cose che già si sapevano. L’unica novità che è emersa da questa campagna di vaccinazione, dopo l’approvazione del vaccino, sono i casi di allergia grave, che invece non erano stati riportati nella sperimentazione Pfizer. Questa è stata l’unica sorpresa, e dipende dal fatto che dalla sperimentazione di fase 3 si escludono le persone che hanno problemi di allergie molto gravi”.

Ieri avete ricevuto il vaccino e oggi avete febbre, mal di testa, brividi, annebbiamento mentale. Che cosa significa e cosa bisogna fare? Le risposte sono rassicuranti: quelli che avvertite sono soltanto gli effetti collaterali più citati da chi ha ricevuto il vaccino anti Covid di Pfizer, e non bisogna fare nulla di particolare, solo aspettare un giorno o due per tornare alla normalità. Perché questa è la breve durata dei sintomi, che comunque, oltre ad infastidire, possono impedire lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Ma per poco: è un piccolo e sopportabile sacrificio utile al benessere proprio e della comunità. Ma soprattutto bisogna considerare questi sintomi una buona notizia: perché indicano che il vaccino sta funzionando come dovrebbe.

“Non dovremmo nemmeno chiamarli effetti collaterali, perché in realtà sono normali effetti immunologici”, spiega a Repubblica l’immunologo Paul Offit, direttore del Vaccine Education Center al Children’s Hospital di Philadelphia. “Quando il tuo sistema immunitario è stimolato, in questo caso per preparare una risposta immunitaria contro la proteina “spike” del Sars-Cov-2, una parte di questo include i sintomi. Quindi potresti avere una febbricciola, potresti avere affaticamento, potresti avere dolori muscolari o articolari. Ma durerebbero poco. Io mi sono vaccinato sabato scorso, e due giorni dopo ho avuto febbre e affaticamento. Ma non è stato un dramma, e soprattutto ero felice che il mio sistema immunitario rispondesse in quel modo al vaccino: perché è il segno di una immunità vigorosa. In genere chi ha questa reazione ha meno di 55 anni, e di solito la seconda dose ha più effetto della prima. E questo vuol dire che le persone più anziane non hanno questi effetti collaterali perché il loro sistema immunitario non è vigoroso quanto quello dei più giovani”.

Gli effetti collaterali del vaccino anti Covid non sono una sorpresa: “Quello che dobbiamo dire molto chiaramente è che questi sintomi ci sono, e sono anche piuttosto frequenti. Più frequenti che con i vaccini normali: questo va detto alle persone. Che ci sia un 16% di persone che dopo la seconda iniezione avrà la febbre che supera i 38 gradi, è un’informazione che va data. Altrimenti, se succede, poi si rimane spiazzati. Questa percentuale è alta perché i vaccini anti Covid attivano molto la risposta immunitaria” spiega l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica e docente all’università di Padova. “Però quelli che si stanno vedendo oggi sono gli stessi effetti collaterali che si conoscevano già e che erano stati riportati dettagliatamente da Pfizer nel report di conclusione degli studi di fase 3. Quindi sono cose che già si sapevano. L’unica novità che è emersa da questa campagna di vaccinazione, dopo l’approvazione del vaccino, sono i casi di allergia grave, che invece non erano stati riportati nella sperimentazione Pfizer. Questa è stata l’unica sorpresa, e dipende dal fatto che dalla sperimentazione di fase 3 si escludono le persone che hanno problemi di allergie molto gravi”.

Ma tutti gli altri sintomi li conoscevamo già, e sappiamo che sono causati dall’infiammazione, ossia dalla risposta del sistema immunitario. In alcune persone il sistema immunitario reagisce più che negli altri, e quindi causa anche la febbre, il dolore alle ossa, il mal di testa. “Sono effetti delle molecole dell’infiammazione che viaggiano nell’organismo e agiscono causando dolore e febbre. Sia le citochine che altri mediatori dell’infiammazione vengono prodotti e vanno in circolo a creare questi sintomi. È un po’ quello che ci succede con le infezioni”, spiega Antonella Viola. “Quando abbiamo un’infezione, come l’influenza, non è il virus di per sé che ci sta causando il mal di testa o la febbre. Ma è la risposta del sistema immunitario che lo sta combattendo. E qui succede la stessa cosa. Quindi i sintomi che si hanno sono una conseguenza dell’attivazione del sistema immunitario. E infatti sono più frequenti e saranno più frequenti nelle seconde somministrazioni del vaccino. Perché il sistema immunitario sarà più pronto a combattere”.

Effetti collaterali più marcati con la seconda dose

Un dato che sta emergendo dalle vaccinazioni di massa che sono iniziate in molti Paesi, seppure per ora riservate soprattutto al personale sanitario, è che la seconda dose del vaccino provoca una reazione immunitaria più forte. E quindi effetti collaterali più forti. “Anche questo è normale: succede perché quando ti somministrano la seconda dose hai già i linfociti B e i linfociti T predisposti (per effetto della prima dose) per riconoscere la proteina” spiega Paul Offit. “E quindi possono reagire più velocemente e proliferare, e produrre le loro citochine, le proteine immunologiche associate a effetti collaterali come la febbre”. Febbre associata magari a brividi, come riporta un articolo recente del New York Times che intervista cittadini americani appena vaccinati. “Sono sempre i mediatori dell’infiammazione che causano i brividi”, puntualizza Antonella Viola. “Il brivido è un sistema che utilizziamo per far alzare la temperatura del nostro corpo. Facciamo così perché la temperatura aiuta a combattere le infezioni. Sono effetti del tutto normali”.

Viva la febbre

Insomma la febbre post vaccino dovrebbe essere considerata a tutti gli effetti un buon segno, da accogliere con un minimo di spirito di sopportazione e un più lungimirante senso di sollievo: “Perché ogni essere che cammina, striscia, nuota o vola sulla faccia del pianeta può avere la febbre? La ragione è semplice: perché il sistema immunitario lavora meglio se la temperatura è più alta del normale – spiega Offit – se guardi alle persone che si vaccinano e poi trattano la loro febbre con antipiretici, vedi che hanno anche una minor risposta immunitaria al vaccino. Similmente, se guardi alle persone che hanno una varietà di malattie infettive, vedrai che chi di loro riduce la febbre con antipiretici tende ad avere malattie che durano più a lungo. Questo per dire che non  dovremmo essere così veloci nel trattare la febbre”.

Mi è venuta la febbre: colpa del vaccino o del virus?

Chi fosse particolarmente ipocondriaco e scambiasse i sintomi dell’immunizzazione con i sintomi dell’infezione dal virus – magari perché teme di essersi contagiato per un contatto occasionale con qualcuno nel luogo dove ha ricevuto il vaccino – ha un modo per discernere tra realtà e ombre dell’immaginazione: “Se viene la febbre il giorno dopo il vaccino, e nel giro di 24 ore questa febbre sparisce, la logica ci fa pensare che sia a causa del vaccino” spiega Antonella Viola. “Se viene la tosse, invece, no: quella non può essere effetto del vaccino, perché viene a causa della replicazione del virus nei polmoni”.

Dolore al braccio

Un sintomo che è inequivocabilmente legato al vaccino, invece, è il dolore al braccio vaccinato. “Questa è la cosa più normale: è l’effetto locale dell’infiammazione – spiega Viola – quando c’è un’infiammazione, si producono delle molecole che vanno a stimolare i nostri nervi sensoriali e quindi causano la sensazione di dolore. Quindi è dovuto chiaramente a un effetto locale, che poi passa. Del resto la sensazione di indolenzimento nella zona in cui il vaccino è inoculato si ha anche con gli altri vaccini”.

La nebbia mentale

Uno dei sintomi più citati nell’immediato periodo post-vaccino è una sorta di annebbiamento delle proprie capacità cognitive, che rende difficile concentrarsi ed eseguire compiti di una certa complessità. “Anche questa sensazione di confusione dipende dall’attivazione della risposta immunitaria, quindi da queste molecole che riescono ad arrivare al livello del sistema nervoso centrale e che ci causano una sensazione di stanchezza e confusione” ci rassicura Antonella Viola. “Lo abbiamo tutti sperimentato quando abbiamo l’influenza: ci sono volte in cui abbiamo la febbre, altre in cui ci fanno male le ossa e i muscoli, e altre in cui siamo stanchi, confusi e abbiamo più bisogno del solito di dormire. Sono tutte manifestazioni della risposta del sistema immunitario”.

Reazioni allergiche

Se si esclude dalla vaccinazione chi soffre di allergie serie, come quelle alimentari, per il rischio di shock anafilattico, non dovrebbero esserci particolari motivi d’allarme riguardo alle reazioni allergiche in soggetti sani. In genere per tutti i vaccini c’è circa una persona su un milione che ha una seria reazione allergica. È il motivo per cui a chiunque si vaccini è raccomandato di rimanere in ambulatorio per 15 minuti, proprio per assicurarsi che non si abbia quella reazione” spiega Offit. “Riguardo ai vaccini Covid, non so cosa succederà quando decine di milioni di dosi saranno somministrate: magari potrebbe esserci una seria reazione allergica un po’ più frequente rispetto alla norma: lo scopriremo. Ma in ogni caso le serie reazioni allergiche sono facilmente riconoscibili e trattabili.

Vale senz’altro la pena di vaccinarsi

È importante ricordare che tutte le reazioni che abbiamo descritto sono temporanee: “Scompaiono nel giro di un giorno. E sono di gran lunga preferibili al rischio di contrarre il Covid” spiega Antonella Viola. “Tra l’altro non toccheranno a tutti: capiterà all’incirca al 13% – 16% delle persone di avere mal di testa o febbre. È un piccolo sacrificio che ci viene richiesto per proteggere noi stessi, i nostri cari e la comunità da un problema ben più grave. Perché è vero che da un punto di vista statistico nei giovani il Covid non fa gravi danni. Ma capita anche di vedere dei giovani in terapia intensiva. Nessuno può considerarsi completamente al sicuro dal Covid: il vaccino è l’unico modo per uscirne”. Quindi sì, sono effetti collaterali, ma non è niente di grave. “Se non nel caso di persone fortemente allergiche, non c’è al momento nessun effetto grave riportato” chiosa Antonella Viola. ”E, in ogni caso, questi pazienti con episodi precedenti di anafilassi sono stati esclusi dalla vaccinazione”.

Fonte:  La Repubblica

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