Approccio compassionevole, ascolto del respiro, del corpo e dello spirito

Articolo del 25 Gennaio 2023

«Il velo dell’oblio, del sonno dell’anima, è ciò che temporaneamente separa ogni uomo o donna in cammino verso la propria autorealizzazione», così apre il suo capitolo Alessandra Chiarini, co-autrice del libro ”Psicosofia.Un ponte tra psicologia e spiritualità”  , che propone una visione rinnovata nella conoscenza dell’essere umano integrando antiche tradizioni orientali e occidentali con le nuove scoperte scientifiche.

Nello spazio di questo capitolo la dottoressa Chiarini propone un estratto profondo delle modalità e delle pratiche di accompagnamento delle anime, integrate nel suo lavoro psicosofico. Ciò che mette in risalto dell’atteggiamento psicosofico è «partire dal rispetto e dall’accoglienza dei propri limiti, tramite l’arte dell’ascolto vero, ricettivo e compassionevole» per trascendere i propri limiti.

«Riprendendo la tradizione buddista e la Mindful Compassion (Gilbert et al.,2013) possiamo avvicinarci all’altro integrando quattro tipi di contemplazione: la gentilezza amorevole, la gioia empatica, la serenità e la compassione (karuṇā), cioè il desiderio che tutti gli esseri siano liberati dalla sofferenza e dalle sue cause – spiega Chiarini – L’approccio compassionevole verso il compagno di viaggio, consiste nel favorire l’accettazione consapevole di ciò che è presente, incluso il dolore, per fare emergere “il testimone”, quella parte più stabile interna che contempla il flusso dei cambiamenti percettivi, emotivi, dei pensieri senza identificarsi con essi».

«Grazie a pratiche di visualizzazione e percezione corporea ed emozionale possiamo accompagnare l’altro a un sentire via via più compassionevole – testimonia la dott.ssa Chiarini – Così è possibile sviluppare il sé compassionevole finché diventi un punto stabile della coscienza, in grado di accogliere amorevolmente la propria sofferenza e quella altrui. Laddove riusciamo ad abbracciare la sofferenza possiamo cogliere la bellezza e la gioia di vivere. La crisi durante il percorso della vita diviene per l’anima/personalità/maschera una preziosa opportunità di risveglio e di scelte più consapevoli e meno reattive rispetto ai condizionamenti delle forme-pensiero. Nei momenti di crisi può accadere che l’anima sperimenti lampi di risveglio, come se ricevesse uno scossone inatteso e molto intenso che va a rompere gli schemi. Il risveglio è costituito da una serie di crisi che progressivamente espandono l’anima-personalità, avvicinandola a una parte di noi più vera, libera e stabile, che possiamo chiamare “spirito” e che non è condizionata dagli attaccamenti terreni, contempla il fluire dell’anima più densa e invischiata e funge da faro che illumina la via».

La dott.ssa Chiarini riprende la visione dell’antroposofia di Rudolf Steiner, approfondita dal medico Angelo Antonio Fierro, relativamente alle crisi lungo la spirale biografica scandita da un ritmo settenario al fine di riconnettersi alla componente spirituale. Al processo di osservazione di sé e a quello di lettura compassionevole della spirale biografica la Chiarini affianca un lavoro di radicamento nel proprio corpo fisico e di questo alla Terra , madre e nutrice accogliente generosa di tutti gli esseri viventi. Questo processo che va dal “pensare” al “sentire” stimola la sincronica integrazione dell’energia vitale, delle emozioni/sentimenti e dei pensieri portando una coerenza che consente di percepire un centro più stabile dentro di Sé.

«Il respiro e il flusso dell’energia vitale come strumento di percezione e integrazione è uno spazio dedicato all’esplorazione del respiro come veicolo dell’energia vitale, approfondito sia dalla disciplina Bioenergetica di Alexander Lowen (1990), sia dalle più antiche discipline orientali tra cui lo yoga tantrico non duale del Kashmir. Il Prāṇāyāma diviene l’arte di governare l’energia Vitale per ricondurci al senso di fusione con la Sorgente. La dottoressa Chiarini riprende, tramite la sua insegnante di yoga Clemi Tedeschi, allieva di Eric Baret, la capacità di ascolto del corpo e del respiro passando dal sentire la parte più densa e grossolana al percepire la parte più sottile, spaziosa, energetica» spiega Chiarini.

Così il corpo viene percepito come prolungamento naturale del respiro cui segue una sensazione di Unione. «Il corpo inizia a essere percepito come un tempio sacro che ospita la coscienza personale, un raggio luminoso emanato,come fa il sole, dalla Coscienza universale. Riconoscere la coscienza personale e quella universale come identiche può essere una scoperta illuminante. Secondo Baret (2005), l’ascolto del corpo nel respiro, e del respiro nello spazio, conduce senza sforzo al dissolvimento della volontà egoica della personalità, verso la vera percezione dell’Unità».

 

Fonte: TerraNuova.it

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