Buoni Pasto: cosa cambia dal 1° settembre 2025

Articolo del 03 Settembre 2025

Commissioni ridotte per esercenti

A partire dal 1° settembre 2025, le società emittenti di buoni pasto (come Edenred, Sodexo, Day, etc.) non potranno più applicare commissioni superiori al 5% del valore nominale del buono ai bar, ristoranti, supermercati e altri esercenti convenzionati.

In passato, queste commissioni potevano arrivare fino al 20‑25%, gravando pesantemente sui margini degli esercenti.

Transizione graduale: contratti esistenti vs nuovi

I contratti già in essere continueranno a essere validi con le condizioni attuali fino al 31 dicembre 2025, anche se la nuova normativa sarà applicata a partire da settembre.

Le nuove convenzioni firmate dal 1° settembre 2025 in poi sono già soggette al limite del 5%.

Dal 1° gennaio 2026, il limite del 5% sarà obbligatorio per tutti i buoni pasto, inclusi quelli emessi prima della data di entrata in vigore, e i contratti dovranno essere adeguati.

Cosa cambia per i lavoratori

Per i lavoratori, la norma non comporta cambiamenti diretti: il valore nominale dei buoni resta invariato e vengono mantenute le agevolazioni fiscali (esenzione fino a 8 € per buoni elettronici e fino a 4 € per quelli cartacei).

Tuttavia, con commissioni più basse, è probabile che più esercenti aderiscano al circuito, offrendo maggiore flessibilità nella spesa e più opzioni per i lavoratori.

Implicazioni per le aziende (emettitrici)

Le società emettitrici temono una riduzione dei ricavi, avendo meno margini dalla vendita dei buoni. Potrebbero compensare con:

  • aumenti dei prezzi per le aziende acquirenti dei buoni,
  • riduzioni del valore facciale dei buoni stessi,
  • allungamento dei tempi di rimborso

Secondo alcune stime, il costo aggiuntivo per le aziende potrebbe essere significativo: fino a circa 153 €–180 € a lavoratore all’anno. Detto ciò, l’IVA agevolata (le emettitrici pagano l’IVA al 4% e la vendono al 10%) offre ancora un margine fiscale.

Vantaggi per esercenti e filiera

L’abbattimento delle commissioni porterà a un risparmio stimato di circa 400 milioni di euro all’anno per gli esercenti. Ciò potrebbe rilanciare la convivenza e accettazione dei buoni pasto da parte di più esercenti, inclusi quelli che finora li escludevano per mancanza di convenienza. Si auspica anche una maggiore diffusione dello strumento come welfare aziendale, grazie a una rete più ampia di accettazione.

Conclusione

La novità del 1° settembre 2025 sancisce un passaggio importante verso un sistema dei buoni pasto più equo e sostenibile. Mentre gli esercenti ne traggono benefici immediati, le società emettitrici devono adattare i loro modelli economici. I lavoratori, al contrario, non riscontreranno impatti diretti, ma potrebbero godere di più flessibilità e scelta nella fruizione dei buoni pasto. Tutto sommato, un cambiamento che può rafforzare il ruolo di questo strumento nelle politiche di welfare aziendale.

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