Caldo e freddo: come reagisce l’organismo

Articolo del 16 Gennaio 2023

Sia gli ambienti caldi che quelli freddi innescano una risposta allo stress nel corpo umano e possono portare a problemi cardiovascolari. Un team di ricercatori dell’Università di innsbruck ha recentemente studiato entrambi i fattori in due lavori pubblicati rispettivamente da Scientific Reports e da Experimental Physiology.

Sia gli ambienti caldi che quelli freddi provocano una risposta di stress nell’organismo umano e possono portare a problemi cardiovascolari. Un team di ricercatori dell’Università di Innsbruck, in Austria, ha condotto su questo tema due studi pubblicati da Scientific Reports e da Experimental Physiology.

Le attuali crisi climatica ed energetica sono tra le più grandi preoccupazioni del nostro tempo e hanno effetti fisici diretti sulla salute delle persone. Il team ha indagato le risposte fisiologiche a ondate di caldo e freddo, focalizzandosi sul sistema cardiovascolare, individuando le temperature alle quali possono essere esposti i corpi, per indagare le variazioni stagionali delle morti per cause cardiovascolari.

Lo studio sulle ondate di calore, in particolare, ha analizzato sette uomini che hanno trascorso nove giorni lavorativi consecutivi in un laboratorio controllato. Nei primi e negli ultimi tre giorni, le temperature variavano tra 25,1 e 25,7 gradi durante il lavoro e tra 21,8 e 22,8 gradi durante i periodi di riposo. Dal quarto giorno al sesto, invece, veniva riprodotta l’ondata di calore, con ambienti a temperatura tra 35,2 e 35,8 gradi durante il lavoro e tra 25,5 e 27,1 durante le pause, comprese quelle notturne di riposo. Il protocollo includeva anche stress ortostatico con cambi di postura, per valutare lo stress cardiovascolare e termoregolatorio nei lavoratori.

E’ emerso che anche lievi ondate di calore causano un aumento delle temperature della pelle e un aumento del flusso sanguigno a livello cutaneo. Mentre queste reazioni fisiologiche aiutano il corpo contro il surriscaldamento nei momenti di pausa, quando si sta in piedi l’organismo deve difendere la temperatura interna e mantenere la pressione sanguigna per prevenire lo svenimento. E molte di queste risposte persistono anche dopo l’ondata di calore.

Nel secondo studio lo stesso gruppo ha esaminato l’impatto di esposizione a freddo lieve sul sistema cardiovascolare, focalizzandosi, in questo caso, sui meccanismi che sono responsabili dell’aumento della pressione sanguigna, in particolare l’aumento della resistenza vascolare, ovvero la vasocostrizione, dovuta a cambiamenti nel flusso sanguigno nel muscolo scheletrico o semplicemente nella pelle.

I ricercatori hanno raffreddato la pelle di 34 soggetti dalla normale temperatura di 32-34 gradi a 27 gradi. In un caso veniva raffreddato tutto il corpo e in un altro veniva raffreddato solo il volto. Il team ha osservato che quando veniva raffreddata l’intera superficie del corpo, la pressione sanguigna aumentava per un incremento della resistenza vascolare della pelle, anche se c’era un leggero aumento riflesso nella resistenza a livello dei vasi dei muscoli scheletrici. Quando, invece, veniva raffreddato solo il volto si verificava un aumento simile della pressione sanguigna dovuto a un aumento riflesso nella resistenza vascolare della pelle in tutto il corpo. Il team ha quindu dimostrato che i meccanismi responsabili dell’aumento della pressione sanguigna durante l’esposizione al freddo dipendono da quale parte del corpo viene raffreddata.

 

Fonte: QuotidianoSanità.it

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