COVID-19: Così la voce rivelerà se sei positivo.

Articolo del 19 Settembre 2020

Grazie alla ricerca sarà possibile ”misurare” il livello di gravità dell’infezione oltre che di monitorarne il decorso, anche nella fase di guarigione successiva alla dimissione dall’ospedale.

Dica 33. È sulla base del suono che il medico durante l’auscultazione dei polmoni con lo stetoscopio individua se c’è un problema polmonare. Una tecnica nota che ha il limite dell’orecchio umano, una bassa sensibilità e quindi non è in grado di rilevare impercettibili fluttuazioni nella voce. La tecnologia che sfrutta la sensibilità del microfono e la capacità del machine learning può invece fare molto di più.

«Attraverso l’analisi della voce e della tosse riusciamo a ricavare fino a 6.300 parametri» ci spiega Giovanni Saggio, professore di Ingegneria elettronica all’Università di Roma Tor Vergata, che 11 anni fa ha immaginato di sfruttare un algoritmo di intelligenza artificiale per analizzare le alterazioni della voce ai fini diagnostici. E ora, con lo spinoff dell’Università Voicewise e diversi centri ospedalieri, senza finanziamenti e con device forniti da Huawei, ha avviato con il suo team un progetto pilota di ricerca dei biomarcatori della voce per l’infezione da Covid-19.

Test sulla gravità e monitoraggio

Ma la ricerca si spinge oltre: cioè anche di ”misurare” il livello di gravità dell’infezione oltre che di monitorarne il decorso, anche nella fase di guarigione successiva alla dimissione dall’ospedale o nei pazienti in isolamento domiciliare.

«Questa tecnologia è già stata impiegata con successo per il supporto alla diagnosi di altre malattie come il Parkinson e la disfonia (con livelli di accuratezza rispettivamente del 95% e 97%) e, sviluppata da altri centri di ricerca esteri, la Sla, le malattie cardiache, il diabete, distinguendo addirittura se di tipo 1 o 2 – continua Saggio – In più, con questo sistema si può tenere sotto controllo l’iter della malattia e valutare l’efficacia di un farmaco. Tutto questo in modo rapido, economico e non invasivo».

Accuratezza diagnostica

I risultati preliminari indicano un’accuratezza di questo sistema nella diagnosi di Covid superiore al 90%. «Abbiamo confrontato l’analisi della voce dei pazienti positivi al virus con volontari sani, omogenei per età, genere ed etnia. Poi abbiamo eseguito il nostro “test vocale” anche sui guariti e abbiamo verificato che per alcuni di loro i parametri della voce non erano rientrati nella normalità. In effetti, costoro non avevano ancora riacquistato completamente l’odorato oppure il riconoscimento dei sapori, e l’algoritmo è stato capace di individuare questa alterazione.

Non solo. Due casi negativi al tampone, sono risultati positivi all’algoritmo e, siccome a giudizio dei medici avevano qualche sintomo riconducibile al Covid-19, sono stati sottoposti al test sierologico che ha confermato la positività».

L’intelligenza artificiale per diagnosi di Covid non ha certo l’ambizione di sostituirsi ai test in uso, ma è uno strumento che può affiancare e fornire informazioni aggiuntive rispetto ai sistemi tradizionali. Nel pieno rispetto della privacy. La struttura ospedaliera infatti associa un codice al paziente che accede alla web app, dove registra la propria voce: ripetendo due proverbi, i giorni della settimana e tre colpi di tosse.

Fonte24+ de IlSole24Ore