Cure domiciliari Covid-19, Ministero aggiorna protocollo: ecco cosa cambia

Articolo del 27 Aprile 2021

La circolare sostituisce le linee guida di novembre. A casa paracetamolo e Fans; anticorpi monoclonali solo nella prima fase dell’infezione. No a cortisone, eparina e antibiotici. Se la saturazione scende sotto il 92% valutare ricovero o ossigenoterapia in casa.

La nuova circolare del Ministero della Salute Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Sars-Cov-2”, firmata dal direttore Gianni Rezza, sostituisce la precedente del 30 novembre 2020. Il documento stabilisce le modalità di gestione domiciliare dei pazienti Covid da parte di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta sulla base delle evidenze scientifiche attuali. Poche le novità rispetto al documento precedente, ma l’esigenza di fare chiarezza nasce dalle numerose polemiche sull’argomento che avevano provocato vari ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. Da qui, la necessità di indicazioni aggiornate destinate a medici, caregiver, infermieri e pazienti stessi.

Cure domiciliari Covid-19: le nuove indicazioni del Ministero

Il protocollo riguarda i soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici per i quali i medici devono attuare la vigile attesa e la sorveglianza clinica attiva con un monitoraggio costante dei parametri vitali e delle condizioni cliniche. Parliamo di pressione arteriosa, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, temperatura corporea, livello di coscienza e saturazione di ossigeno.

Il punto sui farmaci non presenta grandi differenze: per chi ha sintomi lievi, resta invariata l’avvertenza di assumere paracetamolo e FANS in caso di febbre, dolori articolari o muscolari. L’uso dei corticosteroidi continua ad essere raccomandato «esclusivamente nei soggetti con malattia Covid-19 grave che necessitano di supplementazione di ossigeno».

Il Ministero precisa che la terapia precoce con steroidi si è rivelata inutile, se non dannosa, perché può inficiare lo sviluppo di un’adeguata risposta immunitaria. L’eparina è opportuna «solo in soggetti immobilizzati per l’infezione in atto», mentre l’uso di antibiotici è da riservare esclusivamente ai casi nei quali sia sospettata l’infezione batterica e dimostrata da un esame microbiologico. Inoltre, «un ingiustificato utilizzo degli antibiotici può determinare l’insorgenza e il propagarsi di resistenze batteriche che potrebbero compromettere la risposta a terapie antibiotiche future».

Saturazione sopra al 92%

Il saturimetro, lo strumento che misura la capacità polmonare, è l’alleato dei pazienti affetti da Covid-19 e domiciliati. Il Ministero stabilisce, come a novembre, che è da considerare come valore soglia di sicurezza il 92% di saturazione dell’ossigeno in aria ambiente, sotto al quale è suggerito il ricovero in ospedale o l’ossigenoterapia in casa.

No idrossiclorochina e antivirali. «Nessuna evidenza da vitamine e integratori»

Le linee guida ribadiscono che l’efficacia dell’idrossiclorochina «non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti». Continua ad essere vietato anche somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri conviventi per il rischio di diffusione del virus nell’ambiente. I pazienti devono continuare a seguire le terapie croniche in atto per altre patologie (antipertensive, ipolipemizzanti, ipoglicemizzanti, anticoagulanti o antiaggreganti) ma è sconsigliato l’uso di benzodiazepine, soprattutto ad alto dosaggio, per il rischio di depressione respiratoria.

Restano sconsigliati supplementi vitaminici e integratori alimentari, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina per mancanza di «evidenze solide e incontrovertibili». Identica la posizione sugli antivirali: «L’utilizzo di Lopinavir/ritonavir o darunavir/ritonavir o cobicistat non è raccomandato né allo scopo di prevenire né allo scopo di curare l’infezione».

Gli anticorpi monoclonali entro i primi dieci giorni

La novità del protocollo riguarda i monoclonali. La valutazione dei pazienti da trattare con anticorpi monoclonali spetta a MMG, pediatri e medici delle Usca. Si raccomanda di indirizzarli verso le strutture di riferimento, meglio ospedali o centri pronti a gestire eventuali reazioni avverse gravi. Si specifica che la terapia è riservata ai malati ad alto rischio di sviluppare forme gravi e con sintomi di recente insorgenza, mai oltre i dieci giorni.

Le raccomandazioni per bambini e anziani

Nel nuovo documento suggerimenti per la gestione di bambini e anziani: nessun farmaco ai bambini asintomatici; con febbre superiore a 38,5 e sintomi simil-influenzali è consigliabile somministrare paracetamolo o ibuprofene. È raro che debbano essere assunti antibiotici, no ai cortisonici.

Nei pazienti anziani sono meno frequenti febbre, tosse, disturbi gastrointestinali, ageusia/disgeusia e anosmia. Demenza senile o altre malattie neurodegenerative possono rendere difficile l’identificazione dell’infezione. Per questo, il Ministero propone di considerare come sintomi atipici di Covid-19 delirium, cadute, apatia, sonnolenza, confusione/disorientamento e modifica dello stato funzionale.

 

Fonte: Sanità Informazione

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