Il problema della pressione arteriosa oggi è molto diffuso perché le linee guida licenziate dalle società di cardiologia, ma ispirate dai produttori di farmaci antipertensivi, richiedono oggi valori pressori bassissimi, che quasi nessuno ha. Basta qualche anno in più dei 18, qualche fetta di salame o formaggio settimanale e un filo di sedentarietà per vedere subito superati i famosi 120 su 80, e si trova subito qualche collega pronto a prescrivere un beta-bloccante o un ace-inibitore. Questa non è la via curativa perseguita dai medici di segnale che ritengono invece che la pressione rappresenti il lavoro “necessario” al corpo per irrorare con efficienza ogni parte dell’organismo (cervello in primis). Se un farmaco abbassa artificialmente la pressione il corpo dovrà fare doppia fatica per ripristinare i valori precedenti, a lui funzionali, che gli consentano di ossigenare l’intero corpo. Ecco perché gli antipertensivi non funzionano mai, e vi sono pazienti che a 70 anni ne assumono cinque diversi!

Come fare dunque ad abbassare un po’ la  “minima” (diastolica) quando oscilla tra i 90 e i 100 come nel caso del nostro lettore?

Gli strumenti che usa il medico di segnale sono l’alimentazione, il movimento (stile di vita) e l’integrazione.

Dobbiamo ricordarci che la pressione risente sia dell’eccesso di sale che di zucchero: quest’ultimo perché genera picchi glicemici e contropicchi reattivi, da cui si esce con cortisolo e adrenalina, noti ormoni proipertensivi. Il sale invece è contenuto, oltre che nella saliera, in tanti alimenti di cui non ci accorgiamo: salumi, formaggi, pizza, pane, sughi, dadi da brodo, sottaceti, sottoli, pane, biscotti, cibi pronti, frutta secca salata, olive, capperi, acciughe ecc. Un adeguato controllo può davvero abbassare i valori pressori.

Lo zucchero è anch’esso nascosto ovunque, oltre che nella zuccheriera: nella tazzina di caffè o nel tè, nel latte di riso, nel gelato, nel ghiacciolo, nella caramella, nel biscotto, nella brioche, nella marmellata, nel riso del sushi, nei muesli industriali, nelle scatole di piselli o di mais, nella ketchup, nelle torte, nei dolciumi, nelle bibite gassate. È davvero ovunque! Controllarne l’assunzione non solo ci abbasserà la pressione ma ci farà anche dimagrire in salute.

Uno dei più forti controllori della pressione è però il movimento fisico: bastano 30’ al giorno di attività per far scendere i valori di diverse unità.

Muoversi- come scriviamo in un altro articolo della rivista – non abbassa solo la pressione, ma è la vera chiave della nostra salute.

Anche le arrabbiature e gli stress, naturalmente, producendo cortisolo e adrenalina, generano innalzamenti pressori. Prenderla un po’ di più con filosofia può sicuramente aiutare.

L’integrazione naturale infine si può attuare con biancospino, foglie d’ulivo, aglio. A questo proposito l’integrazione con arginina può sempre essere utile, ma molto più utili, da questo punto di vista, sono le modifiche allo stile di vita: la riduzione dello stress, il movimento regolare quotidiano ed anche il dimagrimento che però deve essere ottenuto con una dieta sana e completa o altrimenti può addirittura giocare nella direzione opposta.

Farmaci o integratori possono aiutare, ma che il problema della pressione si risolve e guarisce solo con modifiche permanenti (e intelligenti) al proprio stile di vita.

 

Fonte: L’Altra medicina

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