Parlare di prevenzione quaternaria è difficile per i medici e spesso è un argomento sconosciuto per i pazienti. Eppure, si tratta di essere prudenti e coscienziosi nell’uso delle risorse mediche.

La prevenzione quaternaria è un concetto molto dibattuto in campo medico. Molti professionisti non sono favorevoli al suo utilizzo come guida per le politiche di sanità pubblica, e alcuni addirittura ne negano la validità.

Con il passare del tempo e l’emergere di nuovi progressi tecnologici, è chiaro che abbiamo bisogno di una prevenzione quaternaria. Come vedremo in questo l’articolo, godere delle giuste risorse sanitarie dipende dalla sua corretta applicazione.

La prevenzione quaternaria è stata definita come un complesso di tecniche e di azioni intraprese per evitare un uso eccessivo delle risorse sanitarie da parte degli operatori sanitari e dei pazienti. Ciò include evitare i trattamenti e le pratiche inutili e offrire alternative etiche.

L’idea di lanciare una prevenzione quaternaria nasce nel 1986, quando diversi ricercatori e medici iniziarono a mettere in guardia sui rischi di una eccessiva medicalizzazione della vita quotidiana.

Dobbiamo chiarire che questa prevenzione non mira a limitare i progressi medici, bensì a razionalizzarli. Per questo i pazienti sono coinvolti nel processo, poiché il medico è solo un anello in più della lunga catena che sostiene la medicalizzazione della vita quotidiana.

In definitiva, la prevenzione quaternaria ha lo scopo di fornire sicurezza ai pazienti. Nessuno di noi vorrebbe essere vittima di accanimento terapeutici o essere costretto a spendere più soldi di quanti siano necessari per curarsi.

I tipi di prevenzione

Si parla di prevenzione quaternaria perché le misure vengono suddivise per gradi:

  • Primaria: è la prevenzione che si effettua con le persone non ancora malate. Cerca di prevenire la malattia.
  • Secondaria: è la diagnosi precoce. Una persona ha una malattia, ma non lo sa, perché non ha ancora sviluppato i sintomi. Rilevandoli in tempo, la prognosi migliorerà.
  • Terziaria: il miglior trattamento disponibile per la persona malata in modo da prevenire l’acutizzazione e conseguenze che alterano la qualità della vita in futuro.
  • Quaternaria: la prevenzione che limita l’uso indiscriminato delle risorse mediche.

Esempi di abuso

Possiamo capire meglio la prevenzione quaternaria ricordando il frequente abuso delle risorse sanitarie a disposizione. Sebbene spesso non lo si noti chiaramente, la medicalizzazione, ovvero l’attribuzione di elementi medici a un evento di altra natura, ad esempio sociale o psichica, è diventata una costante della nostra vita.

Tra gli abusi troviamo l’eccesso degli esami diagnostici. Alcuni test di prevenzione primaria vengono indicati dallo specialista, ma molti altri non godono di alcun supporto scientifico.

D’altra parte, alcune convinzioni si diffondono ignorandone la validità scientifica. Per esempio, il fatto che la mammografia sia indicata a partire da una precisa età, spinge molte donne a considerarla inutile durante la giovinezza.

Pensiamo anche alle radiazioni a cui dobbiamo sottoporci quando ci sottoponiamo a radiografia o scansioni TC. L’eccessiva prescrizioni di diagnostica per immagini potrebbe causare un aumento delle patologie legate alle radiazioni.

Nemmeno i farmaci e le medicine sono esenti dalla medicalizzazione. È molto comune prescrivere antibiotici per le infezioni virali, il che provoca resistenza batterica ed effetti avversi nel paziente. A seguito di questi effetti negativi, la situazione iniziale, probabilmente semplice, peggiora e si complica.

L’abuso di farmaci è un altro esempio. Molte persone anziane devono assumere un gran numero di pillole al giorno che interagiscono tra loro senza migliorarne la qualità della vita. Poiché ogni specialista in un ramo diverso prescrive un farmaco specifico, nessuno controlla se gli effetti dell’uno e dell’altro si contrastano a vicenda.

Come fare prevenzione quaternaria?

È logico, quindi, chiedersi come fare prevenzione quaternaria. Parte del compito deve essere svolto dai medici e parte dai pazienti. È fondamentale non confondere la prevenzione primaria con i trattamenti.

Quando una persona vuole conoscere il proprio stato di salute, non deve necessariamente farsi prescrivere un farmaco. Né dovrebbe sottoporsi a tutta una serie di procedure inutili che non offriranno alcun beneficio.

Va notato anche che le nuove tecnologie non sempre offrono risultati migliori. Ci sono antibiotici creati decenni fa più efficaci, economici e innocui di quelli nuovi.

Nemmeno la salute mentale sfugge alla medicalizzazione. Molti bambini ricevono una diagnosi di disturbo da deficit di attenzione/iperattività sebbene in realtà non presentino questo problema. Si adottano misure nei loro confronti del tutto controproducenti per il loro sviluppo.

Non è certo una situazione che potrà cambiare da un giorno all’altro, ma la prevenzione quaternaria deve essere una possibile strada da intraprendere. Tra i suoi vantaggi, può offrirci maggiore sicurezza in quanto pazienti e mettere a disposizione di tutti le risorse mediche disponibili.

 

Fonte: Vivere più sani

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