Grazie a una tecnica di analisi che osserva i tessuti a livello cellulare, un team della Rutgers University  è riuscito a evidenziare microbi nel tumore del pancreas, che invece non sono presenti nell’organo sano. Questi microorganismi potrebbero essere il target per diagnosi per trattamenti precoci del tumore del pancreas.

Esaminando il microbioma dei tumori pancreatici, un team della Rutgers University, nel New Jersey (USA), ha identificato particolari microrganismi a livello di risoluzione cellulare, associati con l’infiammazione e con una scarsa sopravvivenza dei pazienti. Questi microorganismi potrebbero essere il target per diagnosi per trattamenti precoci del tumore del pancreas. I risultati dello studio sono stati pubblicati da Cancer Cell.

Secondo i ricercatori, studiare i microbi nei tumori è difficile, sia perché ogni paziente è differente, sia perché l’impronta microbica è poco evidente per essere osservata in modo affidabile.

Il team ha sviluppato un approccio genomico denominato SAHMI, (Single-cell analysis of Host-Microbiome Interactions), per identificare i microorganismi associati alle singole cellule umane. Con l’uso di software sofisticati, i ricercatori hanno passato in rassegna milioni di sequenze di RNA e hanno identificato quali, con maggiore probabilità, rappresentano i geni umani e quali sono di origine microbica.

Studiando due gruppi di tumori pancreatici indipendenti, il team ha scoperto che alcuni avevano batteri associati a specifiche tipologie di cellule all’interno del tumore, assenti nei tessuti pancreatici normali. Questi batteri, in particolare, erano prevalentemente collocati all’interno delle cellule tumorali e la loro abbondanza era correlata con le attività cellulare del tumore. Inoltre, la specifica caratteristica dei microbi era in grado di predire un tumore particolarmente aggressivo. Infine, il team ha osservato che le cellule immunitarie presenti nel tumore erano dirette contro questi microbi piuttosto che contro le cellule cancerose.

 

Fonte: QuotidianoSanità.it

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