La nuova edizione del Welfare index Pmi di Generali Italia fotografa una crescita straordinaria delle iniziative delle imprese a sostegno dei lavoratori e della comunità.

Le Pmi italiane sono fondamentali per la ripresa del Paese e le loro strategie di welfare aziendale sostengono le priorità del Pnrr: salute, donne, giovani, famiglie e comunità. È aumentata la consapevolezza del loro impatto sociale attraverso iniziative di welfare aziendale. E ciò si è visto in particolare nel corso dell’emergenza Covid-19, quando le piccole e medie imprese hanno mostrato di poter svolgere un ruolo centrale nell’aiutare le persone e le comunità ad affrontare una situazione così particolare.

È quanto emerge dal Rapporto Welfare Index PMI 2021 sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane, giunto alla sesta edizione, che ha coinvolto più di 6.000 imprese di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni. L’iniziativa è promossa da Generali Italia con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei Ministri e con la partecipazione delle principali confederazioni italiane: Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio.
Lo studio è stato presentato oggi a Roma. Presenti in sala, in rappresentanza del governo, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha dialogato con Marco Sesana, country manager & ceo Generali Italia e global business lines, e la sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico, Anna Ascani.
Come accennato, il rapporto 2021 mostra una significativa crescita del welfare messo in campo dalle Pmi: oltre il 64% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello iniziale. In sei anni le imprese con un livello di welfare elevato sono più che raddoppiate, passando dal 9,7% del 2016 all’attuale 21%.

Il benessere dei dipendenti aumenta la produttività

Il rapporto ha messo in evidenza che per affrontare la pandemia le imprese hanno attuato numerose iniziative di welfare aziendale: in ambito sanitario, dai servizi diagnostici per il Covid-19 (43,8%) ai servizi medici di consulto anche a distanza (21,3%) a nuove assicurazioni sanitarie (25,7%); nella conciliazione vita-lavoro, con maggiore flessibilità oraria (35,8%) e nuove attività di formazione a distanza (39%) e aiuti per la gestione dei figli e degli anziani (7,2%); a sostegno dei lavoratori e delle famiglie, con aumenti temporanei di retribuzione e bonus (38,2%) e sostengo nell’educazione scolastica dei figli (4,8%); ma anche offrendo contributi alla comunità esterna, come donazioni (16,4%) e sostegni al Sistema Sanitario e alla ricerca (9,2%). La gran parte di queste iniziative sono tuttora in corso e per il 42,7% delle imprese sono strutturali e permanenti. Inoltre, emerge che il 54,8% delle imprese che hanno inserito il welfare nella strategia aziendale ha registrato ritorni positivi sulla produttività. Guardando al futuro due imprese su tre intendono rafforzare l’impegno sociale verso i lavoratori (67,5%) e verso gli stakeholder esterni: la comunità locale e la filiera produttiva (63,1%).
L’indagine, presentata da Enea Dallaglio, partner Innovation Team (gruppo Cerved), per la prima volta ha misurato l’impatto sociale delle iniziative di welfare aziendale su tutti gli stakeholder: lavoratori, famiglie, comunità, fornitori, consumatori. A questo scopo è stato rafforzato lo strumento di analisi di Welfare Index Pmi, che valuta 127 variabili per indagare le misure delle iniziative, della capacità gestionale e di performance. Il nuovo modello di analisi è stato sviluppato con Cerved Rating Agency, e oltre alle iniziative di welfare per i lavoratori (e le loro famiglie) ha monitorato l’impegno delle imprese nella tutela dei diritti e delle diversità, la responsabilità verso consumatori e fornitori, e sono state rafforzate le aree dello sviluppo del capitale umano, della tutela delle condizioni di lavoro, del welfare di comunità.
Il nuovo modello è organizzato in dieci aree: 1) Previdenza e protezione, 2) Salute e assistenza, 3) Conciliazione vita-lavoro, 4) Sostegno economico ai lavoratori, 5) Sviluppo del capitale umano, 6) Sostegno per educazione e cultura, 7) Diritti, diversità, inclusione, 8) Condizioni lavorative e sicurezza, 9) Responsabilità sociale verso consumatori e fornitori; 10) Welfare di comunità.

Le imprese “welfare champion” con il rating 5W

Sono ben 105 le imprese welfare champion 2021 che hanno ottenuto le 5 W del rating Welfare Index Pmi: un numero un continua ascesa, se si pensa che nel 2017 erano appena 22. Si tratta di imprese che si sono impegnate su temi rilevanti per il Paese, realtà “caratterizzate da numerose iniziative in diversi ambiti del welfare aziendale, capacità gestionali e impegno economico-organizzativo elevati e impatti sociali significativi sulle comunità interne ed esterne all’impresa”, evidenzia una nota di Generali Italia.
Come ha osservato Marco Sesana, “in questo nuovo contesto ancora caratterizzato dal Covid-19, attraverso Welfare Index Pmi abbiamo osservato come le imprese abbiano agito come soggetto sociale, oltre che economico e di mercato, per la loro diffusione nel territorio e per la vicinanza ai lavoratori e alle famiglie, dando vita a un nuovo welfare di comunità. Le imprese hanno dimostrato che il welfare aziendale oggi può e deve uscire dall’azienda. Guardare non solo ai dipendenti e famiglie, ma includere e creare valore per fornitori, territorio e comunità. Il maggior numero di iniziative intraprese sostengono le priorità del Pnrr sui grandi asset del Paese con un impatto su: salute, donne, giovani, famiglie e comunità. Questo oggi ci conferma che il welfare, oltre a essere strategico per la crescita delle imprese, sarà leva per la ripresa sostenibile del Paese”.

Fonte: Insurance Trade

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