Glaucoma, come sconfiggere il ladro della vista

Articolo del 09 Marzo 2021

Nei casi estremi può portare alla cecità. Una settimana dedicata a quello che viene definito, con termini angoscianti ma purtroppo calzanti, “il ladro silenzioso della vista”. Dal 7 al 13 marzo,  il mondo scientifico si sintonizza sulla lotta al glaucoma, la seconda malattia oculare più diffusa dopo la cataratta, con 55 milioni di malati. Solo in Italia le persone interessate sono nell’ordine del milione e mezzo e si contano circa 4000 casi all’anno di cecità dovuti a questa patologia del nervo ottico.

Si parla di silenziosità dell’azione di questo male, poiché la maggior parte delle volte la sua comparsa e la sua evoluzione non presentano sintomi. Mentre, paradossalmente, una diagnosi tempestiva potrebbe fare la differenza, arginando se non addirittura arrestando, i devastanti danni alla vista conseguenti alla malattia.

Questa patologia subdola, sfortunatamente, può colpire anche i bambini. E qui, se vogliamo, il problema si fa ancora più complesso. Per una questione prettamente umana, nel dover accettare psicologicamente una diagnosi di tale gravità riguardante un piccolo. E poi per la difficile gestione del paziente, a partire dalle visite oculistiche, fino ad arrivare ai trattamenti terapeutici necessari e alla conduzione di una esistenza accettabile.

Con gli specialisti Paolo Nucci,  Professore Ordinario di Oftalmologia presso il Dipartimento di Scienze Cliniche dell’Università di Milano Roberto Caputo, responsabile della struttura Operativa Complessa di Oftalmologia Pediatrica presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria A. Meyer di Firenze, mettiamoci dunque in viaggio alla scoperta del glaucoma. Conoscere meglio il nemico, ci aiuterà a batterlo sul tempo.

Professor Nucci, che cosa si intende per glaucoma?
“Ci sono diversi tipi di glaucoma, ma il più comune è quello definito cronico semplice, altre forme sono più rare e spesso secondarie a problematiche diverse. Il termine glaucoma oggi comprende tre aspetti che mutuamente devono essere comunque presenti: pressione oculare elevata, alterazioni del campo visivo e alterazioni della testa del nervo ottico. La presenza isolata di uno solo dei tre elementi, non consente la diagnosi di glaucoma”.

E’ una malattia che colpisce in media più gli uomini o le donne?
“Non esiste alcuna preferenza di genere in questa patologia”.

Si parla di patologia asintomatica: nessuna avvisaglia dunque?
“Il problema è proprio che la malattia, nelle fasi iniziali, ovvero nelle fasi curabili, con un certa reversibilità del danno, è completamente silente. La diagnosi è possibile solo attraverso sofisticate tecnologie e la competenza del medico oculista”.

Emicranie prolungate e cicliche non possono quindi essere campanelli d’allarme collegati a questo male?
“Il glaucoma è definito il ladro silenzioso della vista e la sintomatologia è sempre tardiva. Per causare cefalea, deve avere una pressione intraoculare con un valore costantemente sopra i 30mmHg. Allo stesso modo gli aloni colorati intorno alle luci, effetto ottico legato all’edema (rigonfiamento) della cornea, sono tipici di valori pressori fortemente alterati. Per non parlare della percezione distorta del campo visivo che è uno dei segni di grave compromissione visiva”.

La malattia porta inevitabilmente alla cecità?
“Se individuata tardi e non curata è una delle principali cause di cecità del mondo occidentale”.

Si può arginare con farmaci o con interventi chirurgici?
“La vera rivoluzione oggi è data dall’estrema efficacia delle opzioni farmacologiche a disposizione dell’oftalmologo. Assunzione precoce e farmaci, insieme alle terapie parachirurgiche laser compensano più dell’80% delle forme di glaucoma cronico semplice. La chirurgia oggi è indicata solo nelle forme più recalcitranti ed anch’essa ha avuto una significativa evoluzione in termini di mini-invasività e di efficacia, le opzioni oggi sono davvero molteplici ed è molto più rara l’evoluzione temibile verso l’ipovisione grave”.

L’alimentazione ha qualche ruolo nella comparsa del glaucoma?
“Nessuno studio ha provato l’efficacia di integrazioni dietetiche specifiche. Va da sé che un’alimentazione equilibrata ed apporti nutritivi opportuni, migliorando il benessere generale, giovino anche a questa condizione che è in ultima analisi un problema trofico (di nutrizione) del nervo ottico”.

Si tratta di un male ereditario?
“Esiste familiarità e sono stati individuati alcuni geni coinvolti in ambiti familiari, ma l’ipotesi plurigenica (più geni coinvolti) e multifattoriale (concomitanti fattori individuali e ambientali) è quella più accreditata”.

E’ correlato ad altre patologie dell’occhio come ad esempio la maculopatia?
“Nessuna correlazione con le maculopatie senili, ma l’ipermetropia elevata o la miopia elevata sono elementi che possono in qualche modo rendere più fragile il nervo ottico, aumentando gli effetti negativi legati alla ipertensione oculare”.

Il glaucoma è una malattia sempre più diffusa o va diminuendo negli anni grazie a prevenzione e cure mirate?
“In realtà l’incidenza nei paesi occidentali è stabile, mentre sembra in crescita nelle etnie afro-orientali. Il consiglio, in tutti i casi, è usare l’unica arma che abbiamo per battere la malattia, ovvero la prevenzione. Bisogna effettuare, fin dai 40 anni, un’esame oculistico che è sempre, con le nuove apparecchiature, in grado  di individuare i soggetti a rischio, ma  ben prima che si manifesti qualsiasi segno clinico.

Quando colpisce i bambini

Dottor Caputo, quale fascia di età, fra i più piccoli, è generalmente la più interessata dal glaucoma?

“Senza entrare troppo nello specifico delle varie classificazioni, esiste una sostanziale divisione: pazienti con glaucoma congenito, cioè che si evidenzia nei primissimi mesi di vita, o addirittura alla nascita, e pazienti con glaucoma giovanile, in cui lo sviluppo avviene nel periodo adolescenziale o post adolescenziale (di solito tra i 5 e i 18 anni).

Quali sono i fattori alla base della maggior parte dei casi: ereditarietà, cattiva alimentazione, poca prevenzione, ritardo nella diagnosi? 

“Nel caso di glaucomi congeniti, esistono forme isolate, altre a trasmissione ereditaria, e forme associate a malformazioni oculari oppure a sindromi sistemiche. Per quanto riguarda il glaucoma giovanile possiamo avere sia forme isolate che a trasmissione ereditaria. In questo caso però i geni interessati sono spesso diversi da quelli del glaucoma congenito. Alcuni pazienti possono inoltre sviluppare il glaucoma in seguito a processi infiammatori dell’occhio. Tra questi ricordiamo le infiammazioni oculari (Uveiti) associate all’artrite idiopatica giovanile”.

Un adulto è in grado di accorgersi e ben descrivere i propri disturbi, un bambino, soprattutto se molto piccolo, no. Come scoprire la patologia? 

“Nel caso del glaucoma congenito o precoce i sintomi principali sono la lacrimazione eccessiva e la fotofobia (disturbo alla luce). L’occhio nei primi mesi di vita ha ancora una struttura elastica, per cui l’aumento della pressione oculare fa crescere l’occhio in modo sproporzionato e la parte anteriore, normalmente trasparente (la cornea), tende a diventare opaca. Ci troviamo quindi di fronte a bambini con occhi molto grandi e opachi. Nelle forme giovanili invece i sintomi sono molto scarsi e spesso ce ne accorgiamo nel corso di visite oculistiche eseguite per altri motivi. In questi casi possiamo riscontrare alterazioni della papilla ottica che ci fanno sospettare un aumento della pressione oculare. Approfondendo le indagini viene poi confermata o meno la diagnosi”.

Farmaci o interventi per i più piccoli?

“Il glaucoma congenito viene considerato in genere una patologia di tipo chirurgico. I farmaci spesso ci aiutano ad abbassare la pressione prima dell’intervento e a mantenerla bassa nei casi in cui l’intervento, o più spesso gli interventi, siano soltanto parzialmente efficaci”.

Vita sociale del minore: come cambia in presenza della malattia e quali i possibili supporti?

“Purtroppo il glaucoma congenito, meno quello giovanile, è una patologia spesso grave e i trattamenti chirurgico e medico non sempre riescono a mantenere una funzionalità visiva completa. La vita sociale dipende quindi principalmente dal residuo visivo: nei casi di visus buono le attività di studio e sociali non ne risentono. Purtroppo in una percentuale non piccola di casi, il glaucoma congenito esita in situazioni con residuo visivo non ottimale per cui potrebbero essere necessari dei supporti visivi e sociali, come del resto avviene anche negli altri casi di ridotte capacità visive in ambito pediatrico. Bisogna inoltre tenere presente che essendo occhi spesso operati, magari più volte, hanno bisogno di attenzioni particolari, per cui sport in cui il contatto traumatico è abbastanza frequente, sono sicuramente da sconsigliare”.

Glaucoma in aumento o in decrescita negli ultimi anni fra i bambini?

“Non abbiamo assistito, almeno in Italia, ad una crescita dei bambini con glaucoma congenito. Le forme ereditarie spesso sono più frequenti in popolazioni ristrette (accade per esempio in alcune popolazioni medio orientali), ma in Italia non ho notato alcuna recrudescenza, almeno tra i nati qui da noi”.

Le iniziative

Per la settimana mondiale IAPB Italia onlus, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, ha organizzato controlli gratuiti del tono oculare in 20 città (nel rispetto delle norme anticovid). Le prenotazioni vanno effettuate telefonando alle sezioni locali dell’Unione Italiana Ciechi e ai Comitati IAPB presenti sul sito dedicato  www.settimanaglaucoma.it. Sul sito c’è anche l’elenco delle città le cui emittenti radiofoniche trasmetteranno interviste di approfondimento con specialisti oftalmologi. Infine, distribuzione di cartoline informative sulla malattia alla cassa di circa 160 punti vendita Fresco e Tuodì di Lazio, Liguria, Marche e Toscana.

 

Fonte: La Repubblica

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