Intelligenza Artificiale e diagnosi medica: quando la tecnologia affianca l’esperienza dei medici

Articolo del 24 Dicembre 2025

L’Intelligenza Artificiale sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel supporto alla pratica clinica, in particolare nell’ambito della diagnosi medica. Le ricerche condotte dall’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) mostrano come l’AI, se utilizzata in modo appropriato, possa migliorare l’accuratezza delle valutazioni cliniche quando lavora in sinergia con l’esperienza dei professionisti sanitari.

AI come strumento di supporto, non di sostituzione

Secondo gli studi coordinati da Vito Trianni, ricercatore del Cnr-Istc, l’Intelligenza Artificiale può contribuire a ridurre il margine di errore diagnostico attraverso due modalità principali:

  • l’aggregazione delle valutazioni indipendenti di più medici
  • l’integrazione tra diagnosi formulate dall’AI e giudizio clinico umano

I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica PNAS, confermano che la combinazione tra competenza umana e supporto tecnologico porta a decisioni più accurate rispetto all’utilizzo isolato di una sola delle due componenti.

Un’AI che stimola il ragionamento clinico

Una parte rilevante della ricerca è dedicata a comprendere come i medici interagiscono con i suggerimenti dell’AI. In questo contesto, la tecnologia non è concepita come decisore automatico, ma come uno strumento di “coaching” o di valutazione critica, in grado di:

  • rafforzare un’ipotesi diagnostica
  • suggerire alternative
  • stimolare una riflessione più approfondita sul caso clinico

L’obiettivo resta quello di valorizzare il ruolo del medico, rendendo il suo lavoro più efficace ed efficiente.

Il progetto europeo HACID

Queste ricerche si inseriscono nel progetto europeo HACID, coordinato dal Cnr-Istc, che studia l’“intelligenza collettiva” generata dalla collaborazione tra esseri umani e sistemi di Intelligenza Artificiale.

Uno studio internazionale, realizzato insieme al Max Planck Institute for Human Development e allo Human Diagnosis Project, ha analizzato oltre 2.100 casi clinici simulati, confrontando le diagnosi formulate da:

  • soli medici
  • soli sistemi di AI
  • gruppi misti medico–AI

I risultati evidenziano che:

  • i gruppi ibridi ottengono diagnosi più accurate
  • l’integrazione anche di un solo sistema AI migliora le performance complessive
  • errori dell’AI e degli esseri umani tendono a compensarsi a vicenda

Questa complementarità rappresenta uno dei principali punti di forza dell’approccio integrato.

Prospettive future: dalla diagnosi alla cura

L’Intelligenza Artificiale potrebbe avere un ruolo crescente anche nella fase terapeutica, contribuendo a:

  • individuare i trattamenti più appropriati
  • tenere conto di anamnesi, comorbidità e terapie in corso
  • ottimizzare i percorsi di cura e contenere i costi

Come sottolineano i ricercatori, qualsiasi applicazione clinica dell’AI dovrà però essere certificata e validata con la stessa attenzione riservata ai dispositivi medici o ai nuovi farmaci.

Innovazione e tutela della salute

L’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale in sanità rappresenta una leva importante per migliorare la qualità dell’assistenza, rafforzare la sicurezza dei percorsi di cura e sostenere l’efficienza del sistema sanitario. Un ambito di grande interesse anche per i fondi di assistenza sanitaria integrativa, chiamati a monitorare e accompagnare l’innovazione a beneficio degli assistiti.

Per approfondimenti: ALMANACCOCNR

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